La Gazzetta dello Sport. Bennati che rabbia! E Pozzato cresce
| 03/09/2010 | 10:18 Hushovd, Bennati, Bole, Davis, Pozzato e Gilbert. A Murcia, 6ª tappa
della Vuelta, l’ordine d’arrivo è tutt’altro che banale. Ben cinque
corridori tra i primi sei sono attesi protagonisti il 3 ottobre al
Mondiale di Melbourne. L’unico per il momento a essere fuori dai giochi
è Daniele Bennati. Il velocista della Liquigas sta attraversando una
stagione nera, con soli due successi, l’ultimo addirittura il 12 marzo,
alla Tirreno-Adriatico. Morale «Per il mio morale questa è quasi come
una vittoria— spiega Bennati — perché ho riassaporato certe sensazioni.
Credo di avere fatto un bello sprint. Peccato che ai 150 metri, quando
lo stavo passando, Gilbert si sia spostato a sinistra emi abbia
costretto a deviare facendomi perdere due o tre pedalate. Thor,
comunque, mi è stato superiore». A giocarsi il successo solo pochi
velocisti: Cavendish, Farrar, Freire e Petacchi si erano staccati e
hanno chiuso a oltre 10’. « Anch’io — ammette Bennati— sulla salita
dell’Alto de La Cresta del Gallo (gpm di 2ª categoria a 17,4 km dal
traguardo, ndr) ho sofferto un po’ perché avevo speso troppo per
prenderla davanti, così quando hanno cominciato ad accelerare mi sono
sfilato. Poi in pianura, grazie anche ai miei compagni, sono
rientrato». Un’analisi onesta, ma il velocista della Liquigas non è
allarmato. «Soffro i cambi di ritmo, però è abbastanza normale perché
prima della Vuelta non ho fatto il Tour e ho corso poco. Comunque la
condizione è in crescendo e lo dimostrano anche i dati: ho spinto 1500
watt in volata. Non poco, dopo una tappa del genere. La maglia azzurra?
Ci spero sempre». Strategie Proprio attorno al velocista, ruota l’unico
dubbio del c.t. Bettini: portarne uno o no in Australia? Dipende che
impronta dare alla gara iridata: dura o tenerla addormentata per la
volata? Nel caso Bettini decidesse di portare un velocista, la scelta
cadrebbe proprio su Bennati. Attualmente, però, le probabilità sono 70%
per il no e solo il30% per il sì. Bennati ha ancora 12 giorni di tempo
per convincere il c.t., atteso in Spagna domenica per la frazione che
si concluderà ad Alcoy. Capitano Filippo Pozzato, invece, non solo è
sicuro di correre il Mondiale: sarà lui la punta della Nazionale. E
ieri ha dato un bel segnale. «Sono davvero molto contento della mia
condizione che è in netta crescita— spiega con un sorriso il vicentino
della Katusha —. Del resto mi sono allenato in altura a Livigno con
15-20˚ poi dopo due giorni mi sono trovato ai 45-48˚ di Siviglia e un
po’ ho sofferto». Nel finale il Poz è sempre stato nelle prime
posizioni, si capisce facilmente che ha voglia di lasciare il segno.
«Sul gpm sono scollinato 4˚ o 5˚, poi in discesa ho provato a dare un
po’ di gas per vedere cosa succedeva. Vorrei vincere una tappa anche
per correre le altre tappe con più tranquillità. Ci riproverò».
Intanto, quando ieri s’è mosso Gilbert, che resta leader della
classifica, gli è andato dietro e il tentativo di fuga è naufragato.
«Lui è il più pericoloso al Mondiale — prosegue Pozzato —. Hushovd,
invece, per puntare alla maglia iridata deve stare davvero bene. Gli
altri? Freire non va, ma aMelbourne ci sarà, eccome. Uno che nessuno
consideramache potrebbe essere pericoloso è Roche. Poi c’è Sagan, il
ragazzino della Liquigas, che mi fa paura: va forte, stai a vedere che
fa l’impresa...». Infine un’annotazione in chiave azzurra: stanno
salendo le quotazioni di Marzio Bruseghin a scapito di quelle di Matteo
Tosatto.
da «La Gazzetta dello Sport» del 3 settembre 2010 a firma Claudio Ghisalberti
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