
Sabato Tom Pidcock sarà a Torino per il via della Vuelta di Spagna. Il britannico in Piemonte è arrivato con l'ambizione di arrivare in alto nella classifica generale ma anche di vincere la prima tappa per la Q36.5 in un grande giro.
Con le sue caratteristiche Pidcock è corridore difficile da rinchiudere in una categoria, perché quello che ha fatto è veramente incredibile: due volte campione olimpico di mountain bike, campione del mondo di ciclocross e vincitore di tappa al Tour de France sull'Alpe d'Huez. Per alcuni aspetti potrebbe ricordare Pauline Ferrand-Prevot, ma per farlo dovrebbe vincere la classifica generale di un grande giro ed è quello che vuole fare in questa Vuelta.
Vincere un grande giro è sempre difficile ed è per questo che nella maggior parte dei casi la vittoria va ad una squadra importante, con un budget grande e corridori forti che possono supportare il leader. Il britannico aveva una squadra importante, ma allora perché ha lasciato la Ineos-Grenadiers per una squadra con meno risorse economiche? Semplice, perché voleva essere l'unico leader e avere un'intera squadra che lavorasse per lui e nel team britannico non è mai stato un vero capitano.
Per mettersi alla prova nel 2025, lui e la sua Q36.5 hanno preparato un piano ben collaudato: partecipare al Giro e alla Vuelta. Il Giro d'Italia non è andato come aveva immaginato, con un 16° posto in classifica generale e solo un podio a Matera. Adesso però si corre la Vuelta e la Q36.5 è convinta di poter fare grandi cose.
Il britannico ha fatto solo una corsa prima della Vuelta di Spagna: l’Arctic Race of Norway che si è conclusa da poco. Due settimane dopo il suo secondo titolo europeo di mountain bike, Pidcock ha oltrepassato il Circolo Polare Artico per mettere alla prova le sue gambe, sottoponendole a sforzi di altissima intensità. «Cercavo risposte sulle mie condizioni dopo un lungo periodo di allenamento e un mese e mezzo senza gare. Sento che le mie gambe stanno rispondendo bene e sono fresco». Questo è quanto aveva detto Pidcock dopo la sua vittoria nella terza tappa. Il leader della Q36.5 ha alzato le braccia in cima all'impegnativa salita di Malselv e poi ha concluso la corsa al secondo posto nella classifica generale alle spalle di Strong. «È stato il miglior test possibili per me in questo momento, sicuramente un risultato che da fiducia per i prossimi impegni».
Rimasto lontano dal Tour de France per disputare i Campionati Europei di mountain bike, adesso ha ripreso la bici da strada ed è pronto a fare del suo maglio alla Vuelta di Spagna.
Pur non avendo conquistato la corsa norvegese, in casa Q36.5 c'è molta fiducia e la convinzione che Pidcock sarà uno degli uomini da battere alla corsa spagnola. «Sarà ovviamente più dura dell'Arctic Race, ma daremo il massimo per tre settimane».
Sotto il suo casco della Red Bull, il britannico è sorridente e nutre ancora le speranze di completare la sua trasformazione come corridore completo e di avvicinarsi alla maglia rossa al termine delle tre settimane della Vuelta.
La Q36.5 ha cercato di prepararsi nel modo migliore e Pidcock in questa stagione ha dimostrato di esserci, arrivando secondo a Strade Bianche e poi terzo alla Freccia Vallone. Il Giro probabilmente è stato usato più come allenamento e per dargli quella preparazione che poi ha usato ai Campionati Europei. Alla corsa rosa non ha brillato, ma alla fine ha ottenuto un terzo posto e nella tappa di Siena, dove era favorito, è stato sfortunato perché ha forato due volte. Alla domanda su cosa si aspetta dalla Vuelta, Tom Pidcock è stato chiaro: «Voglio vincere una tappa e vedere fin dove potrò arrivare nella classifica generale».
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