I VOTI DEL DIRETTORE. Il Giro di «Rambo», in attesa di Basso
| 21/05/2012 | 16:04 di Pier Augusto Stagi
GIRO. 5,5. Siamo alle battute conclusive, finali e definitive. Ultima settimana, dopo due di calma piatta o quasi. Un Giro logorante, sicuramente, per i corridori ma non solo per loro: anche per gli appassionati che tutti i giorni si sono riversati sulle strade o si sono ingegnati per seguire la corsa più importante del nostro Paese. Rai, Eurosport, Gazzetta.it, tuttobiciweb e tutto quanto gira attorno a questa “corsa-evento”. Due settimane povere di emozioni. Poche immagini da cartolina ricordo: la stoccata di Rubiano Chavez (voto 7) a Porto Sant’Elpidio (tappa sulla carta bellissima, ma i corridori gettano dalla finestra una ghiotta opportunità di battaglia); il testa a testa tra Scarponi e Tiralongo a Rocca di Cambio; la progressione di Domenico Pozzovivo, a Lago Laceno. Fin qui saremmo sul 5, ma in soccorso della “corsa rosa” arriva Matteo Rabottini, con la sua fuga folle e sublime nella Busto Arsizio - Pian dei Resinelli. Il Giro prende quota: tenetevi forte, questa settimana dovremmo assistere ad uno spettacolo degno di questo nome. Se così non sarà, una cosa è certa: non sarà stato colpa degli organizzatori.
Michele SCARPONI. 6. Parte piano, dalla Danimarca. Poi tomo tomo cacchio cacchio, sale la sua condizione e sale anche in classifica. Se teniamo conto da dove è partito (135° a 1’36” da Phinney), ora il suo 6° posto a 1’36” non è per niente male. C’è ancora da fare tutto. E lui e la sua squadra (voto 7) sono pronti a farlo.
Damiano CUNEGO. 6. Parte come seconda punta, per mettere del pepe ad una corsa che ha tutte le spezie nel finale. A Cervinia ci mette il cuore, la testa, ma le sue leve sono quelle che sono. A Pian dei Resinelli anche le gambe girano meglio, e supportano un po’ di più sia il cuore che la testa. È una mina vagante targata Lampre-Isd in mezzo al gruppo. Può fare ancora dei danni.
John GADRET. 5. Non è mai andato davvero alla deriva, ma non è nemmeno messo benissimo. Soprattutto dimostra in ogni occasione di subire la corsa e gli avversari. Josè RUJANO. 5. Arrivano le sue tappe, e molto probabilmente saprà recuperare terreno, ma è già a quasi 8 minuti: tanti.
Roman KREUZIGER. 5. È quinto nella generale, ad un secondo dal compagno di squadra Paolo Tiralongo (voto 7) e a 5” da Ivan Basso, ma l’impressione che dà è sempre la stessa: quando scoppia un po’ la bagarre lui resta dietro. La squadra è forte, Tiralongo tira e riesce a limitare al minimo i danni. Ma i segnali suonano sinistri. Se tanto mi da tanto.
Marco PINOTTI. 5. Non ha vissuto grandi giornate e si è trovato troppo spesso a rincorrere, a rimediare a situazioni delicate (come a Lago Laceno). A Pian dei Resinelli è anche parecchio sfortunato, ma per raddrizzare questo Giro (è ad oltre 8 minuti), all’ingegnere ci vuole davvero un colpo da cattedratico del pedale.
Domenico POZZOVIVO. 6. Si porta a casa una tappa, diventa il vero personaggio di queste prime due settimane di Giro d’Italia, vive una bruttissima giornata a Pian dei Resinelli, dove i big lo costringono ad inseguire in discesa e a non alimentarsi bene. Ma conoscendo il Poz, lui non si accontenta d’aver vinto una tappa: ha ancora fame.
Mikel NIEVE. 5. Probabilmente alla classifica ci penseranno solo cammin facendo, ma qui al Giro gli uomini di Alvaro Gonzales de Galdeano e Domenico Cavallo ci sono venuti per vincere una o due tappe. Il loro Giro inizia mercoledì.
Matteo RABOTTINI. 7. Per il momento ha fatto l’azione più bella del Giro (compresa quella compiuta dal valdostano Daniel Grosjacques, che ha ritrovato e restituito a Scinto la sua bicicletta). Tosto, coraggioso, come piace al suo diesse. Bravi anche Failli, Favilli, De Negri e Balloni, che si danno da fare come pochi.
Sandy CASAR. 6. Secondo a Sestri Levante, e mette tutti nel sacco: per ora. Ma difficilmente lo vedremo tra i primi dieci.
Ryder HESJEDAL. 7. Quattro giorni in maglia rosa, sempre lì a lottare con grande personalità e coraggio. Vanta un 7° posto nella generale del Tour 2010, molti scommettono che possa essere la vera sorpresa di questo finale da capoGiro. Io penso che possa arrivare tra i cinque, ma non lottare per la vittoria. Matthew GOSS. 7. Si vince la tappa di Horsens, quando Cavendish viene travolto da Roberto Ferrari. Porta a casa anche due secondi posti. Poi va a casa.
Joaquin RODRIGUEZ. 7,5. La prima parte di Giro, quella a lui più congeniale, la domina. Qualche buono scatto e per lui cinque maglie rosa in valigia. Ora da mercoledì - per lui e per tutti - incomincerà tutto un altro Giro, quello delle alte montagne, quello delle lunghe ascese sopra i duemila metri, dove l’aria si fa più rarefatta e i secondi diventano in un attimo minuti.
Ivan BASSO. 6. Ha fatto il suo, in due settimane nelle quali doveva solo difendersi. Da 7 pieno la sua squadra con Sylvester Szmyd, Valerio Agnoli, Maciej Bodnar, Eros Capecchi, Damiano Caruso (sei giorni maglia bianca), Paolo Longo Borghini, Cristiano Salerno e Fabio Sabatini a farsi un mazzo tanto per la causa di Ivan.
Oliver KAISEN. 7. Bak (voto 7) si vince la tappa di Sestri Levante, il belga si sciroppa una montagna di chilometri in fuga. Benat INTXAUSTI. 6. Non fa nulla di eccezionale, ma per il momento è ancora lì, in settima posizione a 1’42” dalla maglia rosa. Questo può essere per lui davvero un punto di partenza. Bravi Ventoso e Amador (voto 7), che regalano alla Movistar le tappe di Frosinone e Cervinia.
Dario CATALDO. 6. Mai davvero brillantissimo, mai davvero nel vivo della corsa: non morde ma non demorde. È 9° a 2’12”. Questa è la settimana più importante della sua carriera, quella che il suo ds Davide Bramati (voto 7), cerca da tempo. Nel complesso molto sufficiente anche tutta la sua Omega Quick Step, che si dà da fare. E c’è.
Mark RENSHAW. 4. Porta a casa solo un terzo posto a Cervere. La Rabobank è forse il team più anonimo di tutto il Giro.
Frank SCHLECK. 3. Facciamo i francesi, facciamo i nazionalisti: manca di rispetto alla nostra corsa, ad un monumento del ciclismo mondiale. Se fossi Michele Acquarone, su uno così, ci metterei una pietra sopra. della Radioshack salvo solo il giovane Giacomo Nizzolo (voto 6,5), che si trova a fare le volate da isolato. Fa di necessità virtù e lo fa molto bene.
Mark CAVENDISH. 9. Fa il suo e potrebbe fare molto di più se solo non lo avessero travolto in Danimarca. Vince tre tappe e porta la maglia rossa sulle spalle. A differenza di tanti colleghi velocisti (Renshaw, Goss, Juan José Haedo, Manuel Belletti, Thor Hushovd, Tyler Farrar e Graeme Brown), lui è ancora qui ad onorare il Giro. In casa Sky bravo anche Henao (voto 6): è 8° nella generale a 1’55” e ha chiuso la seconda settimana in maglia bianca.
Jan BARTA. 6. Squadra piccola, la NetApp, che cerca di fare grandi cose. Secondo a Cervinia, al momento fa quello che ci si aspettava facesse.
Manuele BOARO. 6,5. Giovane, sfrontato e affamato. Si fa conoscere e onora la corsa rosa. Sugli altri Saxo caliamo un velo pietoso (voto 4).
Martijn KEIZER. 7. Sempre in fuga, al pari del suo compagno di viaggio Kaisen. La sua Vacansoleil (voto 6), si fa vedere e cerca di uscire dall’anonimato, anche con Matteo Carrara (voto 6).
Cambierei i voti per la Liquigas e precisamente darei 10 ai "gregari" e 1 al capitano:questo perchè nessuno ha una squadra forte come quella che si trova a sua disposizione anche rinunciando(in alcuni casi) a più che giusti riconoscimenti tipo maglia bianca(per dire) e cercare di guidarlo per tutte le tappe.Quando si trova da solo anche solo per 4 km si gira meravigliato!
Inoltre,come sentiamo spesso ripetere dagli esperti,la crono non è il suo forte,le discese non le gradisce,alcuni tipi di salite non gli aggradano:ma mi domando e dico,perchè scegliere una carriera da ciclista?
Mi risulta ci siano veri campioni che sono forti in discesa,in salita e nelle crono......e, ripeto,molti di loro non hanno il bisogno estremo che ha lui della squadra.
bravo terry
21 maggio 2012 18:48tralepieghe
il capitano sempre sulle prime pagine, corre bene sulla carta patinata delle penne al servizio, poi negli ordini d'arrivo sempre dietro.
mi auguro di essere smentito da qui a domenica, Basso vince, bravo Basso, il primo ha sempre ragione....
Liquigas
21 maggio 2012 19:08Per89
Non capisco perchè tutti condannano la tattica della Liquigas, che è l'unica squadra che sta movimentando il Giro... Basso è un corridore di fondo che da il meglio di se quando le tappe son lunghe su salite come Pampeago lo Stelvio e la Liquigas lo sta proteggendo, ha evitato i possibili attacchi in discesa, lo ha tenuto sempre davanti Ivan è terzo in generale a 1'22" da Rodriguez e con le tappe che ancora mancano con questo distacco può succedere ancora di tutto, è vero poteva attaccare ma non lo ha fatto, ma qui ognuno ha un colpo da sparare al massimo due. Anche Armstong pretendeva tutta la squadra al suo fianco, tant'è che in 7 Tour, l'unico uomo che è andato in fuga fu Savoldelli nel 2005 quando vinse... Non capisco invece cosa vuol fare la Lampre che continua a mandare all'attacco Cunego quando poi rimbalza in salita... Non era meglio a puntare a tappe adatte a lui se in Liquigas le idee sono chiare in lampre mi sembrano confuse...
Sergio Luis HENAO MONTOYA
21 maggio 2012 20:28volutalabici
Voto 10,
(neopro, prima grande corsa a tappe, prestazione impeccabile! perche' non figura nella lista?)
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