Gazzetta di Reggio. La denuncia di Massimiliano Magini

| 04/12/2010 | 14:29
Magini lascia la bici e denuncia la pratica del doping
Magini smette: "Ho preferito perdere, ma senza trucchi". Atto d'accusa nei confronti di uno sport che ricorre agli abusi della chimica
REGGIO. Massimiliano Magini dilettante della Parmense, dopo tanti anni di dilettantismo, svolto con passione e professionalità, ha deciso di chiudere la sua carriera ciclistica per dedicarsi a tempo pieno agli studi. Nonostante i numerosi impegni, è uno dei pochi reggiani che ha continuato per anni a gareggiare tra gli Under 23 Elite, cosa l’ha spinta a fare tanti sacrifici? «Ciò che mi ha spinto fin da bambino è sempre stata la grande passione, il sogno di correre un giorno il Giro d’I talia, il Tour de France, un Mondiale... e la necessità di mettermi alla prova».
«Tutto quello che ho fatto nei 12 anni in cui ho corso in bici - aggiunge - tutto quello a cui ho rinunciato non è mai stato un peso o una sofferenza, anche se la vita del ciclista è fatta di sacrifici».
Come si conciliano sport e studio?
«I problemi più grossi sono stati dedicare il giusto tempo allo studio, saper mantenere la concentrazione e non mollare mai. Preparare un esame universitario è paragonabile alla preparazione per una gara: se non ti alleni non combini nulla, servono tante ore per ottenere un risultato».
Quali difficoltà ha trovato nelle gare, visto che ci sono atleti che prendono già fior di quattrini?
«Le mie difficoltà non sono mai state di natura economica: nonostante non fossi un vincente mi è sempre stato riconosciuto il giusto in base ai risultati che ho ottenuto. Che ci siano atleti che guadagnano 2000 euro al mese più premi non è un mistero».
Descriva la sua carriera.
«Sono nato nel 1985 e ho iniziato la mia carriera nel 1999 nella Sc Rubierese (Esordienti II anno) ottenendo un buon sesto posto a Prato di Correggio; da Allievo ho ottenuto piazzamenti di rilievo al Giro delle Tre Province a Carpi, 4º al Trofeo Ceramiche Lea a Fiorano e 6º nel tipo pista di Bagnolo. Nel 2002 (Junior I anno) sono passato al Velo Club Strucchi di Correggio, giungendo 2º al tipo pista di Fabbrico, 8º alla Reggiolo-Baiso, 4º nella tipo pista di Cavriago. Come Junior II anno, 6º a Cà de Caroli, 7º nel Gp Città di Imola, 3º nel tipo pista di Scandiano. Nel 2004 (I anno Under 23), sono approdato alla Parmense dove ho corso fino al 2010 con vari piazzamenti. Nonostante non abbia ottenuto successi, ho sempre dato il 100%, cogliendo piazzamenti in tutte le categorie e animando sempre la corsa con tantissime fughe. Gli anni che ricordo più volentieri sono il 2001 e il 2009».
Quali le persone importanti per la sua crescita, come atleta e come uomo?
«I miei genitori, in particolare mio padre, mentre come direttori sportivi ricordo Mirco Meatta e Umberto Ferrari da Esordiente II anno, Ivano Leoni da Allievo, Erminio Folloni da Junior e Mario Zuelli da Dilettante».
Cosa va e cosa no nel ciclismo dilettantistico? Cosa pensa del doping, piaga che anche in questa stagione è stata presente nella sua categoria?
«Le difficoltà sono legate al fatto che i grossi squadroni monopolizzano le gare e non lasciano più spazio alle piccole squadre, che si vedono precluse molte possibilità di ottenere risultati o vittorie. In tema di doping cosa posso dire... Il doping c’e ed è evidente, chi si dopa vince. Con le sostanze che ci sono un mulo può diventare un cavallo da corsa. Dal mio canto ho lottato fino all’ultima corsa, dando tutto me stesso per ottenere il massimo risultato possibile cioè la vittoria, ma non ci sono riuscito. Piuttosto che vincere da dopato ho preferito non vincere da pulito, con la coscienza a posto».
Ha sogni nel cassetto?
«Nello sport ho sempre sognato di correre un Giro d’Italia, un Tour de France... magari una tappa del giro con arrivo a Reggio e non so dire quante volte ho sognato di vincerla. Ora voglio finire al più presto i due anni di specialistica in Architettura del Paesaggio. Il futuro e ancora tutto da scrivere...».

da La Gazzetta di Reggio
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COMMENTI
con tutta franchezza...
4 dicembre 2010 15:02 Cada
caro Massimiliano, con tutta franchezza, hai fatto bene a smettere, non fosse altro perchè c'è anche altro al mondo e non è che bisogna a tutti i costi fossilizzarsi nel voler fare carriera ciclistica professionistica. c'è anche da dire d'altronde, che di doping credo te ne sarebbe servito un bel pò, per passare da un 4° o 6° posto nelle tipo pista, da dilettante, fino ad ambire di vincere una tappa al giro o al tour...perciò non dare colpa al fatto che hai deciso di non doparti, ma dalla alle poche qualità atletiche che madre natura ti ha dotato! qualità che però, sono state compensate dalla tua attidudine allo studio, a quanto vedo. in bocca al lupo per i tuoi studi in architettura. Simone Cadamuro



4 dicembre 2010 15:21 francos
Essendo passato per gli under 23 e gli elite( vincendo) non posso negare l'esistenza del doping,c'è eccome; ma affermare che chi vince è a qualsiasi costo dopato mi sembra vada oltre il limite.
Non ha mai pensato che forse il ciclismo non faceva per lei prima di dare dei dopati a tutti i dilettanti vincitori?

mah...
4 dicembre 2010 15:57 scratch
Hai elencato i quarti, i quinti e i sesti nelle tipo pista da esordiente e da dilettante hai scritto "vari piazzamenti". Troppo comodo dire che si smette perchè gli altri si dopano.
Caro Massimiliano, in bocca al lupo per la tua carriera scolastica; ti regalerà sicuramente più soddisfazioni di quelle che hai avuto dal ciclismo.

troppo facile...
4 dicembre 2010 16:03 luciano55
Troppo facile uscire dal ciclismo alla soglia dei 26 anni, senza esser mai salito su uno straccio di podio, e dire che "si vince solo col doping"...
Questo è sputare nel piatto dove si è mangiato...

Mah....
4 dicembre 2010 17:07 ev
Sinceramente mi meraviglia di più quel giornalista che da spazio ad una intervista del genere, è sulla falsa riga degli autori di Striscia, Iene e compagnia bella....

eh bhe....
4 dicembre 2010 17:29 fav1
ma siamo sicuri che il 6º posto nel tipo pista di Bagnolo fosse tutta farina del tuo sacco? mmmmm... per fortuna che non c'era l'antidoping....

4 dicembre 2010 17:38 lunasole
Bravo Massimiliano,
anche tu finalmente hai capito che per andare avanti dovresti fare quello che tanti fanno, per vincere, ( e non ditemi il contrario per piacere ) meglio un lavoro pulito e senza rischi per la salute.
tanti auguri per i tuoi studi.

RISPOSTA
4 dicembre 2010 18:02 MaxMag
In merito ai vostri commenti, volevo chiarire le mie riflessioni del <Chi si dopa vince> o <Un mulo può diventare un cavallo da corsa>, il tutto e basato sul fatto che ci sono atleti che cedono al ricatto del doping per raggiungere risultati altrimenti impensabili, e di casi ne abbiamo visti tanti. Dal canto mio non avendo grandi qualità ho preferito correre per passione. Non credo che vinca solo chi è dopato e non credo che nel ciclismo siano tutti dopati. Il senso dell'articolo era quello di raccontare la mia storia di corridore/studente e alla domanda sul doping ho risposto.

4 dicembre 2010 18:20 verita
ne vedo tanti di ingerneri architetti ecc. ecc. ubriachi alle 18 nei bar.....bel lavoro sicuro dove fatturano tutto e si comportano come angeli!!!

non e' che tutti nascano Contador
4 dicembre 2010 21:48 SoCarlo
si puo' vivere, felicemente, di ciclismo anche senza vincere il Tour.

Attaccarlo perche' non vinceva gare mi sembra ingeneroso. Inoltre sembra che di Bani e della sua squadra ci si sia gia' dimenticato tutto.

Estrapolare quel 'chi si dopa vince' e farlo diventare 'tutti quelli che vincono sono dopati' mi sembra una forzatura (anche perche' non e' vero, come sa benissimo chi corre).

tuttobiciweb
5 dicembre 2010 00:12 claudino
sig direttore mi sa ke lei come ho gia scritto in passato ,abbia piacere mettere certi articoli....ke non meritano risposta. ma lei e sicuro di essere appasionato di ciclismo oooo rema contro!!?

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