PRUDHOMME. «UN TOUR RIDISEGNATO IN POCHE SETTIMANE, MI PIACE»

PROFESSIONISTI | 02/11/2020 | 08:00
di Francesca Monzone

Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, ha raccontato il percorso del 2021, spiegando le problematiche incontrate per tracciare un percorso avvincente e spettacolare in un periodo comunque difficile, dove la partenza del 2021 da Copenaghen è stata sostituita con la Bretagna, che invece era stata designata per il 2022.


«Ci sono state sovrapposizioni nel calendario 2021, con l'Europeo di calcio in Danimarca e le Olimpiadi di Tokyo, che ci hanno costretto ad anticipare di una settimana la partenza del Tour. Abbiamo dovuto agire rapidamente perché ci siamo trovati alla fine di luglio - inizio agosto senza Grand Départ e quasi sette tappe dovevano essere cambiate. All'improvviso, ci siamo trovati nello stesso tempo con il Critérium du Dauphiné e il Tour di questo anno».


Tanti i problemi per l’organizzazione della corsa ciclistica più importante e ASO, proprietaria del Tour, si è messa subito al lavoro per creare il percorso del 2021, cercando di rispettare la solita tempistica di presentazione.

«Ci siamo ritrovati alla fine del Tour a settembre con una serie di tappe che non erano ancora state disegnate per la prossima edizione. Abbiamo mandato quattro squadre diverse per percorrere le strade e definire le tappe, che erano state tracciate solo su carta. Non avremmo mai immaginato di invertire le grandi partenze e vorrei ringraziare sinceramente la Bretagna: eravamo rimasti con loro per il 2022, avrebbero potuto benissimo dirmi "beh, faremo il 2023", ma hanno accettato subito quando gli ho proposto la partenza per il 2021. Il 2023, neanche a me sarebbe andato bene, perché sarebbero stati quattro anni senza percorrere un solo chilometro in Bretagna, il che sarebbe stato impossibile. Vedevo già Bernard Hinault che mi chiamava tirandomi le orecchie».

La Bretagna ha subito risposto con entusiasmo alla chiamata del Tour de France  e le città che si sono candidate per ospitare la corsa sono state veramente tante.

«Ci siamo trovati con più di trenta candidature bretoni, avremmo potuto fare dieci tappe di 250 km ciascuna, c'erano candidati sia per la partenza che per l’arrivo, ma anche richieste per essere una città di attraversamento della corsa. Ci sarebbe piaciuto accontentarli tutti ma non è stato possibile».

La Bretagna, da un punto di vista sportivo, era la scelta migliore, capace di accontentare velocisti, attaccanti e scalatori, correndo sia sulla costa che nell’interno. Brest, ospiterà la sua quarta Grand Départ, stabilendo un nuovo record. La tappa più difficile sarà da Fosse-aux-Loups a Landerneau, sarà la più selettiva delle quattro, anche se il giorno successivo avremo la doppia salita di Mûr de Bretagne.

Prudhomme sorride e lascia intuire che Alaphilippe avrà delle opportunità di vestire nuovamente la maglia gialla nelle prime tappe e poi si sofferma sulla frazione di Morvan, lunga quasi 250 km.

«Per la prima volta ci siamo assicurati di ridurre il più possibile le tappe in pianura, che si concluderanno con uno sprint. Quindi ci saranno tre tappe pianeggianti tra 140 e 160 km, Redon-Fougères, Tours-Châteauroux e Saint-Paul-Trois-Châteaux – Nîmes. D'altra parte, bisognava guardare a Tours-Châteauroux a 144 km e il giorno successivo ai 248 km della tappa Vierzon-Le Creusot, che sarà la tappa più lunga del Tour degli ultimi 20 anni. Negli ultimi 100 chilometri si superano i 2.000 m di dislivello (3.000 in totale), attraverso le colline del Morvan e i corridori percorreranno il Signal d'Uchon con pendenze fino al 18%. Siamo rimasti fedeli a quanto fatto in questi anni, con non più di due tappe consecutive per i velocisti».

Il Mont Ventoux sarà affrontato con un traguardo più lontano, a Carpentras, perchè l’idea era quella di mostrare la montagna in tutte le sue forme. «Ci saranno tre arrivi in ​​cima e tre in fondo alle discese, e quando dico in fondo, è davvero in fondo. L’arrivo della tappa del Ventoux sarà a Malaucène, con la partenza a Sorgues, una prima salita sarà a Sault, la meno impegnativa ma magnifica, a Gordes e Apt saranno salite inedite. Non si arriverà sulla cima per questione di ordine pubblico, non possiamo mettere personale ovunque».

I Pirenei saranno il pezzo forte di questo Tour de France, ma senza dimenticare le Alpi

«Le Alpi non saranno semplici, ci sarà il Grand-Bornand e il giorno dopo una tappa breve ma intensa, andremo poi dall'altra parte, con Cormet de Roselend, Col du Pré, Les Saisies e la lunghissima salita a Tignes. Il Ventoux era originariamente previsto per il 14 luglio, ma si correrà lì il 7, e poi vivremo cinque giorni sui Pirenei. Andremo da Carcassonne a Quillan, passeremo per Montségur, ma sul versante più difficile, con 5 km all'8-9%. Poi il passo di Saint-Louis, che è una strada che gira su se stessa ed era il luogo in cui i ladri andavano a rapinare le carrozze. Il giorno successivo, arrivo ad Andorra la Vella, come la prima volta che il Tour andò in questo principato, nel 1964, con Envalira, che sarà la cima più alta del Tour (2 408 m). Il 14 luglio si arriverà al Col de Portet (16 km all'8,7%): volevamo di un finale emblematico per un giorno così importante. Il giorno successivo, ci sarà una tappa brevissima di 130 km in cui affronteremo Tourmalet e Luz Ardiden praticamente senza pianura».

In questa edizione torneranno le tappe a cronometro, saranno due per un totale di 58 chilometri. «Negli ultimi anni, almeno all'estero, ci è stato detto che il percorso era appositamente studiato per i francesi. Ma l'anno in cui Romain Bardet arrivò terzo era il 2017 e in quell’anno ci furono due cronometro. Vediamo cosa succederà, considerando che una cronometro ci sarà alla vigilia dell’arrivo a Parigi».

Prudhomme è contento del suo percorso, studiato nei minimi dettagli, ma non si sente di fare previsioni sui possibili vincitori, anche se, i giovani, a suo avviso potrebbero stupire ancora.

«Ammetto di non sapere quale sia stato l’insegnamento migliore ricevuto dalla stagione 2020, che è stata veramente speciale. L'unica cosa che appare evidente a tutti è l’avanzamento dei giovani. L’anno scorso con Bernal avevamo avuto il più giovane vincitore del Tour dal 1947, chi avrebbe potuto immaginare che l'anno successivo ci sarebbe stato il più giovane vincitore dal 1904 con Pogacar? Quindi immagino una sfida tra Bernal e Pogacar, ma penso anche a Hirschi. Credo però che questo sia un percorso che offre molte possibilità per l'attuale campione del mondo Julian Alaphilippe e un po’ meno per Thibaut Pinot o Romain Bardet. Ma alla fine chi veramente può sapere cosa accadrà durante la corsa? Bisogna viverla».

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla ottava tappa del Tour de France. 8: UN NUOVO VINCITOREJonathan Milan, un debuttante al Tour de France, ha impiegato 8 tappe per alzare le braccia per la prima volta. L'italiano ha...


Nella tappa più attesa di questo Giro d’Italia Women, UAE Team ADQ ha firmato una vera e propria impresa. Elisa Longo Borghini è la nuova Maglia Rosa al termine della durissima frazione con arrivo in salita sul Monte Nerone, dopo...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Gliela confezionano, poi però se la costruisce, se la guadagna e se la prende con lucida determinazione. Sa che è il giorno e non può rimandare a domani ciò che si può prendere oggi. Groves...


Milan vince al Tour dopo sei anni, Longo Borghini in rosa al Giro: è il giorno dei campioni italiani. Il corridore friulano ha vinto oggi l’ottava tappa della Grande Boucle, da Saint-Méen-le-Grand a Laval Espace Mayenne (171, 4 km), riportando...


Dal Vincenzo Nibali della penultima tappa del 2019 al Jonathan Milan dell'ottava tappa del 2025: spezzato il digiuno dell'Italia al Tour de France dopo quasi sei anni! Sotto gli occhi del Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, il gigante friulano della...


Ci sono volute 114 tappe, dopo quella lunghissima salita vincente di Nibali nella penultima giornata del 2019 a Val Thorens, per rivedere un italiano vincere una tappa al Tour de France. Oggi Jonathan Milan è riuscito nell'impresa, conquistando l'ottava frazione...


Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


L'austriaco Michael Hettegger, classe 2008, ha vinto il Gran Premio FWR Baron Cima Monte Grappa per juniores con partenza da San Martino di Lupari nel Padovano. Il campione austriaco su strada e della montagna ha preceduto Andrea Cobalchini del Gottardo...


Una vittoria fortemente voluta ad ogni costo quella ottenuta dalla Biesse Carrera Premac nell’edizione n. 84 del Giro delle Due Province a Marciana di Cascina in provincia di Pisa, una classica la cui prima edizione porta la data del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024