PROPOSTE PER UN CICLISMO MIGLIORE

LETTERA APERTA | 30/08/2017 | 07:26
Gentile redazione,
siamo un gruppo di appassionati di ciclismo ai quali dispiace assistere a una certa deriva a cui sta arrivando il nostro sport preferito. Per tutta una serie di condizioni (alcune delle quali analizzeremo in questo nostro contributo) assistiamo sempre più spesso a lunghe quanto noiose sfilate che si risolvono alla fine con battaglie, magari anche intense e spettacolari, ma concentrate in pochi minuti.

Crediamo che l'evoluzione più recente del nostro sport lo stia rovinando e, pertanto, ci permettiamo di proporre alcune idee che sono facilmente e immediatamente applicabili e che, a nostro avviso, oltre a recuperare le più nobili e vere radici di questo sport, contribuirebbero notevolmente anche a spettacolarizzarlo in ottica televisiva.

Qui di seguito le nostre proposte. Esse valgono principalmente per le corse a tappe, ma sono tranquillamente estendibili (con i relativi benefici) anche a quelle in linea:

1- DIMINUZIONE DEL NUMERO DI CORRIDORI PER SQUADRA
Una delle problematiche del ciclismo contemporaneo è la forza sia atletica che numerica di molto luogotenenti. A nostro avviso il numero giusto sarebbe 6 corridori per squadra, ma anche una soluzione a 7 sarebbe più che accettabile.

2- ELIMINAZIONE DELLE LIMITAZIONI NEI CHILOMETRAGGI E INDURIMENTO DEI PERCORSI
Gli atleti contemporanei sono senz'altro meglio alimentati, preparati fisicamente e godono di vantaggi tecnologici e scientifici notevoli rispetto a quelli del passato, quindi non ci sono motivi tecnici o di sicurezza per i quali non possano affrontare corse con percorsi più duri (maggiore distanza e maggiore dislivello altimetrico) di quelli del passato. Lo stesso dicasi per le regole sui giorni di riposo (riportare la regola di massimo 1 nelle grandi corse di tre settimane). Se proprio tali limiti non possono essere modificati radicalmente o eliminati del tutto, allora si potrebbe comunque studiare i percorsi in maniera tale da limitare fortemente i chilometraggi e le difficoltà nelle frazioni di trasferimento o dedicate ai velocisti, dove lo spettacolo è comunque relegato alle fasi finali, incrementando invece le difficoltà per quelle frazioni di montagna che devono risultare decisive per il risultato finale, ma dovendo anche garantire uno spettacolo di qualche ora, e non solo di poche decine di minuti nel finale. Anticipiamo anche l'obiezione di qualcuno che potrebbe dire che le tappe più corte sono oggi quelle più combattute, dicendo che è anche vero che tali battaglie si compiono nel giro di 10-15 minuti e i risultati sono distacchi di pochi secondi, se questo è ciclismo allora possiamo direttamente divertirci con un simulatore computerizzato.


3 – FORTE LIMITAZIONE DELLA TECNOLOGIA
A nostro parere gli unici dati che devono essere a disposizione dei corridori durante la corsa solo quelli di base, relativi alla velocità, distanza, altitudine e frequenza cardiaca. Radioline, misuratori di potenza e qualunque altro dispositivo che elabori in tempo reale i dati precedentemente citati non dovrebbero essere ammessi, perché favoriscono tattiche conservative e, di fatto, tendono a trasformare gli atleti in robot telecomandati. In questo modo la componente tattica e umana, oltre che l’estro del singolo, ritornerebbero prepotentemente a galla aumentando in questo modo anche lo spettacolo.

Queste tre proposte sono, a nostro avviso, urgenti e fondamentali. Ve ne sono poi altre (che elenchiamo qui di seguito) che definiamo “utili ma facoltativi": limitare o comunque stabilire i rapporti da usare; decidere un numero minimo di corse a cui un corridore deve partecipare (salvo infortuni) per conseguire la possibilità di essere inserito nel ranking mondiale; lavorare sui montepremi affinché le differenze di vincite per i piazzati siano talmente insignificanti da scoraggiare le battaglie per posizioni di rincalzo.

Augurandoci che questo nostro contributo possa essere valutato e ascoltato, salutiamo.

Marco Zanghieri
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COMMENTI
Incitamento
30 agosto 2017 20:40 AxxoSandro
Il primo punto per una questione logistica sarebbe impossibile ad applicare ad una gara wt poiché questo significherebbe lasciare a casa dei corridori e le squadre per farli correre dovrebbero spendere di più (cosa che non tutte di possono permettere)
Riguardo il secondo sono ancora in disaccordo perché se è vero che i ciclisti di oggi hanno materiale/preparazione etc... migliore rispetto a gente come Moser, Merckx e altri è anche vero che una volta i controlli erano quasi del tutto inesistenti e c\'erano meno sostanze proibite e secondo me rendere ancora più duri i percorsi dei GT sarebbe solamente un incitamento al Doping
il terzo punto invece mi sembra \"inutile\", il ciclismo avanza e le radioline sono molto importanti (ad esempio per chiamare la macchina o chiamare in raccolta altri compagni) invece sarebbe inutile togliere i sensori di potenza perché le imprese da lontano ci sono ugualmente (anche se sono sempre meno) e di certo non sono quelli a togliere lo spettacolo

Un passo indietro per fare un passo avanti
30 agosto 2017 21:07 Eiger
Sono da molti anni un sostenitore delle squadre da 6 corridori e niente radioline, perché il ciclismo è diventato noioso e prevedibile fino all'inverosimile.
Proporrei inoltre di trasmettere le fasi registrate di inizio corsa quando si susseguono i tentativi di fuga che sono molto più interesanti della solita fuga destinata ad esaurirsi per via del solito squadrone e del solito scontatissimo epilogo

Pura e sacrosanta verità
30 agosto 2017 21:51 frect
Penso che lo scritto di questa lettera sia il pensiero della maggioranza degli appassionati, lo sento spesso quando mi trovo nei bar pieni di appassionati a seguire il ciclismo, il problema è che per gli interessi economici di pochi....sky e i prepotenti della Uci....questo non può avvenire. Ma non capiscono che fra poco il ciclismo se lo vedranno solo loro.

Perfettamente d\'accordo
31 agosto 2017 02:16 lupin3
Bravi. Lo dico anch\'io da anni. Speriamo xche soprattutto le corse a tappe sono ormai do una noia assurda

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