
Con i suoi 227 chilometri, la Potenza-Napoli è la tappa più lunga del Giro 2025. Partenza da Potenza in direzione Irpinia attraverso le montagne lucane con la lunga salite Valico di Monte Carruozzo (Gpm di 2a categoria).
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Nella prima parte di giornata anche i due traguardi volanti, posti a Muro Lucano dopo 42 km e a Lioni dopo 88 km. Il secondo Gpm di giornata arriva al km 145 ed è quello di Monteforte Irpino, salita di 3a categoria. Dopo l’ingresso in provincia di Napoli si susseguono gli abitati(con i consueti ostacoli al traffico come rotatorie, spartitraffico, isole salvapedoni…) mentre gli ultimi 45 km sono interamente cittadini in un susseguirsi di centri abitati senza soluzione di continuità. Prima di entrare in Napoli si percorrono circa 20 km in superstrada.
Ultimi 3 km con poche curve e una leggera salita su basolato seguita da 2 km perfettamente pianeggianti fino a via Caracciolo. Rettilineo d’arrivo di 900 m su asfalto largo 9 metri, riporta il Garibaldi.
IL TERRITORIO. Potenza, capoluogo della Basilicata, è una città che sa sorprendere. E altrettanto fanno le montagne tutte intorno, punteggiate da borghi di grande fascino, ricoperte da foreste senza fine oppure modellate dai vigneti dell’Aglianico DOCG, uno dei vini tipici del Mezzogiorno che di recente si sono fatti conoscere e apprezzare in tutto il mondo.
Piazza Mario Pagano, risistemata con la supervisione dell’archistar Gae Aulenti, è l’ideale punto di partenza di un itinerario nella Basilicata appenninica, che in seguito attraversata l’Irpinia, giunge fino a Napoli. Come faranno i corridori nel corso della sesta tappa del Giro. Prima di lasciare il capoluogo lucano, però, si percorre Strada Pretoria, la via più animata e coinvolgente della città, si sale al Duomo di San Gerardo, si va a Palazzo Loffredo al cui interno si trova la Cappella dei Celestini, e al Museo Archeologico Nazionale della Basilicata Dinu Adamesteanu, che offre al visitatore un quadro generale dell’archeologia dell’intera Regione.
La prima sosta di giornata si effettua a Muro Lucano, il borgo-presepe letteralmente aggrappato sulle pendici di uno sperone di roccia calcarea sulla cui sommità svettano la Cattedrale di San Nicola e Camera (XII sec.) e il possente Castello medievale. Superato il Valico di Monte Carruozzo si entra in Campania scendendo fino a Conza posta accanto al lago artificiale formato dalle acque del fiume Ofanto. E’ il momento giusto per un’altra sosta che consente di visitare il Parco archeologico di Compsa con i resti della città romana dove spiccano il Foro romano, l'Anfiteatro, le Terme, la Cattedrale e la Colonna-Stemma.
Avellino, il capoluogo dell’Irpinia, sembra gelosa della sue meraviglie. E, in parte, le nasconde. Da non lasciarsi sfuggire quindi una visita ai tesori dell’Avellino sotterranea: i cunicoli longobardi, le Grotte di Villa Amendola e l’ipogeo del Casino del Principe, raccontano il volto segreto di una città davvero sorprendente. E non devono stupire le vetrine che espongono calzature e capi di abbigliamento in pelle: poco distante dal capoluogo di distende il polo di Solofra del distretto delle calzature e della pelletteria sede di decine di piccole aziende piccole ma i cui prodotti sono apprezzati in tutti i cinque continenti.
Monteforte Irpino, Nola, Afragola sono le tappe che precedono il sempre indimenticabile ingresso a Napoli. Dopo l’arrivo della corsa si va alla scoperta (o riscoperta) della città. Se il tempo a disposizione è poco bisogna, però, selezionare gli obiettivi. Che, in ordine sparso, potrebbero essere Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, il Duomo di San Gennaro, Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Monastero di Santa Chiara. Solo per iniziare, però. Perché Napoli è anche la culla di alcune produzioni artigianali di assoluta eccellenza, frutto della perizia dei suoi orafi, per esempio. Ma è anche sede di alcune delle più esclusive sartorie d’Italia, produttori di cravatte, ombrelli e bastoni da passeggio. Noblesse oblige.