MOZZATO TRA FIANDRE, ROUBAIX E TOUR: «MA L'OBIETTIVO È SOLO UNO: SBLOCCARMI TRA I PROF»

INTERVISTA | 23/03/2022 | 08:17
di Carlo Malvestio

Da quando è passato professionista ha collezionato solamente tre giorni di gara su suolo italiano, ma Luca Mozzato, tra Francia e Belgio, si sta facendo apprezzare a furia di prestazioni convincenti. In maglia B&B Hotels-KTM ha raccolto 16 piazzamenti in Top 10 nel 2021 e quest’anno è già a 5, con praticamente tutta la stagione ancora davanti.


«Considero il mio inizio di stagione senza infamia e senza lode - racconta il nativo di Arzignano a tuttobiciweb -. Sono nella condizione in cui mi aspettavo di essere, sono competitivo, mi piazzo, ma ancora mi manca qualcosa per sperare di vincere o essere davanti con più costanza. I piazzamenti sono in gran parte dal 5° al 10° posto e quando sei lì, a quel punto, devi cercare di fare un passo in più per trasformare qualche piazzamento in vittoria. Cosa manca? Difficile dirlo, perché se lo sapessi avrei già puntato in quella direzione. Sono però convinto di dover continuare con quanto sto facendo, perché ogni anno sento che il fisico matura e la gamba migliora. Poi c'è da dire che non sono un velocista puro, spesso mi butto dentro le volate di gruppo ma sento di non avere il picco di velocità per competere coi migliori. Le gare a me più adatte sarebbero quelle con qualche muro o collina qua e là, ma a quel punto devi andare forte in salita, devi saper risparmiare energie e arrivare pronto in volata, oltre ad una dose di fortuna che serve sempre. Il livello è altissimo e fare quello step decisivo non è per nulla facile».


E, a proposito di inizio di stagione, la sua squadra non è stata risparmiata dall’ondata di bronchiti che ha colpito il gruppo in queste settimane: «Io mi son preso il covid dopo la Valenciana a febbraio. Nessuno strascico per fortuna, ho avuto solo febbre e mal di testa per un paio di giorni, mi è toccato saltare il Tour de la Provence, ma nel complesso non mi è andata male. Tra una cosa e l'altra, in squadra sono stati quasi tutti male in queste settimane; c'è chi si è preso il covid dopo la Valenciana o la trasferta araba e chi la bronchite alla Parigi-Nizza. Speriamo di aver dato per quest'anno». E in tema covid: «Alle corse l'impressione è che si sia tornati quasi alla normalità: vedere così tanta gente sul muro di Grammont alla Omloop Het Nieuwsblad è stata una bella boccata d'aria fresca, soprattutto dopo la calma piatta degli ultimi due anni. Certo, non era come al Fiandre dei tempi d'oro, ma pian piano ci si tornerà».

Mozzato è ormai da tre anni con la formazione bretone, il francese lo parla abbastanza bene e lo capisce ancora meglio, e nel giro di tre anni ha scalato le gerarchie interne diventando uno dei corridori di riferimento. «Mi trovo molto bene, venire qui è stata la scelta giusta perché fin da subito mi hanno lasciato i miei spazi e permesso di capire che tipo di corridore posso diventare. In una realtà più grande non sono sicuro sarebbe successo».

Da ormai diversi mesi gli frulla in testa il desiderio di vittoria, finora solo sfiorata, e la volontà di cancellare il numero zero dalla voce “vittorie tra i professionisti”: «L'obiettivo per quest'anno è quello, vincere una gara, non importa come o dove, ma l'importante è sbloccarsi e togliersi questo pensiero dalla testa - continua il vicentino classe 1998 -. Ad ogni gara cerco di presentarmi competitivo, non sono nella posizione di poter dire “questa la uso come preparazione, in questa vado più tranquillo”, perché l'occasione per vincere non sai mai quando può arrivare. Ovviamente ci sono delle gare a cui si tiene di più, ma l'ideale per me è riuscire a tenere un livello accettabile durante tutto l'arco dell'anno».

In questo momento Mozzato è nelle Fiandre, pronto a cominciare un filotto di gare che impreziosiscono parecchio un calendario già ricco di appuntamenti importanti. Dopo la Brugge-DePanne di oggi - «si prospetta una volatona a ranghi compatti, non so se a farla sarò io o il mio compagno Pierre Barbier» -, correrà la Gand-Wevelgem domenica, la Dwaars Door Vlaanderen mercoledì prossimo e poi, se tutto va bene, Giro delle Fiandre, Scheldeprijs e Parigi-Roubaix dove, l’anno scorso, all’esordio in una dell’edizioni più fangose ed estenuanti del recente passato, ha chiuso in Top 20.

Ai grandi palcoscenici ha già dimostrato di sapersi adattare e, proprio per questo motivo, non è utopia sognare di andare al Tour de France 2022, dal momento che la B&B Hotels-KTM ha già ricevuto l’invito. «I tempi credo siano maturi. Penso di essere cresciuto abbastanza per poter sopportare i carichi di una corsa a tappe di tre settimane. Dovrei essere tra i papabili convocati, quindi lavorerò per esserci. Tanti corridori dicono che il tuo motore cambia dopo un Grande Giro... io spero di essere al Tour e terminarlo, e poi potrò dire se questo cambio di passo è avvenuto anche per me».

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