GATTI&MISFATTI. IL MONDIALE PIU' SINCERO

TUTTOBICI | 27/09/2020 | 17:31
di Cristiano Gatti

A ciascuno il suo lo dà il direttore Stagi con le pagelle personalizzate, analizzando la corsa al microscopio. A nome di tutti gli altri osservatori, che non hanno il dovere di cavillare sulla singola azione e sulla singola prestazione, mi sento in dovere di dire questo: visto dall'alto, dal drone della visuale complessiva, è un Mondiale sontuoso.


Lo so, è improvvisato, rabberciato, miracolosamente messo in piedi dagli imolesi in poco tempo, ma il risultato è psichedelico. Invito tutti a guardare l'ordine d'arrivo, più o meno fino alla trentesima posizione: qualcuno mi dica se ricorda un Mondiale più sincero e più giusto. A partire dal primo, Alaphilippe, che firma il gol-partita con un colpo di tacco sull'ultima salita, coefficiente di difficoltà raddoppiato perchè tutti l'aspettano, passando per gli altri due del podio, finendo a perderci nei piazzati, abbiamo davanti il vero Rotary del ciclismo in linea (e non solo) di questa epoca.


E allora dico: che cosa chiedere di più a un Mondiale che sarebbe di ripiego, dopo la rinuncia della Svizzera, dopo il prepotente sfratto ad opera del Covid, padrone di casa sfacciato in tutto il mondo? Ci saremmo accontentati di molto meno, diciamolo sinceramente. Invece ci ritroviamo davanti il meglio. Quante volte, in quante edizioni pompatissime per organizzazione, investimenti, marketing e quant'altro, ci siamo ritrovati davanti la montagna che partoriva il topolino. Quante volte ci siamo ritrovati a dire, d'accordo, è finita così, ma in fondo il Mondiale è una lotteria, dura un solo giorno, non possiamo pretendere che stabilisca gerarchie realistiche e attendibili. Basta fermarci all'anno scorso: con tutto il rispetto, che è tantissimo, soprattutto per il secondo classificato, ma nessuno può paragonare l'epilogo Pedersen-Trentin-Kung con questo di Imola. Qui, su un percorso bello anche solo da guardare, è fortissimo il vincitore, secondo me il più forte già da un po' nelle gare singole, e sono fortissimi pure i battuti, a cominciare dall'imbattibile Van Aert.

E allora, davanti a cotanto spettacolo, tiriamola pure la morale della storia, anche se può sembrare persino un po' esagerata, ma chi se ne importa. La morale a me sembra questa: per fare e vedere un grande Mondiale non bisogna trastullarsi in formule fantascientifiche. Basta un signor tracciato e poi ci pensano i corridori. Quelli veri, i campioni. Non serve altro. Quanto meno, non a noi che siamo intenti a guardare. Per una volta, si torna a casa senza rimpiangere altri tempi e altri nomi. Certo Alaphilippe non vince al modo di Adorni: ma è meglio se cominciamo a capirla, i tempi sono cambiati. Assieme al mondo intero. Alaphilippe è signore e sovrano del suo mondo, il nostro mondo d'oggi. E non serve altro.

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COMMENTI
Mondiale atipico
27 settembre 2020 17:49 Vindime
Gatti menti sapendo di mentire d'accordo sull'organizzazione ottima e sul percorso bellissimo ma questo mondiale ha espresso i migliori valori assoluti perché per la prima ed ultima volta è tra i due giri più importanti.

Mondiale bello
27 settembre 2020 18:21 FrancoPersico
E se anche in futuro lo si corresse tra i grandi giri?

@FrancoPersico
27 settembre 2020 23:12 Alex85
Interessante e suggestivo quanto dice ma secondo lei quando il Mondiale potrebbe essere collocato ancora tra due grandi giri?
Mi spiego.
1. A giugno dopo il Giro, stretto tra i campionati nazionali, il Delfinato e il Giro di Svizzera? Certo questo farebbe che al Giro venissero più “pezzi grossi”, come accade normalmente con la Vuelta e come è accaduto quest’anno col Tour…
2. Oppure ad agosto dopo il Tour che non ha bisogno di ulteriori “aiutini” per avere – come è anche giusto che sia – alla partenza i migliori nomi del ciclismo mondiale?
3. Da che la Vuelta a metà degli anni ’90 è stata spostata alla fine dell’estate e il Mondiale posticipato di un mesetto non vedo altra collocazione possibile per questa corsa…
Coronavirus permettendo, spero che già dall’anno prossimo il calendario possa tornare quello “solito”, con i tre Tour nei mesi “canonici” e lo stesso si dica per le classiche etc etc. Mi auguro che l’eccezionalità del periodo non vada a turbare più del dovuto un calendario che, a mio avviso, deve rispettare la tradizione anche nella collocazione temporale degli eventi!

Pensieri
28 settembre 2020 10:52 Settembre 60
Per giustificare la pochezza della squadra italiana si tira in ballo il Mondiale dell'anno scorso che secondo Stagi è stato corso da quattro brocchi (l'offensiva squadra "operaia"). Eh, già, quest'anno abbiamo una degna e vera classifica, cosa potevano fare i nostri di fronte a tale magnificenza? La start list dello scorso anno la considero pari a quella odierna, la giornata dal punto di vista meteorologico fu infernale e i nostri ragazzi dimostrarono coesione, forza e coraggio encomiabili. L'argento conquistato da Trentin ha quindi un valore inestimabile, ma è meglio fare finta di non ricordare per non criticare l'armata Brancaleone di quest'anno che ha raccolto nulla. Però siamo bravi a organizzare e a scovare location da favola. Contenti voi...

@settembre 60
28 settembre 2020 17:01 fransoli
Se però poi andiamo a vedere quante corse hanno vinto i tre che sono saliti sul podio nel 2019 dopo quel mondiali si scopre che sono la bellezza di... una... una tappa al giro di Polonia vinta da Pedersen... il che mi lascia appena supporre che Gatti non sia andato troppo lontano dal vero... il percorso era diverso... le condizioni meteo erano diverse... e gioca forza il finale di stagione e il percorso per ruote veloci non ha richiamato i corridori da corse a tappe e da classiche delle Ardenne... inutile negarlo, qualitativamente parlando quello di quest'anno era tutto un altro parterre, non mancava quasi nessuno.

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