STORIA | 22/08/2017 | 07:13 C’era una Vuelta un bambino leggero leggero, Xavi. Era venuto al mondo a Valls, in Catalunya, a pochi chilometri da quella che i catalani chiamano Costa Daurada, comunque abbastanza per non andarci mai. Mamma e papà avevano sempre da lavorare, e Xavi passava molto del suo tempo in una delle colles della città. E siccome era così leggero, lo addestrarono per il Pom de Dalt. Se non siete mai capitati a Tarragona in un giorno di ottobre di un anno dispari, probabilmente non avete idea di quello che stiamo dicendo.
Stiamo parlando del Concurs de Castells, una pratica antichissima nata proprio fra le mura medioevali di Valls nel 1700. Si tratta di spettacolari torri umane formate in pochi minuti da uomini e donne di diverse età, che arrivano a diventare alte anche nove o dieci piani e che sono sempre più complesse. Nei secoli il lato dell’esibizione si è un po’ perso e oggi si assiste a vere e proprie competizioni fra le diverse colles, le associazioni dei vari quartieri. Il Pom de Dalt è l’ultimo livello della torre, quello più alto, lasciato ovviamente ai bambini della colla, che sono quelli più agili e più leggeri. Come il piccolo Xavi.
Chissà, magari oggi Xavi sarebbe ancora un Castellers, magari sceso a un piano un po’ più basso. Invece quando aveva quindici anni gli regalarono una bicicletta, una Panther della ditta Rabasa. E lui perse la testa. Basta castells, niente più pomeriggi a esercitarsi nel cortile della colla. Solo bicicletta. Diventò un bravo ciclista, tanto che quando una fabbrica di cereali di Valls gli propose un contratto a tempo indeterminato, lui rifiutò. «Voglio fare il corridore, soltanto così mi sento in armonia con il mondo».
Diventò un professionista. Era sempre molto leggero, e veloce. Vinse delle cronometro, delle tappe in Argentina, in Portogallo, addirittura in Cina, in Andalusia, in Francia, ovviamente nella sua Catalunya, in Castilla y Leon. Diventò anche famoso nel mondo, più di quanto gli sarebbe mai capitato con i Castells. Un giorno di maggio del 2011, mentre i suoi amici erano in Italia a correre il Giro che tanto aveva amato l’anno prima, lui era in Sierra Nevada con il suo compagno Beñat Intxausti. Mentre uscivano dal residence per andarsi ad allenare, la porta automatica del garage si chiuse all’improvviso sulla loro automobile. Lui era ancora molto leggero, e quella porta tanto pesante. Così morì Xavier Tondo Volpini, trentadue anni, catalano di Valls, la città dei Castells.
Quarta tappa, Escaldes-Engordany-Tarragona, km 198,2: al km 167,8 la corsa passa da Valls. Se siete lì, chiedete cassola de peix amb romesco. Non potete sbagliare.
Se seguite la Vuelta da lontano, in attesa della tappa potete ascoltare la canzone che Elena Volpini ha dedicato a suo fratello Xavi https://www.youtube.com/watch?v=SsJhIRENQaQ
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