L'INTERVENTO. Le vere vittime del doping

| 10/02/2011 | 13:54
Caro Direttore,
in questi ultimi  giorni il ciclismo ha di nuovo riempito le pagine dei giornali per motivi che non riguardano lo sport, l’accento è caduto sul mondo delle due ruote, sulle sue responsabilità,  su chi può aver aiutato l'atleta Modenese, sulla possibile violazione della sua privacy.
Dubbi legittimi per chi legge, e problemi da rimandare alle autorità competenti.
Quello che credo è che, ancora una volta, si dimenticano le vere vittime di queste situazioni. Mi riferisco a tutti quei volontari che operano all'interno delle società di base. Vorrei dare voce a queste figure, fondamentali, per la vita del ciclismo. Questi veri e propri "campioni del ciclismo" operano, quotidianamente,  a stretto contatto con genitori, piccoli sponsor locali, educatori, per mettere i ragazzini nelle condizioni ideali di fare il loro sport preferito.  Voglio dare "voce" alla indignazione di chi opera all'interno del ciclismo vero, sano, quello delle piccole società.
Mi auguro che questi "campioni del ciclismo", non perdano la voglia di mettere il loro tempo a disposizione di quelle migliaia di ragazzini che vedono nella bicicletta il loro strumento di felicità. Voglio dare “voce” ai problemi quotidiani di questi volontari, quando, per esempio, si devono relazionare a piccoli sponsor che vivono con difficoltà queste particolari situazioni.
A livello professionistico i grandi manager riescono sempre, o quasi, a trovare aziende che veicolano il loro marchio attraverso il ciclismo, ma il nostro mondo, il nostro ciclismo poggia sugli sponsor di “paese”, quelli dei 2/300 Euro. Senza questi, le società di base non esisterebbero.
Questi" campioni"  non solo devono avere grandi doti comunicative quando devono rispondere alle domande di genitori "impauriti" dalle notizie del doping ma devono affrontare, anche, il problema della sicurezza. Questi nostri "campioni" devono ogni giorno scoprire strade idonee agli allenamenti e intavolare un dialogo con le amministrazioni comunali per la costruzione di circuiti protetti, in particolare per i più giovani. La nostra Regione deve dire GRAZIE a tutte queste società, alle loro attività, al loro tempo ma soprattutto alla loro dignità sportiva.
Il ciclismo non è doping, non è inganno: è una storia di autentici valori da preservare.

Davide Balboni
Presidente Comitato Regionale Emilia Romagna

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COMMENTI
Bravo Balboni
10 febbraio 2011 15:06 lorianoclubbasso
Caro Balboni,io sono una di quelle persone citate nel tuo post,da 41 anni nel CICLISMO,prima come corridore della S.C. Alfredo BINDA, poi dal 1975 dir.di Corsa e da 10 anni Dir. di Organizz.,queste "mazzate" una dietro l'altra facciamo fatica a digerirle,ho sempre operato in questi decenni senza mai pretendere o chiedre nulla a nessuna Soc. Cicl.siamo anche bistrattati dalle persone ignoranti e messe alla gogna insieme alla parte marcia del movimento,mi chiedo:O siamo troppo innamorati di questo bellissimo sport,o siamo un po' fessi?

Loriano Gragnoli

Complimenti Presidente………….
10 febbraio 2011 16:23 passion
Io non la conosco personalmente ma ho apprezzato in maniera assoluta il suo intervento, Lei ha centrato il vero problema e le vere conseguenze che queste “schifezze” stanno comportando al movimento ciclistico. Era ora che si sentisse parlare dei veri danni del doping, (oltre quelli legati alla salute), di quanto incidono certe notizie sull’opinione pubblica, sempre più informata di tutto e di tutto da media in cerca di scoop e audience. Basta parlare solo delle schifezze di questo e quel campione o presunto tale, è ora di tutelare i nostri ragazzini dalla gogna che loro e i loro maestri (quelli sani), sono costretti a subire. La gente e anche i vecchi appassionati, non riescono più ad associare, i vecchi e sani valori (gioia di vivere, fatica, sacrificio, felicità, libertà, ecc….), a questo nostro martoriato sport che, (ne sono certo), vuol esser fatto apparire come anacronistico e fuori dallo stile di vita di oggi. Numero di giovani tesserati in caduta libera in quasi tutta Italia, gare giovanili e non solo, ridotte al minimo (vedi primi calendari 2011), addetti ai lavori sempre più difficili da reperire.
Naturalmente io non ho la presunzione di voler indicare la strada da seguire per arginare l’attuale situazione, ma voglio in queste righe, dire quanto sento importante sensibilizzare i vertici, cui Lei appartiene in qualità di Presidente di una Regione ciclisticamente (e non solo) così importante, di quanto importante sia parlare di ciclismo vero, di quello pedalato, di quello di base, di quello che scova talenti e fa divertire quelli che campioni non lo saranno mai. Lavoratori del ciclismo a salario zero come me e come tantissimi altri, Presidenti di Comitato, Tecnici, Dirigenti, facciamo qualcosa affinchè un giorno non siamo costretti a lasciare per sempre la bici a casa, per paura di essere insultati per strada.

Complimenti Presidente
10 febbraio 2011 16:34 padre58
I " Campioni del Ciclismo" come Lei ben li definisce, meritano la mia ammirazione e gratitudine. Senza di loro non ci potrebbero essere gare e quant'altro.Di queste pagine ha bisogno il Ciclismo, si parli dei ragazzi, dei giovani, dove passione e sacrificio prevalgono su tutto.
Grazie a tutti i volontari e a tutti i genitori.
Un papà

queste sono le notizie da prima pagina
10 febbraio 2011 22:43 sbrinzoblu
grazie per questo intervento, dobbiamo smetterla di parlare di doping ma iniziare a combatterlo in silenzio, e metter in prima pagina chi porta avanti il vero ciclismo, quello di base come dice lei che si fonda sulla vera passione

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