CALENDARI ASSASSINI, EVENTI SOVRAPPOSTI, CLASSICHE MALTRATTATE, COLPE DI TUTTI

PROFESSIONISTI | 24/09/2025 | 09:41
di Pier Augusto Stagi

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso, ma questa storia ci ferisce. Un po’ di storia il ciclismo italiano l’ha scritta e la sta scrivendo, malgrado tutto, anche se c’è chi fa finta di non accorgersene. Calendari bizzarri, al limite dell’umano, fatti di quantità a discapito della qualità, ma questo poco importa.


Importante è raccogliere fondi e finanze, fare fatturato e muovere le casse, piuttosto che pensare al movimento. Calendari assassini, che uccidono corse, nel silenzio generale. Prendente solo quello che verrà, tra pochi giorni, senza soffermarci su quanto accaduto, su quanto è già successo in questi mesi. Dal 1° al 5 ottobre i Campionati Europei, con tracciati duri e selettivi, adatti a corridori come Pogacar e Vingegaard tanto per dare un’idea, difatti lo sloveno e il danese saranno là e non dove alcuni organizzatori avrebbero voluto che fossero.


Un campionato europeo nei giorni del Giro dell’Emilia (4 ottobre), della Coppa Agostoni (5 ottobre) e della Tre Valli Varesine (7 ottobre). Corse di valore, che negli ultimi anni sono state rilanciate come si deve, con partecipazione di livello assoluto: niente, vinca il migliore, tra gli organizzatori e gli altri che si arrangino. Non c’è rispetto, ma solo competizione, sovrapposizione e selezione: tumulazione. Amen.

La colpa? Di tutti, dall’Uci che non tiene conto della storia, alla nostra Federciclismo, che fatica a far sentire la propria voce, ma anche della nuova Lega che non è da meno, perché fino a prova contraria gli organizzatori sono suoi associati e certe cose dovrebbero sollevarle in tempo e per tempo, fin che si può.

Niente, siamo arrivati ai calendari massivi, a corse che si accavallano (anche sei/sette in un giorno), ma non siamo a cavallo e, ne siamo certi, la burocrazia che gioca sul proprio tavolo da gioco, saprà trovare i giusti i cavilli per giustificare tutto.

La storia siamo noi, cantava il principe, nessuno si senta escluso. Nessuno.


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COMMENTI
Non si torna più indietro
24 settembre 2025 10:27 Ale1960
Gli interessi hanno preso il sopravvento sullo sport. Non si tiene più conto delle tradizioni. Una corsa bellissima e storica come l'Emilia, vale davvero di più di un titolo europeo? Che meraviglia sarebbe stato un duello Pogacar Vingegaard sul San Luca. E invece si va alla caccia di una maglia "inventata" nel 1995. E sempre peggio sarà.

baste
24 settembre 2025 11:11 Passista Lento
niente! ragioniamo sempre con la testa negli anni 70/80 a quel tempo i professionisti erano alcune centinaia adesso sono più di duemila è ovvio che serve un calendario piu cospiucuo per far correre tutti e non s puo pretendere che il calendario italiano sia preservato a scapito dei paesi emergenti, passi per le monumento ma le altre corse si devono adattare, abbiamo voluto la globalizzazione?

Calendari
24 settembre 2025 11:13 ragno70
Non è una cosa nuova....è successo con il Laigueglia alcuni anni fa... La corsa ha dovuto trovare una nuova collocazione posizionandosi a marzo...per poter sopravvivere

E quindi che si fa?
24 settembre 2025 11:39 Bullet
Parlando di storia, vogliamo ricordare cos'è successo alla 3 valli del 2024? I campioni, uno su tutti, c'erano mi pare. Seconda questione, il peso che ha il ciclismo italiano anche all'interno dei nostri stessi confini, il resto sono le solite alzate di scudi che durano quanto il tempo di leggerle.

Inutile pretendere rispetto
24 settembre 2025 12:43 lupin3
quando alle corse canadesi ci sono centomila spettatori e alla Bernocchi cinquecento (se non piove)

Ragno70
24 settembre 2025 12:43 VanderLuca
Bravo....mi meraviglio che giornalisti laureati non ci arrivino

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