
Tim WELLENS. 110 e lode. Completa la collezione di tappe nei Grandi Giri, vincendo con la maglia di campione del Belgio sulle strade di Francia. Saranno anche la barzelletta dei transalpini (per i cugini, i belgi sono i nostri Carabinieri), ma oggi a ridere sono loro e anche bene. Carcassonne suona l’inno belga. Sotto la magnifica fortificazione che fu di Dama Carcas capace di resistere a Carlo Magno e per questo fece suonare le campane a festa (Caracas sonne, Carcas suona), Tim resiste e le suona a tutti. Festa grande in casa Uae Emirates, che non ce la fa a perdere, anche perché in fuga manda uno che non è un pincopalla qualsiasi, ma è un signor corridore, capace di vincere le classiche, capace di conquistare tappe a Giro, Tour e Vuelta. Il 34enne gladiatore belga entra nel club di chi ha la collezione di vittorie di tappa: è il 113° della storia del ciclismo. 110 e lode.
Victor CAMPENARTS. 9. Corsa gladiatoria, di agonismo elevato e assoluto, corsa anche oggi a una media folle (47,434 km/h). Non si risparmiano, non conoscono pause e soprattutto basta vedere i protagonisti per verificare che non ci sono mai in azione degli sconosciuti, ma corridori di assoluto valore. Victor è uno di questi.
Julian ALAPHILIPPE. 10. Vive tutto e il contrario di tutto, un po’ come in questo ultimo periodo. LouLou vorrebbe la tappa, la desidera come mai. Cade in malo modo dopo pochi chilometri, vede anche il ritiro per una botta violenta alla spalla che lo fa soffrire, ma si riprende e tiene duro. Non molla l’ex campione del mondo, perché è un campione, un modello e un esempio di atleta. Nella caduta rompe la radiolina, corre nel silenzio del vento. Vede il traguardo e sprinta: è convinto di aver vinto. Davanti ce ne sono due: la sua gioia si trasforma in amarezza. La spalla duole, ma è al cuore il colpo più forte.
Wout VAN AERT. 2. Vuole farsi un regalo, vuole farlo anche al suo bimbo di 2 anni. Oggi è il suo compleanno, suo del piccolo Jerome. Papà corre per lui, corre per rompere il digiuno, corre per dare un senso al tutto, non solo a questa giornata che già di per sé è festa. Non ce la fa, papà arriva solo quarto, ma oggi va bene anche così. Che festa sia!
Tadej POGACAR. 8. Caduta di gruppo. Cade Alaphilippe, ma anche Lipowitz, e pure Vingegaard è costretto a mettere piede a terra. Via radio l’ammiraglia Uae avverte il capitano: “Caduta di un gruppetto, in difficoltà anche Lipowitz e Vingegaard. Tadej se puoi ferma il gruppo». Lo ferma. Quando era caduto lui, i Visma e la maglia gialla Healy si erano comportati così. Come dice Gianetti: «È così che ci si comporta; è così che il ciclismo si distingue».
Quinn SIMMONS. 7. Capitan America va all’attacco con altri quattordici attaccanti. Gara di rara bellezza e a questi protagonisti va il nostro applauso. Ve li ricordo, uno per uno, meno Capitan America, il capofila. Tim Wellens (UAE Team Emirates-XRG), Wout Van Aert, Victor Campenaerts (Visma-Lease a Bike), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), Matej Mohorič (Bahrain Victorious), Clément Russo (Groupama-FDJ), Pascal Eenkhoorn (Soudal Quick-Step), Tobias Lund Andresen (Picnic PostNL), Kaden Groves, Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck), Matteo Vercher (Total Energies), Alexey Lutsenko, Jake Stewart (Israel Premier Tech), Arnaud De Lie, Jarrad Drizners (Lotto).