
Nella carovana rosa del Giro d’Italia numero 108 ci sono figure che da dieci lustri e anche più per qualcuno, hanno partecipato, in vari ruoli, alla corsa rosa praticamente con ininterrotta continuità.
I nomi di seguito citati non sono il frutto di un’indagine con presupposti strettamente statistici ma, soprattutto mnemonici, di memoria personale.
Fra altri, magari possibili, ricordiamo con certezza il professor Enrico Fagnani, noto medico specialista in audiologia, otorinolaringoiatria e scienze neurosensoriali al Policlinico di Milano, responsabile del servizio di Radio Informazioni, alla sua cinquantunesima presenza al Giro, nella postazione di commento Rai TV, sovente chiamato in causa anche per vari motivi per la sua polivalenza, anche in tema di meteo.
Altro ultracinquantennale è Vito Mulazzani, motociclista di gran vaglia, il “régulateur” e guida per eccellenza dei centauri della corsa rosa e altre gare che ora, sceso dalla sella della moto, è in giro con il Giro, da un paio d’ anni, in funzioni di promozione nell’ambito pubblicitario.
Nomi di persone conosciute mentre è entrato quest’anno nella categoria “50 Giri d’Italia alle spalle” GINO MORELLI, della squadra di transenne e palchi della RO.FRA, nata come Pazzaglini, conosciuta in tutto l’ambiente nazionale del ciclismo dato che da più di cinquant’anni opera nel settore degli apprestamenti di tribune e transenne, specializzata in gare ciclistiche - ma non solo -, come si può apprendere dall’allegato link pubblicato nel 2017 da questo sito.
E Gino Morelli, cittadino di Mondaino, caratteristico centro sulle colline alle spalle di Rimini, al confine con le Marche. E, a proposito di Marche, per fare inquietare vivacemente Gino Morelli basta apostrofarlo come “marchigiano”. Una definizione che rifiuta e respinge, da sempre, con accanimento oratorio infervorato rivendicando appieno la sua “romagnolità”. Accetta senza battere ciglio la definizione tipica romagnola di “invornito”, sinonimo equivalente anche di “patacca”.
Scapolo impenitente, nei ritagli di tempo che gli lascia la collaborazione con Ro.Fra. cura i suoi poderi agricoli. La sua conformazione fisica, sempre snella e dinoccolata, con i suoi baffi, fanno venire alla mente il personaggio di “Tiramolla” dei fumetti per ragazzi di un tempo.
È un po’ brontolone (eufemismo) ma nel lavoro specifico nel ciclismo mette una capacità, una forza e un’esperienza unica, sia nella guida degli autotreni, sia nelle operazioni dio carico e scarico di transenne e tribune.
Brontolone ma generoso e disponibile anche quando, vari decenni fa, i cartelloni pubblicitari erano in pesante masonite con intelaiatura in legno e venivano esposti, oltre che fissati alle transenne, su balconi privati e/o simili nella zona dell’arrivo per rientrare nelle inquadrature televisive, dopo patteggiamenti e promesse di vario tipo, era disponibile – brontolando, ovviamente – al lavoro d’esposizione e fissaggio extra-transenne dei tabelloni.
A suo modo, un personaggio, caratterizzato da grande umanità e disponibilità, conosciuto e benvoluto dai compagni di lavoro e dagli organizzatori di gare ciclistiche in tutta Italia, lavorando anche ai circuiti, post Giro soprattutto, organizzati dal promoter milanese Nino Recalcati, suo amico, che lo chiamava pure lui “marchigiano”.
E Gino Morelli replicava sempre con grinta all’appellativo, da vero “Sangue Romagnolo” quale è.
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