Il mondo del ciclismo rende omaggio ad Ambrogio Molteni

| 17/08/2005 | 00:00
Seicento persone in fila al corteo funebre per Ambrogio Molteni. Un corteo che scala la salita di Besana Brianza da casa Molteni alla Basilica romana, al centro del paese. Un ultimo omaggio, mentre sul poggio che porta a Monticello Brianza decine e decine di amatori proseguono gli allenamenti di sempre. A Lissone, qualche chilometro piu' sotto, si corre la Coppa Agostoni. Ambrogio Molteni, il patron della squadra che conquisto' tutto il conquistabile con Eddy Merckx, aveva promesso al figlio Mario di andare a vedere la gara insieme con lui. Un infarto lo ha invece stroncato, a Ferragosto. Oggi Mario e sua sorella Pierangela erano in prima fila, spezzati dal dolore. Dietro il feretro del patron della gloriosa Molteni, uno a fianco all'altro, silenziosi in gruppo, tanti ex ciclisti, che quella salita conoscono come le proprie tasche per averla percorsa tante volte sulle due ruote: Davide Boifava, Michele Dancelli, Giorgio Albani (poi ds della squadra), Isaia Stefano, Giovanni Pifferi e il 'grande vecchio' Fiorenzo Magni. Eddy Merckx ha telefonato alla famiglia per esprimere le proprie condoglianze. Michele Dancelli ha stretto la mano a Mario Molteni e ha portato l'affettuoso saluto di Gianni Motta. Dancelli ha ricordato con nostalgia: ''Ho passato cinque stagioni indimenticabili e una in particolare, legata alla vittoria della Milano-Sanremo. Sia Ambrogio che il papa' Piero erano grandi appassionati. Ci seguivano sull'ammiraglia e non smettevano mai di spronarci. Con la morte di Ambrogio se ne e' andato un pezzo di storia del grande ciclismo''. Gli ha fatto eco Giorgio Albani: ''Ambrogio Molteni ha fatto la storia del nostro sport, un dirigente come non ce ne sono piu'''. Davide Boifava quasi non tratteneva le lacrime: ''Devo tutto alla famiglia Molteni, sono rimasto molto legato anche ai figli. Tutto ora e' cambiato nel ciclismo. Era come un padre per noi atleti''. Don Guido Crippa, parroco della Basilica romana dei SS Pietro, Marcellino ed Erasmo, ha detto nell'omelia ''E' come un chicco di grano che ha dato la gioia a chi lo ha mietuto...''. Fuori dalla Basilica, qualche dipendente sospira e ricordava: ''Era un buono, uno che ti dava l'anima, ma quando si arrabbiava era meglio stargli lontano''. C'era anche il dirigente del centro sportivo di Appiano Gentile, Fausto Sala, nipote di Molteni e sempre a fianco al patron. Fiorenzo Magni, 85 anni, arrivato al funerale con la moglie, ha cosi' ricordato Molteni: ''Era esuberante, attaccato al lavoro e alla famiglia. Ricordo ancora quando trattai l'arrivo di Merckx dalla Faema, fu il suo piu' grande affare''.
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