Corriere dello Sport Stadio: il vero scandalo è stato convocarlo
| 30/04/2009 | 14:28 Ufficialmente il mondo dello sport è contro il doping. Nella realtà quotidiana non funziona esattamente così e il caso Rebellin ne è un esempio tipico: lette e sentite nauseanti dichiarazioni («su di lui avrei messo la mano sul fuoco»). Davide era soprannominato il chierichetto per i suoi modi gentili e la sua faccia d’angelo. In realtà, tutti sapevano tutto: era ed è un ciclista normale, che regolarmente aveva ed ha a che fare col doping. Basta leggere, ad esempio, gli atti del procedimento disciplinare che la Procura antidoping del Coni aprì nel lontano 2002, in seguito al famoso blitz di Sanremo per il Giro del 2001. Dal procedimento penale Davide Rebellin è uscito assolto per vizi formali, altrettanto è accaduto sul fronte della giustizia sportiva. La procura antidoping, infatti, non potè deferirlo perchè Rebellin era tesserato per la Federazione di Montecarlo, in pratica era un corridore straniero e all’epoca il Coni non aveva giurisdizione. Ma non è questo il punto. Perchè un conto è non poter prendere provvedimenti nei suoi confronti, un altro è convocarlo regolarmente in nazionale, per mondiali ed Olimpiadi. Alle responsabilità della Federazione ciclismo si sommano quelle del Coni. Un’istituzione dovrebbe aver ben presente la questione morale: non è eticamente accettabile che un suo organismo processi e accerti le responsabilità di un atleta e un altro organismo lo convochi per le Olimpiadi. Con tutto ciò che ne consegue: inserimento nel club olimpico (che prevede anche un riconoscimento economico), possibilità di vestire la maglia azzurra e di rappresentare l’Italia di fronte al mondo. Ora, se è stato giusto inorgoglirsi per l’argento olimpico di Rebellin e prendersene i meriti, adesso sarebbe giusto vergognarsene e riconoscere i propri demeriti. Però sembra che Rebellin abbia vinto con l’aiuto di molti e che invece si sia dopato da solo. Negli atti della procura antidoping del 2002 ci sono passi inquietanti. Ad esempio si legge che le indagini «hanno evidenziato l’assunzione di sostanze dopanti da parte del’atleta su precisa indicazione del dott. Lazzaro (...) Sulla natura di tali sostanze ad avviso degli organi di polizia giudiziaria non vi è dubbio alcuno, anche in quanto in occasione della visita da parte del dott. Lazzaro, che domandava al Rebellin cosa gli servisse, l’atleta chiedeva espressamente l’Epo, nota sostanza dopante. Poi, su consiglio del Lazzaro, l’atleta procedeva immediatamente ad iniettarsi una sostanza non espressamente nominata ma che, per stessa ammissione del medico, risultava iscritta nell’elenco delle sostanze dopanti». Il problema della lotta al doping è che il nemico è chi lo combatte. Dall’interno del mondo dello sport ci sono continui attacchi a chi lavora nell’antidoping. L’Italia è stato un Paese in cui, tra gli anni ’80 e ’90, è stato praticato il doping di Stato. Molti degli atleti seguiti dal professor Conconi hanno fatto carriera come tecnici e dirigenti. In compenso, chi ha lottato contro il doping è stato messo all’indice, costretto a scappare. Il fuoco amico continua a colpire. Anche in questi giorni si stanno registrando dolorose defezioni, gente che s’arrende all’ambiente, che non ne può più di essere guardata con disprezzo e di venir considerata nemica dello sport. In occasione delle elezioni del Coni ci vorrebbe un’opera di bonifica, ma non ci sarà: perchè l’unica cosa che conta sono le medaglie, e le medaglie fanno comodo a tutti, soprattutto al mondo politico (con buona pace dell’autonomia dello sport, di cui si discute a sproposito in questi giorni).
di Sergio Rizzo dal Corriere dello Sport - Stadio del 30 aprile
Sergio Rizzo è uno dei pochi giornalisti che meritano di essere considerati tali. Ha sempre scritto la verità sul doping e su tutto il movimento.
Complimenti per questo articolo. I principali responsabili sono certamente Di Rocco e tutta la F.C.I. ma anche il CT Ballerini che è stato un grande corridore e quindi sa bene cosa hanno preso i suoi ex colleghi per vincere. Ci vorrebbe proprio un'opera di bonifica totale e spero veramente che succeda.
Ed ora basta con le telecronache fasulle dei Cassani e Bulbarelli
30 aprile 2009 15:44renzobarde
Ben detto, Rizzo. Ma non solo : l'Italia ciclistica si abbevera alle telecronache dei Bulbarelli e Cassani, che in questi anni hanno propagato la "cultura della vittoria" per la vittoria, senza MAI, MAI esercitare un minimo di orientamento e di riflessione seria su quel che è accaduto di VERO e di DISASTROSO, senza mai connettere con un filo logico il rapporto STRETTISSMO ormai da tempo acclarato tra doping e vittoria, tra doping e successo ovvero come se non fosse stato sempre più chiaro che i vincitori erano espressione di una pratica antisportiva ed antisalutistica ( come emergerà tra qualche anno) che andava, andrebbe e dovrà essere conclamata : la verità sul doping che tutti quelli dentro il mondo del ciclismo sanno bene, molto bene, anche troppo bene, e che registra connivenze e silenzi inammissibili ed inaccettabili. Ci hanno distrutto lo sport più bello del mondo. Che ce lo rendano, per favore !Renzo Bardelli www.renzobardelli.it
pienamente d'accordo
30 aprile 2009 16:56marco130
Leggo con molto piacere che qualcuno finalmente e specialmente una persona che arriva dalla carta stampata dice le cose come realmente sono.
Il doping e' praticato da tutti , se pnsiamo che addirittura nel ciclismo amatoriale c'e' gente che si "carica" per vincere la coppetta!!!
La cosa che piu' dispiace e' vedere l'ipocrisia che dilaga e la fa da padrona, come giustamente Rizzo scrive chi cerca veramente di combattere il doping viene emarginato dall'ambiente, ma nessuno si e' chiesto perche' ad Armostrong gli organizzatori del giro hanno steso il tappeto rosso pur di averlo al via mentre il nostro campione nazionale di categoria non l'hanno neanche invitato!!! Ma tu guarda che combinazione!!
Chissa', forse hanno dimenticato cosa accadde al tour di qualche hanno fa! oppure.... ad Armostrong si sono premurati di togliergli dalla vista alcuni personaggi a lui poco graditi.
saluti
Vero
30 aprile 2009 17:12maverick63
Sono d'accordissimo sia con Rizzi che con Bardelli,ma è inutile dire Rebellin andava fermato prima quando in gruppo ci sono ancora dei corridori (e altri hanno smesso) con a proprio carico accuse e intercettazioni (vedi oil for drug e altre che francamente nemmeno ricordo) ormai archiviate senza che nessuno abbia pagato,o si ribalta veramente tutto o altrimenti vadano al diavolo tutti e anzichè guardare le corse prendiamo la bicicletta e andiamo a fare una pedalata.
Saluti
Ruggero
30 aprile 2009 17:36ciceinge
Gli sciacalli del giornalismo si scatenano e si stracciano le vesti nel lorto sport preferito, distruggere e fare a pezzi ogni cosa e persona con la massima cattiveria e determinazione appena possibile e specialmente nel ciclismo. Ma Rebellin non è un criminale ed io spero ancora che possa dimostrare la sua innocenza.
Per poter commentare i post devi esser registrato.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.
Alla vigilia del Giro d'Italia vi riportiamo alcune opinioni espresse ieri da Alberto Contador in un incontro con la stampa internazionale organizzato da Eurosport, broadcaster di cui Contador è uno dei talent: RICORDI PERSONALI - «Dei tre Giri d'Italia che...
Lento nel mettersi in moto fra presentazioni slittate e wild card allargate, arriva finalmente il Giro d’Italia, che apre la stagione delle grandi corse a tappe. Un viaggio di 3.443 chilometri che per la prima volta scatta dall’Albania: è la...
I problemi per Wout van Aert sembrano non finire mai: ieri sera, a margine della presentazione ufficiale, il belga ha ammesso di aver temuto per la sua partecipazione al Giro d’Italia. Il corridore della Visma-Lease a Bike si era visto...
È una ppuntamento speciale quello che ci propone RaiSport questa sera: alle 22.30 infatti andrà in onda ‘I tre sarti del Re’ , il docufilm che Franco Bortuzzo e Raisport hanno dedicato a Eddy Merckx e agli artigiani italiani che...
Mentre in Italia è tutto pronto per l’inizio del Giro d’Italia, in Francia sta per essere srotolato il tappeto rosso per il festival cinematografico più importante del mondo che quest’anno porterà anche un pezzo di ciclismo, anzi addirittura del cannibale...
L'obesità è un problema trasversale, che coinvolge persone di ogni età, censo e formazione, ciclisti compresi. Ed è un uomo di ciclismo, l'onorevole Roberto Pella che guida cone presidente la Lega del Ciclismo Professionistico, ad aver lavorato negli anni per...
Nel cuore delle Alpi valtellinesi, la strada regina delle esperienze outdoor compie 200 anni: il Passo dello Stelvio, con i suoi leggendari tornanti che si inerpicano fino a 2.758 metri di altitudine, celebra nel 2025 un bicentenario che...
Antonio Tiberi arriva al Giro d’Italia 2025 con poche certezze. Se l’anno scorso il terzo posto al Tour of the Alps lo aveva lanciato verso una grande Corsa Rosa, quest’anno un virus gastrointestinale lo ha costretto al ritiro dopo una...
La partenza del Giro d’Italia in Albania di venerdì, le tappe della Corsa Rosa e i favoriti a vincere il Trofeo Senza Fine, al centro del decimo appuntamento con Velò, la rubrica settimanale di ciclismo in onda su TVSEI. Non...
Torna questa sera alle 20.30 sulle frequenze di Teletutto l'appuntamento con Ciclismo Oggi, lo storico appuntamento dedicato al ciclismo giovanile. Una puntata monotematica dedicata ad una giornata di ciclismo giovanile che è un tradizionale appuntamento del movimento bresciano. La perfetta organizzazione della Ronco...
TBRADIO
-
00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA