Viene dal mare ed è veramente brutta. Si chiama Arenicola marina, 15 centimetri di lombrico, ma vanta poteri immensi. La sostanza che se ne ricava è stata ribattezzata M101 e trasporta 156 molecole di ossigeno contro le appena quattro dell’emoglobina umana ed è efficiente non solo ai 37 gradi del nostro corpo ma anche quando fa molto più caldo o molto più freddo. Ne scrive questa mattina sul Corriere della Sera Marco Bonarrigo, un articolo molto esplicativo, e per certi versi inquietante. È la nuova frontiera del doping nello sport e quello che colpisce è che al momento è assolutamente irrintracciabile.
Stanno lavorando su criceti dorati, ribattezzati neanche tanto a caso Lance A: sottoposti a iniezioni di una spremuta di emoglobina congelata, estratta da un vermetto diffuso sulle coste della Bretagna che si chiama Arenicola Marina, si hanno effetti miracolosi. Che succede infatti ai vari criceti Lance? Scrive Bonarrigo: «dopo un ciclo di iniezioni di M101? La capacità del loro sangue di trasportare ossigeno si moltiplica dieci volte, l’ipossia nei tessuti poco vascolarizzati diminuisce di colpo, potenza e resistenza crescono molto più di quando ai nostri sorcetti venivano fatte punture di Epo o trasfusioni di sangue: topi normodotati trasformati in maratoneti, scalatori, triatleti dalle qualità straordinarie. Effetti collaterali? Nessuno».
Lanciato da un laboratorio francese tre anni fa come farmaco realmente rivoluzionario per sostituire trasfusioni ed eritropoietine negli scenari di guerra, in sala operatoria ma anche nella conservazione degli organi destinati al trapianto, M101 è ufficialmente il nuovo nemico pubblico numero uno nella lista nerissima dei prodotti dopanti (se n’è parlato molto all’ultima conferenza Wada a Busan, in Corea del Sud).