
Formula vincente non si cambia. Il Tour of the Alps - ormai da diversi anni - si fa riconoscere per caratteristiche chiare e idee ben precise. Tappe corte, trasferimenti brevi, altimetrie mai banali, nessuna passerella, nessuna volata, nessuna cronometro, attacchi e incertezza tutti i giorni. Così facendo diventa difficile fare un’analisi sul percorso, non c’è una vera e propria tappa regina perché la classifica generale si può decidere il primo o l’ultimo giorno, a seconda dell’interpretazione che decideranno di dare i corridori alle varie tappe. L’edizione del 2025, in programma dal 21 al 25 aprile, non fa ovviamente eccezione.
Si partirà con una tappa tutta trentina che avrà sia la partenza che l’arrivo a San Lorenzo Dorsino, per un anello duro ed insidioso di 148,5 km. Dopo l’iniziale traguardo volante di Andalo, la prima salita che troverà il gruppo, pur non essendo catalogata come GPM, è quella che porta a Sporminore (4,1 km al 7,7%), alla quale seguirà un nuovo TV, a Cles, e quindi l’ormai classico Campo Carlo Magno (1a cat., 14,5 km al 6,3%), da scollinare a 50 km dall’arrivo. A risultare decisivo potrebbe però essere il Passo del Durone (2a cat., 6,3 km all’8%) che a 20 km dal traguardo farà sicuramente parecchia selezione. Guai però a sottovalutare l’arrivo in costante ascesa verso San Lorenzo Dorsino, perché negli ultimi 10 km c’è prima un tratto di 3 km con pendenza media oltre il 6% e poi l’ultimo chilometro in pieno centro torna ad impennarsi al 7%.
La seconda tappa porterà il gruppo dal Trentino all’Alto Adige, da Mezzolombardo a Vipiteno Racines per 178 km. I primi 90 km sono davvero intensi, perché ci saranno da affrontare in rapida successione il Monte San Pietro (1a cat., 19,1 km al 6,1%), e poi due salite non GPM ma piuttosto impervie che portano a San Valentino di Sopra (6,9 km al 7,7%) e Fié allo Sciliar (7,4 km al 7,1%). A quel punto la tappa si “tranquillizzerà” fino al circuito finale di Vipiteno, lungo 16 km e da ripetere due volte, con la salita di Telves di Sopra (4,2 km al 7%) come snodo cruciale. Al termine della seconda scalata mancheranno solamente 10 km dall’arrivo.
Il Tour of the Alps prosegue quindi con un’altra tappa tutta da vivere e tutta altoatesina, la Vipiteno Racines - San Candido di 145,5 km. Le prime difficoltà, stavolta, arrivano dopo 55 km, con la salita con tre “picchi” che parte da Longega (4,7 km all’8,8%) e porta ad Antermoia (1,5 km al 7,5%), prima di affrontare il Passo Furcia (1a cat., 7,7 km al 7,3%). Prima dell’arrivo c’è un’ultima, importante, asperità, quella del Monte Versciaco (2a cat., 5,9 km al 7,1%), che andrà scollinato a 11 km dall’arrivo e verrà seguito da una discesa molto tecnica che porta dritti a San Candido.
Per la quarta tappa, la Sillan - Obertilliach di 162,7 km, ci si sposta nel Tirolo austriaco, anche se per qualche chilometro, nelle fasi iniziali, la corsa entrerà anche in Veneto nelle zone del Lago di Misurina e Auronzo di Cadore. La prima vera salita arriva dopo 60 km col Passo di Sant’Antonio (7,8 km all’8%), non catalogato come GPM, ma i giochi si faranno tutti negli intensissimi 35 km finali. Ci sarà prima l’asperità di Anras Oberried (2a cat., 4,6 km all’8,4%), al quale seguirà una dura rampa di 2,2 km al 10,1% e quindi la salita più pedalabile di Kartitscher Sattel (3a cat., 7,6 km al 5,9%), che terminerà a 7 km dall’arrivo.
Il gran finale sarà a Lienz, in una tappa sprint da 112,2 km con partenza e arrivo nella città tirolese. Sarà una riproposizione della frazione finale del 2022, quando Romain Bardet ribaltò la corsa sotto la pioggia e Thibaut Pinot vinse la tappa (la penultima vittoria della sua carriera). Si comincerà a fare sul serio dopo 35 km, quando i corridori si troveranno di fronte per la prima volta il Bannberg (1a cat., 4,8 km al 9,1%), al quale seguiranno la salita di Oberassling (3,8 km al 10,1%) e lo strappo di Anras (900 metri all’8,2%). Il Tour of the Alps si deciderà però negli ultimi 40 km, prima con la seconda scalata del Bannberg (4,8 km al 9,1%) e poi con il micidiale strappo di Stronach (1a cat., 3,1 km al 12,3%) a 10 km dall’arrivo. Se non si fosse ancora capito, la corsa non potrà considerarsi chiusa fino all’ultimo metro.
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