
Da corridore ha fatto il “triplete”, correndo tutti e tre i Grandi Giri e vincendo quattro tappe al Giro e due alla Vuelta a España. Ora Stefano Allocchio, 63 anni, da direttore di corsa completerà la sua collezione.
Sabato il via della Vuelta dal Piemonte e più precisamente da Venaria Reale. Sull’ammiraglia della direzione ci sarà lui, il direttore del Giro, che già un anno fa fu preso in prestito dall’Aso, l’ente organizzatore della Grande Boucle, che si affidò alla conoscenza e all’esperienza dello staff “rosa” per le tappe italiane. Vista l’ottima riuscita, quest’anno si replica con la Grande Partenza della corsa spagnola. «È chiaro che è una grossa soddisfazione poter mettere a disposizione degli amici di Aso la nostra esperienza – ha spiegato a tuttobiciweb Stefano Allocchio -, ma è altrettanto vero che è una grossa responsabilità, che da sempre noi di Rcs Sport & Events siamo abituati ad assumerci».
Della “squadra rosa” faranno parte anche Paolo Longo Borghini, da anni punto di riferimento delle corse targate “Gazzetta” (anche lui è direttore di corsa), Luca Papini (neo segretario generale della Lega del ciclismo professionismo, per anni figura apicale di Rcs Sport con particolare attenzione ai rapporti con i team), Marco Della Vedova (ispettore di percorso) e ultima ma non ultima Giusy Virelli (project manager del Giro donne e figura di raccordo di tutte le corse Gazzetta). A questi si aggiungono i motocilisti della Delta Bikes e della Polizia di Stato.
«Siamo una bella squadra – aggiunge Allocchio – e avremo l’onore e l’onere di condurre sulle nostre strade una delle più importati corse a tappe al mondo. Se c’è emozione dopo tanti anni di corse? Quella non manca mai e da buon interista, questa volta, posso dire di essere felice di fare un nuovo “triplete”, visto che il primo l'ho fatto da corridore. E visto che io salgo a quota due “triplete”, spero che sia di buon auspicio anche per i miei colori».
E a proposito di colori, lo staff rosa arriverà con ogni probabilità fino al Monginevro, martedì prossimo, prima di lasciare la corsa nelle mani degli organizzatori della Vuelta. Anche perché la figura del direttore di corsa è una cosa tutta italiana. Oltre confine la responsabilità è solo e soltanto dell’organizzazione, mentre il rispetto delle regole di corsa, quelle restano ad appannaggio del collegio di giuria.