PROFESSIONISTI | 16/09/2017 | 07:32 L’ultimo atto della carriera ciclistica di Manuel Quinziato è una lezione. Di quelle che possono sì servire ai giovani che si avvicinano al ciclismo e allo sport in generale, ma possono insegnare molto a tutti, indipendentemente dall’età.
Domenica, il bolzanino della BMC avrebbe dovuto chiudere la sua carriera disputando la cronosquadre mondiale. La sua squadra è campione uscente, ve l’immaginate l’emozione di chiudere la carriera salendo sul gradino più alto di un podio mondiale? Si può pensare di rinunciare volontariamente a questo sogno? Se ci si chiama Manuel Quinziato, sì.
«Sapevo che non sarei arrivato a questo appuntamento al top della forma - scrive il bolzanino su Facebook -, ma ero convinto di poter svolgere un ruolo importante per la squadra in una specialità che è la più congeniale per me. Ma dopo aver provato e studiato con attenzione il percorso, ho capito che non è così. So quello che posso ma soprattutto quello che non posso dare. Il percorso è troppo impegnativo, c’è una salita importante, perché io possa far bene. Tejay Van Garderen, la nostra riserva, è certamente più adatto, giusto che corra lui. Perché con lui si può puntare alla vittoria. E se vuoi davvero il bene della squadra, non puoi essere egoista».
Lezione di sport, di gioco di squadra, di vita. E comunque vada, caro Manuel, un posto sul podio mondiale ti spetta di sicuro. Sul gradino più alto, naturalmente.
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