LAPPARTIENT. «FROOME? DIFFICILE PRIMA DEL GIRO...»

PROFESSIONISTI | 20/03/2018 | 10:08
David Lappartient, presidente dell’Uci, è tornato a parlare del caso Froome in occasione della Sanremo. E ai colleghi Gialanella e Morici de La Gazzetta dello Sport ha piegato: «Quando si concluderà l’iter? Non lo so, a essere onesti. Spero il più presto possibile, ho detto che spero prima del Giro, ma non credo e non sono sicuro che sia possibile. Noi stiamo spingendo, ma il caso riguarda anche aspetti tecnici. Non è così semplice e serve tempo. Posso capire che i tifosi vogliamo avere un risultato, ma abbiamo procedure precise all’Uci, e dobbiamo seguirle per la credibilità del nostro sport. Il caso è al Lads, il servizio legale antidoping Uci, dove si confrontano i nostri avvocati e quelli del corridore: stanno discutendo». 

E ancora: «Entrambe le parti hanno avvocati forti, il caso è molto più complicato di uno normale. E’ stato coinvolto il giudice monocratico del tribunale antidoping dell’Uci per risolvere qualche questione procedurale. Prima di passare al passo successivo bisogna essere sicuri di aver risposto a tutte le domande».

Sul caso Moscon e le accuse di Reichenbach, Lappartient spiega: «So che il 9 aprile la commissione disciplinare Uci ascolterà il corridore, chi lo accusa e anche eventuali testimoni. Si confrontano due situazioni opposte: o bianco, o nero».

Domani, a Ginevra, il lancio del programma per combattere la frode tecnologica: «Noi non vogliamo trovare i motorini nelle biciclette: noi vogliamo dimostrare che non ci sono. E avremo a disposizione nuove e migliori tecnologie, le più forti, per dare più credibilità al nostro sport».
Al proposito l’Uci sta allestendo un pullmino, opportunamente schermato per rispettare le leggi dei diversi Paesi in materia di raggi X, con un’attrezzatura sofisticatissima: una Tac portatile per testare biciclette intere, telai, ruote. Il sistema è stato elaborato dall’ex pro’ Péraud (ingegnere nucleare) e dal fisico francese, di origine italiana, Gabriele Fioni, specialista in scienza della materia. Per gestire i controlli ci sarà un nuovo commissario Uci, in strettissimo contatto con il collega Commissario-Tv, per vedere i cambi sospetti di materiale/bici in corsa.

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COMMENTI
Ci vuole un Federer
20 marzo 2018 12:51 maurop
Casi come quello di Froome sono emblematici della drammatica crisi di credibilità di cui soffre il ciclismo di oggi. In qualunque altro sport un campione che vince per quattro volte la competizione più importante al mondo sarebbe osannato come un idolo, nel ciclismo pare invece che tutti, a partire dalla maggioranza dei tifosi e dagli stessi organizzatori del Tour, non vedano l\' ora di togliersi di torno Chris Froome. Non so come se ne possa uscire e sono alquanto pessimista per il futuro di questo grande sport. L\'unica speranza è quella che è quasi la fede in un miracolo, e cioè che il destino prossimo regali al ciclismo un campione come Roger Federer, la cui classe risplenda in modo così evidente e indiscutibile da riconciliare anche i più disillusi e scettici con la verità è la bellezza del ciclismo agonistico. Sagan e Nibali hanno fatto e fanno quello che possono, ma non bastano.

21 marzo 2018 09:39 geom54
stessa cosa VALE per l'AMERICANO;
contate fino a sette e pure avendo ingurgitato benzina, ma chè gli altri quanto sotto sono rispetto ai consentiti limiti di tutto!!!!!???
io nel mio mestiere sfrutto fino all'ultimo (MC) disponibile sennò il committente ti sbatte fuori e vorrei rammentare che tutti quanti siamo gli uni committenti degli altri pure vero certamente non travalicando i paletti peraltro posti sempre sulla lama di un rasoio e senza una fascia di salvaguardia da mantenere entro la quale chi pescasse volutamente va in somma di ammonizioni con pene proporzionali.

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