LANGKAWI. Se la Malesia sorride all'Italia

| 05/03/2012 | 11:29
Visi sorridenti, bandierine sventolanti, urla di gioia, ingenua allegria, stupore davanti all'inaspettato.
Dal Tour de Langkawi, conclusosi ieri con la vittoria del colombiano Josè Serpa (Androni Giocattoli), corridori e addetti ai lavori si portano a casa tanti bei ricordi. Il primo che viene in mente a tutti? I tanti bambini presenti lungo le strade ad incitare corridori provenienti da tutto il mondo, dei quali probabilmente non sanno nemmeno il nome.
«Ci piace la bicicletta, nel nostro paese è la prima volta che succede qualcosa di così grande» ci ha raccontato Farhanah, 10 anni, che con il tradizionale abito malese baju kurung con le compagne ha atteso davanti alla sua scuola elementare il passaggio della corsa a Muar.
Malesia che sorride al nostro paese, non solo con i suoi bambini in festa, ma anche in termini di risultati. Se negli anni scorsi hanno primeggiato al Tour de Langkawi tra gli altri azzurri Scinto, Lanfranchi, Missaglia, Bettini, Quaranta, Petacchi, Loddo e Gavazzi anche in questa edizione ottime le prestazioni dei giovani sprinter italiani. Su tutti come l'anno scorso spicca Andrea Guardini, veronese classe '89, che è diventato il corridore che più ha vinto in questa competizione con 11 successi di tappa (5 nel 2011, 6 nel 2012). «Qui riesco ad essere particolarmente sereno. Il clima della corsa è speciale, lungo le strade è una festa. La gente applaude tutti, dal primo all'ultimo. Dopo essere stato lontano da casa per correre in Argentina, Qatar, Oman e Malesia torno in Italia con il morale alto e un'emozione pari a quella che ho provato l'anno scorso, proprio in questo paese, vincendo la prima gara da professionista».
Gli atleti hanno pedalato per dieci giorni (dal 24 febbraio al 4marzo) tra piantagioni di palme, bambù, banani e alberi della gomma, vere e proprie giungle in cui si trovano tantissime scimmie, ma anche cobra, pitoni e pantere. Folckloristico, ma anche ben organizzato il Tour de Langkawi. «Meglio di alcune corse europee» conferma Gianni Savio, team manager della squadra che ha vinto questa competizione ben sei volte, comprese le ultime quattro (Serpa, Rujano, Monsalve e ancora Serpa). Considerate le sette vittorie di tappa italiane e il primato nella generale appannaggio di un colombiano portacolori di un team italiano, l'Italia non può lamentarsi.
Il nostro ciclismo grazie a Guardini, Canola e agli altri giovani emergenti che si sono messi in mostra anche in Malesia almeno per un po' può sorridere, con la stessa spensieratezza di Farhanah.

da Kuala Lumpur, Giulia De Maio

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