
Marc SOLER. 10 e lode. Su Marc non cala mai il sole, e oggi a la Farrapona risplende il volto felice di questo ragazzo di 31 anni. Seconda vittoria stagionale per Marc, la quarta alla Vuelta, la numero 10 in carriera, la numero 80 per la Uae Emirates che in questa Vuelta porta a 7 i successi parziali, mai nessun team è riuscito nell'epoca del WorldTour a fare altrettanto. Numeri per un corridore che oggi fa davvero un numero. Quarta vittoria consecutiva per il team emiratino, che conferma di essere di gran lunga il più forte del mondo.
Jonas VINGEGAARD. 7. Fa l’essenziale, non si danna l’anima, non si agita, il suo obiettivo e non mollare la ruota di Almeida e nulla di più. Per lui è già molto, è tutto. Per noi è un ritorno ad un ciclismo antico, fatto di attese, di tattica, di paziente lavoro psicologico. Jonas non è uomo che scompagina le carte, lui le tiene sempre in ordine, sul tavolo.
Joao ALMEIDA. 8. È chiaro che le gambe, per il momento sono queste e sono in linea con quelle del “pescatore”. In questa fase siamo al livellamento e a lui tocca il compito di provarci di più, perché fino a prova contraria è indietro. La tattica della Uae è chiara: portiamo a casa la tappa di giornata e con il portoghese proviamo a trovare il giorno giusto: la Vuelta non è finita.
Jay HINDLEY. 8. Fa lavorare il nostro Giulio Pellizzari, che nel finale gli prepara il terreno come si deve, poi ci prova, con un’accelerazione rabbiosa. Non è Pogacar, questo è chiaro al mondo, ma ci prova con generosa determinazione. Porta a casa poco, ma non importa.
Felix GALL. 7. Sa che deve fare come fa Vingegaard: non sprecare energie e restare lì, e alla fine ci riesce quasi.
Giulio PELLIZZARI. 8. Sta bene e lo fa vedere ad occhio nudo. Ha tenuta, ha lucidità e non si tira indietro quando c’è da tirare. Tira e non molla. Tira e resta lì, nelle zone nobili, alle spalle di Pidcock, che potrebbe anche staccare, ma non può fargli da punto di appoggio.
Matthew RICCITELLO. 7. Il bimbo sgambetta bene, non incanta, ma canta.
Tom PIDCOCK. 6,5. Perde da Hindley 10”, molto poco, e questo vale molto.
Torstein TRAEEN. 6,5. L’ex maglia rossa arriva 11°, ma torna nella top ten della generale.
Johannes STAUNE-MITTET. 6,5. Il talento della Decathlon AG2R La Mondiale Team dimostra di che pasta è fatto. Il 23enne vincitore del Giro Next Gen 2023, si mette in gioco e gioca.
Finlay PICKERING. 6,5. Ha 22 anni il ragazzo di Cottingham, Regno Unito. È arrivato qui alla Vuelta all’ultimo minuto, per sostituire il nostro Damiano Caruso, infortunatosi alla mano. Lui ci mette entusiasmo e voglia di fare. Scalpita il ragazzino della Bahrain: puledrino di razza.
Gianmarco GAROFOLI. 6,5. Approfittando delle pendenze di Puerto de San Lorenzo dalla fuga cerca di avvantaggiarsi il 22enne marchigiano della Soudal Quick-Step. Ieri ha attaccato, oggi anche, domani…
Andrea BAGIOLI. 6,5. Sta bene il 26enne valtellinese della Lidl-Trek. Sta bene e entra nella fuga di giornata con Mikkel Bjerg e Marc Soler (UAE Team Emirates - XRG), Victor Campenaerts (Team Visma | Lease a Bike) e il compagno di squadra Carlos Verona, Jefferson Alveiro Cepeda (Movistar Team), Nico Denz e Tim van Dijke (Red Bull - BORA - hansgrohe), Gianmarco Garofoli (Soudal Quick-Step) e James Shaw (EF Education - EasyPost), Bruno Armirail, Jordan Labrosse, Léo Bisiaux e Johannes Staune-Mittet (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Finlay Pickering (Bahrain - Victorious) e Fausto Masnada (XDS Astana Team), Pierre Thierry (Arkéa - B&B Hotels) e Sergio Samitier e Jesús Herrada (Cofidis), Dion Smith (Intermarché - Wanty) e Kevin Vermaerke (Team Picnic PostNL) per arrivare a Jan Hirt (Israel - Premier Tech). Da questa “tavolozza” di colori, nasce la bellezza di oggi.
Giulio CICCONE. 5,5. Alla fine è costretto ad alzare il piede dall'acceleratore: ora c'è da pensare al mondiale e al finale di stagione, anche al finale della Vuelta: arriva a 21 minuti ed esce di classifica, per provare ad entrare in qualcos'altro: magari in una fuga.
Jonas RICKAERT. 6. Il corridore della Alpecin Deceunick è il primo a partire a razzo. Non sta nella pelle, ha voglia di arrivare: e parte.
ISRAEL. 8. “Il nome della squadra rimane Israel – Premier Tech, ma il kit con monogramma ora si allinea con le decisioni di branding che abbiamo adottato in precedenza per i nostri veicoli e abbigliamento informale”, dice la nota del team israeliano, che alla fine si deve adeguare, togliendo il nome anche dalla maglia. L’importante, però, era non togliersi dalla corsa.