tuttoBICI. Elogio del silenzio

| 07/08/2011 | 09:50
ELOGIO DEL SILENZIO. In pieno Tour, nel giorno in cui la Grande Boucle finisce fuori strada (Flecha per terra e Hoogerland sul filo spinato) a causa della follia dell’autista di France Television, in Italia si è corsa la Maratona delle Dolomiti. La 25° edizione della più importante manifestazione cicloamatoriale ha allineato al via anche quest’anno la bellezza di 9.454 partecipanti, più o meno famosi: molti moltissimi i famosi. Michil Costa, il grande papà di una corsa che in questi anni ha fatto storia e tendenza, sogna montagne senza auto e a misura d’uomo. «Il vero lusso? La lentezza», dice. Il vero problema è che in questa corsa tutti vogliano andare maledettamente veloce: pure troppo. La Maratona della Dolomiti dovrebbe essere solo e soprattutto promozione del territorio di una delle zone d’Italia più incantevoli ed esclusive. Paesaggi mozzafiato, cibi da acquolina in bocca. Vini che meritano di  essere degustati almeno una volta: meglio se di più. Dovrebbe essere il festival delle biciclette, dell’amicizia, dell’ambiente e sicuramente lo è, ma quello che traspare dalle sei ore di diretta tivù - e dico sei - è il festival dell’agonismo senza senso e dei senza nome. Michil Costa racconta e promuove un qualcosa che nella sostanza non c’è o non emerge completamente. Parla di elogio della lentezza, ma qui tutti corrono, guardano il cronometro, si marcano, si smarcano manco fossero al Tour e non sulle Dolomiti. Distacchi, classifiche, tempi e prima della corsa anche un bel controllo ematico. Ci piacerebbe una maratona lenta, lentissima, fatta da diecimila persone che vanno su e giù per le Dolomiti con il solo gusto di esserci, di incontrarsi, con la telecronaca che parla di vette e luoghi incantati. Senza tempi e distacchi. Senza  esami ematici prima del via. Senza nomi e cognomi. Solo un lungo, prolungato e infinito silenzio.

BEN ALTRE CURE. Il Tour è il Tour: lo confermiamo. Troppo bello, troppo grande, troppo tutto, anche negli eccessi: vedi moto che disarciona Nicki Sorensen o vettura che fa fuori in un colpo solo Flecha e Hoogerland. Ma in materia di sicurezza, dove il Tour ha lasciato a desiderare, vorrei dare a cesare quel che è di cesare: quindi una nota di merito al servizio sanitario del Giro d’Italia. Un plauso al responsabile del “soccorso rosa” - il professor Giovanni Tredici - e a tutto il suo staff. Vi ricordate la caduta rovinosa di Alexander Vinokourov? L’assistente sanitaria del Tour che osserva sul ciglio della strada, i due ragazzi dell’Astana che faticosamente cercano di riportare su dal dirupo il malcapitato campione kazako (per lui frattura del femore e fine della carriera). Al Giro una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere: nessuno avrebbe mosso un corridore in quelle condizioni. Prima il medico si sarebbe accertato del reale stato di salute del malcapitato atleta, poi si sarebbe deciso il da farsi. Non per criticare, solo per dire che al Giro ci sono altre attenzioni. Per la serie: il Tour è più grande, più bello e più tutto. Ma il Giro può godere di ben altre “cure”.

LARGO AI DILETTANTI. Il problema delle formazioni Continental è sotto gli occhi di tutti. Formazioni senza arte né parte, che non pagano i corridori, che prendono da questi soldi per poter allestire squadre senza il benché minimo straccio di un passaporto biologico e come se non bastasse senza nemmeno l’obbligo di compilare periodicamente il modulo di reperibilità  (l’Adams). Premesso che se io fossi team manager di una squadra di World Tour non andrei a correre una sola gara con un team Continental al via e probabilmente lo stesso farei se fossi a capo di una formazione Professional, spero che il nostro presidente Renato Di Rocco, che sull’argomento è molto sensibile, faccia in modo che dal prossimo anno queste formazioni  girino alla larga dal nostro Paese. O queste decidono di fare un salto di qualità e da Continental passano Professional, nel rispetto di tutte le garanzie sportive, etiche ed economiche, oppure facciano il loro ciclismo fuori dai nostri confini. E’ chiaro che anche gli organizzatori devono piantarla di invitare squadre che anziché fare promozione al nostro sport lo dequalificano in maniera profonda e definitiva. Se proprio vogliono, che chiamino qualche team nazionale o dilettantistico. D’altra parte lo sappiamo che l’Italia è il Paese dell’incontrario: i team dilettantistici sono i più professionali al mondo e parte di quelli professionistici i più dilettantistici in assoluto. Quindi, largo agli under 23: i dilettanti veri.

Pier Augusto Stagi
editoriale da tuttoBICI di Agosto, in edicola

Copyright © TBW
COMMENTI
direzione giusta !!!!!
7 agosto 2011 13:43 dade75
concordo pienamente e specialmente la prima parte e farei anche partenza alla francese stile ranodonee !!!!!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Mario Cipollini è tornato... in "officina" per far dare una controllata al suo cuore ballerino. È lo stesso ex campione toscano a darne notizia con un messaggio postato sulla sua pagina Facebook. «Ciao ragazzi. Ci risiamo, anzi ci risono. Questo...


La stagione su strada è finita da un pezzo ed è il periodo degli annunci di mercato. Le squadre stanno completando il proprio organico e nella notte europea il Team Terengganu, squadra continental malese, ha annunciato l’ingaggio dell’inglese Zeb Kyffin...


Una bicicletta degli anni '50 a marchio Bartali e restaurata con un telaio e altri pezzi d'epoca, in dono al Museo della Memoria. La consegna si è svolta nel corso di un pomeriggio a cui hanno partecipato monsignor Attilio Nostro,...


Nuovo arrivo in casa del Team Jayco AlUla: il giovane scalatore britannico Finlay Pickering ha firmato infatti un contratto biennale con la formazione australiana. A 22 anni, il ciclista britannico ha già trascorso due stagioni gareggiando e crescendo a livello...


Alessandro Verre è il 21° corridore del team MBH Bank Ballan CSB Colpack per il 2026. Nato a Marsicovetere (Basilicata) il 17 novembre 2001, oggi festeggia nel modo migliore il suo 24° compleanno. Nel 2025 Verre ha sfiorato il successo nella tappa regina del Giro d’Italia,...


La paraciclista australiana Paige Greco, medaglia d'oro paralimpica a Tokyo 2020, è morta ieri a causa di un "improvviso episodio medico" nella sua casa di Adelaide, nell'Australia Meridionale, come annunciato dalla sua famiglia in un comunicato diffuso dalla federazione ciclistica...


Sono due gli azzurri che sabato, alla Space 42 Arena di Abu Dhabi, hanno difeso i colori dell’Italia agli UCI Cycling Esports World Championships 2025 organizzati da MyWhoosh. Tra i 44 partecipanti totali (22 donne e 22 uomini) Francesca Tommasi,...


Manca poco meno di una settimana alla consegna del Kristallen Fiets, il rinomato premio giornalistico che ogni anno il Belgio assegna al miglior ciclista dell’anno. Tra i favoriti c’è Remco Evenepoel, che questo premio lo ha vinto già 4 volte...


Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


Il passaggio di Said Cisneros dalla A.R. Monex Pro Cycling Team alla Soudal Quick-Step Devo Team non può essere facilmente derubricato a semplice cambio di casacca, al termine del percorso della categoria juniores. Vero è che il ciclismo messicano vive...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024