
Una serata al velodromo Ottavio Bottecchia, un incontro tra vecchie glorie o meglio, tra vecchi amici, perché come sosteneva il grande Mario Fossati, il ciclismo è una “piccola parrocchia”, non animata da anime pie, ma da chi ha la passionaccia per quel cavallo d’acciaio che ci ha trafitto il cuore in età triciclo e ci ha permesso e consentito di conoscere il mondo andando sempre avanti, pur rimanendo sempre fermi, a quell’eterno amore bambino.
Una serata, un incontro, un happening tra buoni amici, tra un velocista del calibro di Dino Zandegù e uno scalatore tenace come Mario Beccia. L’amico della pista Bruno Battistella e l’amico-allenatore di tanti pistard Rino De Candido. In mezzo, festeggiato come è giusto che sia, un caro amico dell'Italia, lo svizzero Daniel Gisiger, 70 anni portati con baldanza ed eleganza, che nel ciclismo (ha corso dal 77 all'88, 29 vittorie, 2 al Giro d'Italia, un Gran Premio delle Nazioni e un Baracchi) ha lasciato un segno, soprattutto nelle prove contro il tempo: difatti sembra che adesso, a distanza di anni, sia stato anche capace di fermarlo.
Tutti lì, l’altra sera, al velodromo Ottavio Bottecchia di Pordenone, in una serata d’estate, dove si è parlato per ore di una primavera andata e mai scordata.
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