
Cinque volate, cinque vittorie. È questo lo score perfetto con cui Paul Magnier ha portato a termine il Tour of Guangxi 2025, corsa che, dopo le 8 vittorie conseguite in 17 giorni tra Okolo Slovenska e CRO Race, lo porterà inevitabilmente l’anno prossimo ad alzare l’asticella e ad avere ancora più occhi puntato addosso.
Serie di successi a ripetizione come quelle infilate nell’ultimo mese e mezzo di gare non passano infatti inosservate per cui, prossimamente, saranno in tanti ad aspettare al varco il velocista francese della Soudal Quick-Step il quale, intanto, si è goduto in Asia una settimana a dir poco memorabile.
“Quanto fatto qui è incredibile. Siamo venuti qua con una squadra molto ambiziosa perché volevamo fare bene, ma non mi aspettavo davvero fino a questo punto anche se, negli ultimi due mesi, la forma è sempre stata ottima. Penso che possiamo andare davvero orgogliosi del lavoro svolto tutti assieme qui in Cina, dove mi piacerebbe tornare nel 2026 per provare a eguagliare quanto realizzato in questa edizione” ha dichiarato dopo le premiazioni il nativo di Laredo che, una volta centrata la prima affermazione a Fangchenggang, non si è più fermato.
“Penso che la vittoria in quella tappa sia stata la più bella. Sono venuto qui con un po' di pressione addosso ma sono subito andato a segno. Da quel momento, si sa, si ragiona pensando che tutto quello che viene è un bonus e nel nostro caso ogni giorno se n’è aggiunto uno” ha spiegato Magnier, trovatosi particolarmente a suo agio, anche grazie al lavoro dei suoi compagni di squadra, sulle ampie strade cinesi.
“Sprintare su queste strade così larghe è qualcosa di davvero speciale. Qui il tempismo è super importante e io sono riuscito a trovarlo ogni giorno e di questo non posso che essere contento. Va anche detto però che il merito è sicuramente anche di Dries van Gestel che è risultato davvero utile facendo ogni giorno un lavoro che mi ha permesso di mostrare tutta la mia potenza in volata. È stato davvero fantastico. In tv sembra facile, ma è molto difficile trovarsi lì davanti ai 70 km/h e decidere il momento giusto in cui partire. È un attimo lanciare la volata o troppo presto o troppo tardi e quindi precluderti la possibilità di vincere”.
Queste lezioni di tempismo torneranno utili a Magnier (e agli uomini da cui sarà contornato) l’anno prossimo quando, alla quantità, il ventunenne transalpino cercherà di abbinare anche la qualità delle vittorie.
“Non vedo l’ora di correre la prossima stagione a un livello più alto e vedere cosa riuscirò a combinare. Quest’anno sono arrivato secondo all'Omloop e faticato un po' di più nelle altre classiche: nel 2026 spero di poter fare ancora meglio, ma in ogni caso voglio procedere con calma, un passo alla volta. Mi auguro comunque di riuscire a vincere una grande classica o una Monumento prima o poi in carriera”.
Prima però di pensare al 2026 per Magnier arriverà il momento di staccare e ricaricare le batterie passando in maniera semplice i giorni lontano dalla bici concordati con la squadra.
“Dopo esser tornati dalla Cina, farò in Belgio il primo ritiro con la squadra e poi passerò un po' di tempo con la mia famiglia e la mia ragazza” ha chiosato il secondo corridore più vittorioso della stagione dietro Tadej Pogacar.
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