McQuaid ai corridori 2: attenti ai manager delle vostre squadre
| 18/03/2011 | 20:54 Seconda parte della lettera aperta di Pat McQuaid ai corridori e nuove accuse ai team manager.
… Avrei preferito lasciare il doping fuori da questa discussione, ma non posso impedirmi di fare riferimento a certi fatti che riguardano questo tema. Il ciclismo può essere fiero della sua posizione di avanguardia rispetto agli altri sport, che riconoscono la qualità dei nostri sforzi si ispirano alle nostre iniziative. Malgrado quello che scrivono Jens e Grisha, io non credo che i corridori siano nella posizione ideale per ricordarci la gravità e l'urgenza di certe situazioni: se il doping esiste ancora, è solo perché ci sono corridori che ancora di dopano! Se è innegabile che l'attitudine di molti di voi è cambiata, è altrettanto vero che siamo di fronte ad un numero di casi che resta alto. Malgrado gli indubbi progressi dei risultati dell'antidoping, queso significa che noi procediamo contantemente in un clima di sospetto e di tensione davanti all'opinione pubblica. Ma sfortunatamente su questo punto i corridori hanno troppo spesso la tendenza a dimenticare il loro ruolo e le loro responsabilità: ci sono problemi più gravi che richiedono la vostra attenzione. Io non ho mai sentito né il CPA né l'AIGCP dare prova di tale indigazione, di tale mobilitazione o di tale militanza conro gli scandali di doping che si sono prodotti nel nsotro sport. Quando si parla di contibuto alal lotta al dopng da parte dei corridori, ci troviamo di fronte ad un rifiuto categorico. Ecco quello che dovrebbero sottolineare le vostre lettere aperte. Grischa, Jens e e tutti voi corridori, sappiate che sarebbe troppo facile per me rispondere con i cvostri stessi argomenti un po' naif. Potrei chiedervi di spiegare alla madre di un giovane ciclista perché i suoi idoli, i suoi eroi, sono al centro di processi o perché mettono seriamente in pericolo la loro salute, invitando i giovani a seguire il loro insano esempio. Ma non preoccupatevi, non è mia intenzione farlo. D'altra parte non posso impedirmi di sottolineare, con delsuione, che non avete esitato ad associare i vostri direttori sportivi in una lotta che è diventata la loro prima ancora che la vostra. Io dico che si sono appropriati del dibattito perché l'Uci è convinta che il nocciolo della questione non sono le radioline ma il potere e il controllo. L'Uci conosce bene le mosse fatte da alcuni manager per creare una lega privata, il World Cycling Tour, che escludesse l’UCI. Io mi chiedo se voi corridore godrete dei benefici finanziari che loro inseguono. Non ne sonio affattio convinto! Vi cito Johan Bruyneel che dice «sto costruendo qualcosa di grande… presto vedrete». Ho l'impressione che vi abbiano erroenamente portato a pensare che l'opinione dei corridori non viene presa in considerazione e che voi siete lasciati fuori dal dibattito. In realtà, al momento di andare a discutere le soluzioni io fatico a identificare una posizione comune da parte dei corridori. Per ogni portavoce autoproclamatosi che tuona contro le radioline,m c'è un altro corridore che scrive discretamente all'Uci e dice di essere d'accordo con noi. Posso capire che ogni corridore possa sotenere l'uso delle radioline per esigenze personali: anche se le cifre erano a favore di chi si popponeva alle radioline, credete davvero che la vostra federazione internazionale avrebbe agito contro il ciclismo e i suoi protagonisti? Non credete che una autorità come l'Uci sia stata guidata dall'interesse generale, dai valori dello sport e da uno sviluppo a lungo termine?
Vi lascio riflettere e attendo con impazienza il nostro prossimo incontro.
Una persona del tuo livello che si esprime in questo modo non cerca il dialogo ma il confronto non costruttivo tra le parti. Hai paura devi mollare la presa, è inutile che insisti nel tentativo di mettere uno contro l'altro. Ti devi rassegnare altrimenti le corse le andrai a fare solo in OMAN o QATAR dove all'arrivo ci saranno solo 10 sceicchi ed i 15 massaggiatori delle squadre che hai invitato (le riprese televisive lo dimostrano). Continua così che ci stai riuscendo a distruggere il ciclismo, se non riusciranno i diretti interessati a sbarazzarti di te prima!!!!!
19 marzo 2011 10:06pietrogiuliani
Lei presidente sta facendo un buon lavoro. Lo afferma anche Ivano Fanini, l'unico ad essere uscito dall'omertà, e quindi vuol dire che è vero.
Non si deve minimamente preoccupare di gente come Parsani o Bugno che nella loro carriera di corridori ne hanno combinate....
Come ho sentito ieri in un intervista alla radio, Fanini ha detto che lei deve andare dritto per la sua strada e portare avanti il no alle radioline e la squalifica di 4 anni alla rpiam infrazione e la radiazione alla seconda.
Se riuscisse veramente ad attuare questo nuovo regolamento, anche lei meriterebbe il nobel come Fanini.
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