SABATINI. «LASCIO UN CICLISMO CHE BRUCIA I TEMPI E SBAGLIA»

INTERVISTA | 14/11/2021 | 08:20
di Stefano Fiori

 


Dopo sedici anni di lusinghiera carriera tra i Professionisti Fabio Sabatini, trentaseienne ciclista nato a Pescia ma residente a Margine Coperta alla periferia di Montecatini Terme, ha deciso di appendere la bici al classico chiodo. Tre vittorie tra i Pro, ma il notevole apprezzamento per il suo impareggiabile e prezioso lavoro di apripista/ultimo vagone nei treni di tanti illustri velocisti del plotone internazionale, è stata la più importante gratificazione ricevuta in carriera. Nel corso degli anni, Fabio ha infatti pilotato con coraggio e destrezza verso importanti vittorie atleti del calibro di Zabel, Petacchi, Bennati, Chicchi, Sagan, Alaphilippe, Boonen, Cavendish, Gaviria, Kittel, Gilbert e fino a  Evenepoel, ovviamente oltre al grande e fidato amico Elia Viviani, del quale Sabatini ci parla all'inizio dell'intervista che abbiamo realizzato.


«Elia è stato l'atleta con il quale ho trascorso più stagioni agonistiche, nove anni nelle stesse squadre per la precisione e tra noi esiste ormai un rapporto d'amicizia che potrei definire inossidabile».

Dispiaciuto di abbandonare le competizioni?

«No, non ho rimpianti di nessun tipo e sono felice ed orgoglioso di avere sempre militato in squadre di primaria importanza, come Milram, Liquigas, Quick Step e Cofidis, Pur non essendo un atleta vincente, il mio lavoro è sempre stato tenuto in grande considerazione».

Quando hai deciso di dedicarti a facilitare le vittorie degli altri compagni di squadra, più veloci di te?

«Nel 2009 e 2010 ho goduto di un periodo di relativa libertà tattica ed ho ottenuto dei buoni risultati, senza tuttavia riuscire a vincere gare importanti. Molti piazzamenti ma vittorie zero. Così ho deciso di ritagliarmi quel ruolo di pilota degli sprint di altri capitani, che alla fine mi ha consentito la realizzazione una carriera molto gratificante, anche sotto il profilo economico e senza dover più sottostare allo stress insito nella ricerca del successo personale».

Questa rinuncia alla ricerca di successi personali non ha significato per te una limitazione?

«Assolutamente no. Ad esempio, le vittorie di Viviani le ho vissute come se fossero state mie e un'altra affermazione che mi ha fatto provare una gioia immensa è stata quella della vittoria al Giro 2010 di Ivan Basso, alla quale penso di aver contribuito anch'io come del resto tutto il team Liquigas».

Il giorno più brutto?

«La caduta al Giro del Colorado, con fratture T11 e T12 della colonna vertebrale e il conseguente, lungo stop».

E il giorno più bello?

«La vittoria nella classifica della maglia ciclamino ottenuta da Viviani al Giro 2018, alla quale diedi un notevole contributo».

I diesse che ricorderai con maggiore affetto?

«Bramati e Zanatta, ma ho avuto la fortuna di lavorare con molti tecnici davvero in gamba».

Che ciclismo lasci, dopo 16 anni di attività?

«Un ciclismo peggiore, in crisi di identità, con giovani che non fanno più la gavetta e che ottengono risultati sorprendenti troppo presto; mi chiedo quanti di loro potranno gareggiare fino a 30 anni, poiché il fisico non mente e se si spendono troppe energie da giovani sostenendo sforzi esagerati, poi la natura presenterà il conto; continuando così si passerà direttamente al professionismo dalla categoria Juniores, dove già sono in agguato troppi procuratori, fautori del tutto e subito, purtroppo assecondati da varie squadre».

Tu resterai nel mondo del ciclismo?

«Sì, sto studiando per superare i vari livelli come diesse, con obiettivo il professionismo. Inoltre sto sviluppando delle idee per organizzare Bike Tour insieme agli amici di Cavalleria Toscana. Per ora mi godo la famiglia, con mia moglie Serena e i nostri figli Jacopo e Edoardo. Ne sentivo la mancanza dopo tanti anni in giro per il mondo, durante i quali ho partecipato a 11 Giri d'Italia, 6 Tour de France e 4 Vuelta di Spagna».

 

Copyright © TBW
COMMENTI
LASCIO UN CICLISMO CHE BRUCIA I TEMPI E SBAGLIA
14 novembre 2021 09:50 Mario Chiesa
Condivido pienamente !!!! in Bocca al Lupo Saba

Ciclismo che brucia i tempi e sbaglia
14 novembre 2021 12:15 fransoli
Non so... Tutto cambia e quindi anche il ciclismo cambia... Personalmente farei una distinzione fra giovani di ottime prospettive, che vanno lasciati maturare con i dovuti tempi, e purosangue dal talento innato... Per fare un esempio trovo assurdo limitare gente del calibro di pogacar e Evenepoel per allungare la carriera... Se tadej fa altri tre anni di questo livello potrebbe anche ritirarsi prima dei 30 anni ed aver fatto un pezzo di storia del ciclusmo e sono convinto che a lui non interessa neanche arrivare a correre necessariamente fino ai 30 anni... Non vedo troppo differenza fra ottenere grandi risultati in 7 anni di carriera e ottenere i medesimi successi in 12 anni di carriera

Mah
14 novembre 2021 17:33 titanium79
Questa storia del troppo giovani e' una semplice coincidenza. Prego informarsi a che eta' sboccio' (con vittoria al Tour ) Fignon, quasi 40 anni fa'. Idem Ullrich nel 97.E sono solo 2 esempi di campioni al top sotto i 24 anni.Se uno e' campione, lo e' quando vince. Se vince da giovane, tanto meglio per lui e per il movimento.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Sappiamo che al Giro non ci saranno Pogacar e Del Toro, Evenepoel e Antonio Tiberi, si spera possa esserci Jonas Vingegaard, che da nostre fonti risulterebbe avviato ad un importante sì. Un punto di domanda, grande quanto una nazione, grande...


È il tempo di festeggiare una fine e un nuovo inizio. È il tempo dei bilanci e delle valutazioni, dei ricordi e dei sogni. È il tempo di un brindisi che si fa augurio e di candeline che si fanno...


Si è conclusa nella peggiore maniera possibile l'avventura di Giovanni Carboni con la Unibet Rose Rockets. Il corridore si era unito alla squadra belga quest'anno a ma a settembre è stato sospeso dall'UCI a causa di anomalie inspiegabili nel suo...


La consueta cena sociale di fine stagione del Team F.lli Giorgi si è svolta lo scorso venerdì al ristorante Pio Nono di Erbusco, nel Bresciano, dove il presidente Carlo Giorgi ha radunato tutta la squadra, amici, sponsor, autorità per festeggiare...


La maggior parte delle squadre si trova in ritiro in Spagna, tra Costa Blanca e Isole Baleari e ieri a incontrare la stampa, per il consueto media day a Benidorm, è stata la UAE Emirates XRG che ha svelato obiettivi...


È stata un’annata davvero speciale per il comitato provinciale di Lecco che nel 2025 ha spento 30 candeline, tanti affiliati, tanti successi e la ciliegina sulla torta regalata da Filippo Conca con il suo titolo italiano su strada. Ieri sono...


È una pubblicazione che nel titolo e nel sottotitolo - "Il ciclismo giovanile,  Il valore delle relazioni nel ciclismo moderno" - rappresenta con evidenza didascalica i temi trattati dall’autore, il dottor Davide Marceca con la collaborazione del prof. Sergio Introzzi, autore...


È arrivata la sentenza della giustizia ordinaria sul caso del team W52-FC Porto: l'ex allenatore Adriano Quintanilha è stato condannato a quattro anni di carcere mentre il direttore sportivo Nuno Ribeiro dovrà scontare una pena di nove mesi. Il team...


L'Equipo Kern Pharma continua a rafforzare la sua rosa per la prossima stagione con un ingaggio davvero speciale: il taiwanese Ho Yen Yi approda al professionismo dopo essere cresciuto con il Giant Grassroots Program, un processo che rafforza l'impegno del team nello...


Un anno di lavoro, di corse, di fatica, di lacrime, di dolore e di gioia. Un anno intenso, costellato da grandi emozioni, un anno da rivivere attraverso le immagini di Silvano Rodella, uomo che ama il ciclismo e lo racconta da...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024