Il Gazzettino. Federciclismo e Coni parte civile contro Lazzaro

| 23/09/2010 | 14:27
Colpo di scena al processo antidoping in corso nel tribunale di Este. Nell'udienza di ieri il giudice monocratico Linda Arata ha accettato la costituzione in parte civile dell'Ordine dei farmacisti, del Coni e della Federazione ciclistica italiana. Sul banco degli imputati il medico Enrico Lazzaro, accusato di aver somministrato e consigliato farmaci dopanti vietati a ciclisti ed atleti. Gli sportivi, molti dei quali dilettanti, si sarebbero rivolti al medico aponense per poter migliorare le proprie prestazioni in gara.
      La difesa ha tentato di escludere le costituzioni di parte civile ed ora l'innesto di questi nuovi attori nel faldone processuale rischia di rendere ancora più pesante la posizione di Lazzaro. Il comitato olimpico nazionale è rappresentato dall'avvocato Guido Valori, mentre la federazione ciclistica si avvale della difesa di Cristina Calabrese. Ieri l'accusato non è stato sentito, come pure gli altri testimoni della lunga ed intricata vicenda. Ma la prossima udienza è in programma già il 9 di novembre. In quella data verrà conferito l'incarico di trascrizione delle intercettazioni ambientali effettuate a carico del medico, dalle quali potrebbero emergere altri elementi validi per il procedimento penale.
      Per quanto riguarda invece i testimoni l'appuntamento è stato rimandato a febbraio dell'anno prossimo. Il pubblico ministero padovano Benedetto Roberti, titolare dell'inchiesta, e i vari avvocati di parte dovranno sentire ben 45 persone e le udienze si protrarranno probabilmente per più di un mese. Il medico è stato citato a giudizio assieme ad alcuni pazienti.
      Si tratta di tre ciclisti, tutti padovani, che avrebbero assunto le sostanze dopanti fra il 2008 ed il 2009, violando il codice dell'agenzia mondiale antidoping. Nella vicenda è implicata anche la famiglia di una giovanissima nuotatrice padovana. La ragazzina, minorenne, sarebbe stata sottoposta alla pratica dell'ozonoterapia. Il sistema consiste nel prelevare il sangue del paziente e di reimmetterlo nell'organismo dopo averlo «migliorato» con farmaci ed ossigeno.

da Il Gazzettino del 23 settembre
a firma di Ferdinando Garavello

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