ALAPHILIPPE. «LA MIA NUOVA AVVENTURA CON LA TUDOR, LA MIA VOGLIA DI CLASSICHE E DI TOUR...»
INTERVISTA | 09/01/2025 | 08:20 di Francesca Monzone Julian Alaphilippe ha fatto la sua prima apparizione ufficiale con la sua nuova squadra, la Tudor di Fabian Cancellara e, anche se non si tratta di una squadra del World Tour, è ottimista per il suo programma di gare che ad oggi ancora non è stato ufficialmente stabilito perché si attendono le wild card per le Classiche e i grandi giri. «L’unica cosa che posso dire del mio programma è che inizierò in Portogallo con la Figueira Classic il 16 febbraio – ha spiegato il due volte iridato -, proseguirò poi con l’Algarve (dal 19 al 23 febbraio). Anche la Parigi-Nizza (9-16 marzo) potrebbe essere nel mio programma. Sostanzialmente Amstel, Liegi, Lombardia e le tappe del Tour sono le gare che mi motivano maggiormente. Il Giro delle Fiandre probabilmente resterà un sogno, ma voglio continuare a provarci». Il campione francese ha lasciato la Soudal Quick-Step dopo undici stagioni e tanti successi conquistati e per lui è iniziata una nuova avventura, con una squadra nella quale crede molto. In Francia ci sono state diverse critiche per la scelta fatta da Alaphilippe, perché invece di preferire una squadra del World Tour ha optato per una formazione di categoria inferiore e per questo non può ancora dire nulla di preciso sulle gare alle quali prenderà parte. «Onestamente, World Tour o no, questo non è mai stato un problema per me. Ho seguito sempre i miei sentimenti. Mi sono posto la domanda: cosa voglio? Voglio godermi il ciclismo in una buona struttura. Il progetto della Tudor corrisponde a quello che voglio e non c’è da aggiungere altro». A causa della caduta al Mondiale di Zurigo, Alaphilippe non ha potuto fare una gara d’addio con la Soudal-Quick Step e, anche se in parte questo gli è dispiaciuto, adesso guarda avanti verso un futuro in cui vuole competere a pari armi con i migliori. «Il mio addio non è andato come avrei voluto, ma sapevamo da tempo che stavo lavorando alle mie ultime gare per la squadra. Da quando ho deciso che sarei andato via, ho cercato di godermi ogni momento il più possibile». Negli ultimi due anni il rapporto tra Loulou e Patrick Lefevere è stato abbastanza burrascoso, ma il francese ha sempre cercato di mantenere aperto il dialogo, anche se alla fine è dovuto andare in un’altra squadra. «Tutti sanno che sono una persona che attribuisce grande importanza alle relazioni personali. Porterò per sempre nel cuore alcune persone che hanno lavorato con me per diversi anni: ieri ho incontrato la Soudal all’aeroporto ed è stato bello rivederli anche se non correremo più insieme. Quando ho deciso di andare via, ho chiamato io stesso Lefevere e abbiamo avuto una bella conversazione. Ci siamo capiti. Poi non sapevo che avrebbe lasciato la squadra e non so se è stata del tutto una sua scelta, ma allo stesso tempo non sono rimasto molto sorpreso». Il transalpino ha firmato un contratto triennale con la Tudor e questa per lui, potrebbe essere la squadra con cui terminerà la sua carriera da corridore. «E’ certamente possibile che io finisca la mia carriera qui. Al momento non ci penso troppo perché prendo sempre una stagione per volta. Ma quando il mio contratto scadrà avrò 35 anni. Se allora sarò ancora al massimo livello, sarò felice di continuare ma vedremo». Si parla molto di sicurezza e di come si potrebbe limitare la velocità in corsa. Anche Alaphilippe è della stessa idea di molt suoi colleghi e pensa che il sistema delle marce ridotte per diminuire la velocità, sia una buona idea per limitare le cadute durante le gare. «C’è ancora molto da fare per la nostra sicurezza, ma diminuire la velocità potrebbe sicuramente essere una buona misura. Tutti noi ciclisti vogliamo contribuire alla sicurezza nel nostro sport. Siamo in contatto con Adam Hansen, presidente del sindacato dei corridori, per trovare delle soluzioni. È un problema importante che non può essere risolto facilmente. Non mi sento insicuro in gara ma sento che questo sta diventando sempre più pericoloso anno dopo anno. Stiamo andando sempre più veloci e alcuni corridori stanno correndo sempre più rischi e questa è una combinazione pericolosa. Ogni anno accadono incidenti gravi, ma spero che in futuro tutto ciò si possa evitare».
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