Cerato e un processo destinato a fare chiarezza

| 15/10/2009 | 16:22
“Sono certo che il processo che sto per affrontare servirà a fare chiarezza sulla mia vicenda personale e che farà luce anche sul mondo delle onoranze funebri e su come l'impresario sia spesso vittima di un sistema che è costretto a subire per sopravvivere”.
A 70 anni, e più determinato che mai, Alcide Cerato, ex amministratore della Impresa di onoranze funebri San Siro di Milano, ha scelto di essere processato dopo essere stato al centro di un'inchiesta giudiziaria condotta, in modo particolare nei suoi confronti, con una incredibile scrupolosità investigativa e con provvedimenti straordinariamente pesanti.
Cerato è stato infatti detenuto nel carcere di massima sicurezza di Opera per 70 giorni con l'accusa di associazione a delinquere.
Un reato contestato, insieme ad altre e o diverse imputazioni, anche ad altre 41 imprese milanesi tra cui la Onoranze funebri Fusetti e la Sofam Varesina di Mario Sciannameo. Ma è Cerato che ha pagato il prezzo più alto.
Un destino imprevedibile se si pensa che paradossalmente fin dagli Anni '70 Cerato ha lottato contro la mancanza di normative adeguate che regolamentassero il rapporto tra enti ospedalieri e operatori delle onoranze funebri.
Il suo ingresso casuale nel mondo delle onoranze funebri (è stato prima un ciclista professionista e poi per 40 anni un tecnico e un dirigente nazionale) lo ha sempre visto all'avanguardia in molte iniziative per svecchiare il settore e oggi lo vede ancora in prima linea “per difendere il buon nome della San Siro e il lavoro di decine di famiglie che vi lavorano con immutati impegno e dedizione”.

comunicato stampa - alcidecerato@alice.it

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