| 05/08/2009 | 17:22 Le regole della partecipazione numerica delle formazioni ai Campionati del Mondo su strada sono condizionate, come noto, dal ranking UCI della stagione. Con il diritto di schierare un massimo di 9 atleti valido esclusivamente per le nazioni Top Ten. E così, dopo la nobilissima Spagna e l'Italia diletta, la graduatoria attuale sciorina - dal 1° al 10 posto - Australia, Germania, Russia, Lussemburgo, Belgio, Gran Bretagna, USA e Norvegia. Con alle calcagna, con il solo Giro di Polonia in corso ancora utile per la definizione ultima della classifica, la Cecoslovacchia e poi le storiche Francia ed Olanda... Destinate, si dice, ad apparecchiare un Mondiale solo per sei maglie !!! Ma suvvia, ce li recitate, voi dell'UCI, senza cercarli su Velo, “nove professionisti nove” plausibili per il Lussemburgo, se non per la Norvegia pure? D'accordo, ogni Schleck varrà pure per due, ma dopo il “terzo uomo” Kirchen, mica sarà d'uopo arruolare per completare un team Joachim e Poos, oggi che Gaul ed Erzner, come il mio amico Roger Gilson, non ci sono più, e Didier ignoriamo dove trascorra? Bando ai narcisismi, ma lo status legale di ritrovarci ai Mondiali nove atleti per il Lussemburgo, e sei soltanto per l' Olanda, vi risparmiamo l'ambigua Francia, quella Olanda nazione che resta per vero un patrimonio WWF della bici, sono un insulto, un improperìo alla storia. 40 anni dopo la vittoria di Ottenbros e 30 dopo il successo di Raas... Già, se non purtroppo, “They WERE the Champions”.
Un'altra delle tante assurdità partorite da questa UCI. E' veramente un non-senso vedere nazionali come la Francia e l'Olanda ridotte a presentare solo sei corridori! Già nove atleti, come limite massimo, trovo che siano pochi, bisognerebbe tornare ai dodici come qualche anno fa. E poi il campione uscente dovrebbe essere iscritto di diritto, e non compreso nel totale della propria squadra. Se è vero che al Mondiale dovrebbero partecipare i migliori, nel caso del Lussemburgo oltre agli Schleck e a Kirchen non c'è nessuno, idem per la Norvegia che oltre a Boasson Hagen, Arvesen e Hushovd non vedo chi altri possa presentare.
Flavio Gibertoni
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