
Un grande grazie, firmato da Barbara e Nadia Arienti. Le figlie del compianto Luigi Arienti, unitamente alle famiglie, desiderano ringraziare da questo sito coloro che, in gran numero, hanno partecipato al loro dolore per la scomparsa del papà, manifestando la loro vicinanza al ricordo dell’uomo non disgiunto ma collegato, assai intimamente, a quello della carriera sportiva valorizzata dalla conquista della medaglia d’oro nel quartetto dell’inseguimento alle Olimpiadi di Roma 1960.
La chiesa di San Carlo di Desio, quartiere d’origine e residenza della famiglia Arienti, è stato un segno tangibile della partecipazione dato che, per usare un termine di derivazione anche sportiva, era al completo in ogni ordine di posti nel piovoso pomeriggio di sabato 10 febbraio con molteplici amici del ciclismo di “Luis” e tanti amici di sempre della vita quotidiana da lui vissuta lì, fino a sette anni fa, quando le condizioni di mobilità fisica di deambulazione precaria, hanno richiesto il ricovero in una struttura sanitaria nella sua Desio.
La cittadina brianzola era rappresentata dal vicesindaco Andrea Villa e dall’assessore delegato del sindaco Alberto Rossi della confinante Seregno, esponenti d’associazioni sportive e, soprattutto, da molti amici di San Carlo che, in gioventù, hanno fruito in vari modi della sua esperienza ciclistica, di saggi consigli di vita e della sua allegra bonomia caratteriale nell’esercizio del suo lavoro a contatto con i ragazzi.
Cerimonia sentita e partecipata, con il sincero e toccante ricordo del parroco celebrante e con un breve saluto finale del presidente FCI Cordiano Dagnoni. È stata commossa e sentita la presenza di un vero e proprio “patriarca” delle due ruote, Ernesto Colnago, amico di una vita, ciclistica e altro, di “Luis”.
Il coèquipier di Roma 1960, Marino Vigna e Domenico De Lillo, suo partner soprattutto sulle piste, che hanno sempre intrattenuto, con altri colleghi, rapporti d’amicizia con Luigi, hanno trasmesso alle figlie le condoglianze e il ricordo di altri compagni d’avventure ciclistiche e non solo, un po’ “attempati” e di operatori, a vario titolo, del variegato mondo del ciclismo, giornalisti compresi, che hanno ricordato nei giorni scorsi, con accenti affettuosi, la figura di papà Luigi.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.