
Con quello conseguito domenica alla Coppa Agostoni, il computo di terzi posti stagionali di Simone Velasco è salito a quota 5. Il dato, sebbene sia il più alto registrato in una singola annata dal corridore bolognese, non può non lasciare un po’ di amaro in bocca perché, chiaramente, significa che in più d’un occasione il portacolori dell’XDS-Astana ha accarezzato o annusato da vicino l’odore della vittoria senza però riuscire mai a coglierla.
Proprio su questa situazione e su questo rammarico Simone si è soffermato dopo la prima prova del Trittico Lombardo, occasione questa che si è rivelata propizia anche per capire più nel dettaglio quali siano le sue aspettative per l’immediato futuro e come si possa leggere la sua stagione in relazione agli obiettivi perseguiti dalla squadra.
“So che vincere non è mai facile ma questa è una delle migliori annate della mia carriera. Avrò ancora qualche chance prima della fine della stagione per provare a ottenere quel successo che ancora non è arrivato e se le gambe sono quelle che ho dimostrato di avere all’Agostoni sicuramente non mi tirerò indietro. Non nascondo che ogni tanto avrei bisogno di un pizzico in più di fortuna perché ho sempre qualcuno che mi arriva davanti ma comunque posso essere contento della mia competitività” ha affermato il campione italiano 2023 prima di raccontare più approfonditamente che momento della carriera stia vivendo.
“Io, da parte mia, sono contento perché, stagione dopo stagione, sto ancora migliorando il livello delle mie prestazioni e a 30 anni non ancora compiuti non mi sento affatto finito. Penso di poter ancora dire la mia, di avere ancora qualcosa da dire in questo mondo e, considerato che mi trovo in uno dei momenti della carriera in cui riesco a performare meglio, posso guardare a ciò che mi attende con fiducia” ha proseguito Velasco.
“Fare una stagione come questa sarebbe sicuramente qualcosa di grandioso perché quest'anno, salvo pochissime occasioni, mi sono sempre fatto trovare pronto. Sia al Tour de France, ad esempio, che alla Liegi-Bastogne-Liegi, sono riuscito a essere competitivo e parliamo di due delle corse più dure del calendario. Alla Milano-Sanremo purtroppo sono rimasto invischiato nella caduta avvenuta nel finale e ho dovuto sprecare tantissime energie per tornare davanti e recuperare il minuto di svantaggio che avevo accumulato ma credo che, ragionando in termini di prestazione nuda e cruda, quella sia stata una delle mie migliori gare di sempre. Non sono riuscito a centrare la vittoria ma ho dimostrato che anche in giornate dove non sono al 100% della condizione posso essere comunque competitivo”.
Con questa consapevolezza, Simone si augura di poter dare continuità al 2025 proseguendo nel solco tracciato questa stagione anche grazie a una sensazione di freschezza che oggi, in uno sport sempre più esigente e sfibrante sin dall’ingresso tra i professionisti, non tutti possono vantare alla sua età.
“Penso di poter ancora migliorare perché, venendo dal vecchio corso, non sono stato spremuto. Sono passato in un ciclismo ancora “normale” in cui c'era molto meno stress mentre adesso, per dire, credo gli allenamenti che facevo da dilettante non li facciano più nemmeno gli juniores. Oggi si va sempre più forte e lo dimostra, ad esempio, il fatto che sabato scorso abbia corso il mio miglior Giro dell’Emilia di sempre ma, pur continuando a migliorare di anno in anno watt e tempi sulle salite, abbia concluso ventiquattresimo. C’è poco da fare, semplicemente tutti vanno più forte e danno il massimo, compresi i giovani che, rispetto a quando passavamo noi professionisti, si allenano in maniera diversa e dispongono sicuramente di più mezzi. Questo per loro, nell’immediato, sicuramente è un bene perché possono crescere con altri metodi valutativi a livello di preparazione, alla lunga però sarà solo il tempo a dirci quanto in questa maniera potranno durare ad alti livelli”.
A questi giovani intanto, per colmare un gap apparentemente irrecuperabile nel ranking triennale UCI e confermare il proprio posto nel World Tour, quest’anno si è appellata tanto anche la squadra di Simone, l’XDS-Astana, brava nel far quadrato e trovare all’interno del proprio variegato collettivo la forza, la volontà e soprattutto le risorse per cambiare a un destino che sembrava già scritto.
“Alla fine della scorsa stagione penso nessuno credesse che saremmo potuti riuscire in quest’impresa. Al primo ritiro stagionale, abbiamo fatto una riunione tra di noi, senza direttore sportivi o preparatori, e ci siamo detti di provare a concretizzare questo traguardo dando tutti il massimo. Penso che abbiamo lavorato molto bene mantenendo sempre un alto livello competitivo e alla fine siamo riusciti in un qualcosa che sembrava impossibile. Sappiamo comunque che anche i prossimi anni non saranno facili e bisognerà continuare su questa linea” ha spiegato Velasco facendo modo di capire che il target, anche nel 2026, non varierà di molto anche se, indubbiamente, ci sarà più tranquillità per inseguire più risultati pieni.
“Questa è stata un’annata condizionata dalla caccia ai punti per rimanere nel World Tour e finché non c’è stata la certezza di essere tra le migliori 18 del ranking 2023-2025 la squadra ha preferito un po' più correre focalizzandosi su quell’obiettivo piuttosto che sul risultato finale del singolo corridore. Successivamente, correndo in un altro modo, le vittorie sono comunque arrivate e l’annata è diventata una delle più proficue per il team” ha chiarito il classe ’95, non tra i sostenitori di un sistema che, in alcune occasioni, va ad incidere un po’ troppo su scelte di calendario e dinamiche in corsa.
“Sicuramente la questione dei punti certe volte va a falsare un po' le gare ma, d'altra parte, queste sono le regole e il sistema a cui dobbiamo attenerci. A qualcuno piace, ad altri (ed è il mio caso) non piace ma, a prescindere da ciò, le uniche cose che possiamo fare è cercare di adattarci e fare il meglio possibile in questo contesto. Non siamo solo noi a ragionare in questa maniera perché la maggior parte delle squadre oggi corre così, inclusi i top team. Chiaramente quando hai 15 atleti tra le tue fila che potrebbero essere capitani nelle altre migliori squadre del mondo risulta anche tutto più facile e le vittorie non possono che essere naturali conseguenze” ha chiosato lucido il corridore emiliano, pronto ad affrontare il finale di stagione sempre affamato e desideroso di tramutare i podi e i terzi posti in qualcosa di più prestigioso.
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