
Dopo 7 stagioni con il team di belga Soudal-Quick Step, Remco Evenepoel è pronto a chiudere un capitolo importante della sua storia sportiva e con il Giro di Lombardia ci sarà il saluto ufficiale alla squadra che dal 2019 lo ha accompagnato fino a raggiungere i vertici del ciclismo mondiale.
Era il 2017 quando il giovane Evenepoel, con un passato di calciatore professionista alle spalle, ha messo per la prima volta il piede a casa della Quick Step. In quel periodo correva con la Forte U19 Cycling team e incontrò il branco di lupi durante un ritiro invernale. Qualcuno lo aveva sentito nominare, altri del team non sapevano chi fosse. Tim Declercq, che ha fatto parte del team di Lefevere fino al 2023, ha un ricordo chiaro di quei primi giorni trascorsi con il giovanissimo Evenepoel e oggi, lo ricorda con una frase che fa sorridere: «Inizialmente avevo pensato di prendermi cura di quel povero junior. Pensavo che fosse un comune mortale come noi e gli raccomandai di non esagerare. In quel periodo ancora non potevo immaginare cosa sarebbe poi accaduto». Sono tanti gli anni che Evenepoel ha trascorso con il Wolf Pack e anche i successi sono stati tantissimi. Nel suo palmares ci sono i due ori olimpici conquistati a Parigi lo scorso anno e poi i tre ori mondiali a cronometro tra il 2023 e il 2025 e anche un altro oro iridato nella gara in linea nel 2022. Il ragazzo di Schepdaal ha conquistato la Vuelta di Spagna nel 2022 e poi nel 2024 è arrivato terzo al suo primo Tour de France, piazzandosi alle spalle di specialisti come Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. Anche nelle Classiche Monumento ha scritto il suo nome, vincendo la Liegi-Bastogne-Liegi nel 2022 e poi ancora nel 2023.
Iljo Keisse è stato il primo compagno di stanza di Remco Evenepoel fin dal 2019 e nonostante la differenza di età, perché Remco è nato nel 2000 e Iljo Keisse nel 1982, i due hanno subito stretto un legame fortissimo. Keisse si è ritirato nel 2022 e nel 2025 è salito in ammiraglia e il rapporto con Remco è ancora molto forte.
«Certo che ricordo la prima volta che ho incontrato Remco. Aveva 18 anni e correva ancora con un rapporto junior 52-14. Per noi professionisti, era 53-11 o 54-11. Il primo allenamento fu una specie di cronometro a squadre: dieci minuti di allenamento, dieci minuti di riposo. Pensavamo tutti: lo riporteranno a casa. Non è stato così e si vedeva che era forte. All’inizio camminava strusciando i piedi, proprio come fanno i calciatori, ma aveva già l’atteggiamento da professionista».
Remco oggi correrà il Giro di Lombardia, un corsa che nel bene e nel male ha segnato la sua vita. Era il 2020 quando prese parte alla sua prima Classica delle foglie morte. Quello era l’anno del Covid e la Classica autunnale venne spostata in pieno agosto, con tutte le incognite che c’erano in quei mesi causati dalla pandemia. Il giovane belga cadde in un dirupo, si temeva per la sua vita e poi per la sua carriera che era appena iniziata, ma lui stupì tutti e dopo la convalescenza e la riabilitazione è tornato più forte.
Quel giorno sulle strade del Giro di Lombardia c’era Davide Bramati, che fu poi il primo a soccorrere Evenepoel, quando precipitò nella scarpata. «C'è Pogacar, certo, ma Remco è stato già secondo l'anno scorso. Perché non dovrebbe riuscire a migliorare di un'altra posizione questa volta? Il capitolo della caduta è chiuso e Remco dal giorno dell’incidente è diventato ancora più forte».
Bramati era in Spagna quando Evenepoel ha vinto la Vuelta, ma da bravo italiano, ricorda con più entusiasmo i successi al Giro d’Italia. «Remco è un corridore unico, lo scorso anno quando stava correndo gli ultimi chilometri al Lombardia ed è poi arrivato secondo, alla radio mi ha detto: Questo è per te, Brama. Quattro anni fa mi hai salvato la vita».
Remco Evenepoel è il corridore dal cuore grande che vinse per il compagno Fabio Jakobsen e che al Mondiale nello Yorkshire rimase vicino a Philippe Gilbert quando fu costretto ad alzare bandiera bianca. Oggi si torna a correre il Giro di Lombardia e se da una parte c’è un campione forte come Tadej Pogacar, dall’altra c’è il campione esplosivo, che quando vuole una vittoria, quasi sempre riesce a ottenerla.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.