EUROPEI. IL RITORNO DI CARUBE

PROFESSIONISTI | 04/08/2017 | 11:49
Ritrovarsi 11 anni dopo può essere come tradire un ricordo e trovarsi faccia a faccia con uno sconosciuto. Ma, in fondo, per Roberto Lencioni e il ciclismo non si è mai trattato di un addio. E i cambiamenti si colgono, ma sono dettagli di un volto che resta familiare.

Lencioni e il ciclismo si sono dati appuntamento a Herning, in Danimarca, per gli Europei. Nel più improbabile dei luoghi che sarebbero stati affini a un meccanico cresciuto in una della quarantina delle frazioni di Capannori. Perché lui non è di Lucca, ma neanche del Comune che gli dà la residenza. «Sono di Segromigno in Monte». E di più «Della corte Carube». Uno spazio costruito da suo nonno, Carube a sua volta, come del resto il padre prima di lui.

Un soprannome che oggi vive nel volto del 58enne meccanico ex Saeco e Domina Vacanze, lui che si dice «l’ultimo dei Carube. Perché ho due figlie femmine e il cognome non è andato avanti. Ma ho 4 nipoti, di cui due maschi: Matteo e Tommaso. Loro sono Carubini…». Lencioni lo dice, ma in fondo il perché non lo sa nemmeno lui. «Una mia cugina ha ripercorso l’albero genealogico, trovando che nel Settecento tra i miei antenati c’era un Cherubino. Magari l’epiteto nasce da lì. O forse dal fatto che il mio bisnonno commerciava animali e mangimi. Come la carruba. E, sì sa, in Toscana una erre si perde in fretta…».

Oggi Lencioni ha una squadra di bimbi, un plotone di 20 appassionati di bicicletta, tutti tra i 7 e i 12 anni. Che ovviamente corrono per la Carube Progetto Giovani. «E mi diverto a seguire gare come l’Eroica. Che è un po’ la maniera per tornare giovane come meccanico, mettendo le mani su biciclette di 40 anni fa».

Lencioni ha chiuso la carriera con la Naturino-Sapore di Mare, dopo l’esperienza in Universal Caffè. Senza pensare che agli Europei danesi sarebbe finito per essere tra i protagonisti. «Mi hanno “riesumato”, anche se non è un’espressione bella da dire. Si vede che le squadre in questo periodo sono molte impegnate e i loro meccanici altrettanto. È capitata questa occasione e io non avevo impegni. È un attestato di stima che mi ha fatto piacere, evidentemente qualcuno deve aver parlato bene di me».

Lencioni segue la squadra professionisti con Stefano Scarselli e non nasconde l’orgoglio di rendersi utile per questa Nazionale. «Si concentra tutto in pochi giorni, c’è da lavorare e basta. L’importante è fare bene e avere la coscienza a posto. Vogliamo fare il nostro meglio, sperando che i corridori possano finalizzare il tutto».

Il tempo trascorso non ha annacquato la determinazione di Lencioni, che si trova comodo anche in un ambiente differente rispetto a quel che ricordava. «Rispetto al 2006, il mondo del ciclismo è cambiato. Soprattutto a livello di squadre. Una volta c’erano 13 o 14 corridori per team, era come una famiglia. Si stava insieme e si viaggiava uniti, facendo riferimento a un unico direttore sportivo. Oggi non è così, ci sono squadre da 40 atleti e diversi responsabili. Si è trasformato in uno sport un po’ più individuale, prima sono convinto che si creassero legami più stretti».

Ma in Nazionale è diverso: «Conoscevo già qualche corridore, altri no. I tecnici li conosco da una vita: Marino Amadori l’ho avuto come atleta nel 1989, Marco Velo era con Alessandro Petacchi quando io seguivo Mario Cipollini, ma ci siamo sempre trovati. Davide Cassani correva quando io ero in attività in altre squadre e ci si conosceva un po’ tutti (nella foto, Carube Lencioni a Herning con gli altri meccanici della nazionale, Stefano Scarselli e Gianfranco Zanatta)».

Il pragmatismo di Lencioni è riflesso nelle sue parole ed è quello che non lo fa perdere in giri di parole. «Questa esperienza è gratificante, ma non penso che possa rappresentare una nuova opportunità per restare attivo con qualche squadra, subito dopo. Non credo che qualcuno abbia bisogno di me. Ma se ci fosse la necessità, potrei dare sicurezza a chi lavora tutti i giorni, facendo anche da supervisore ai giovani, a cui è bene fare spazio. Il tempo passa», ma Lencioni resta. «E in ogni caso, non si mai…».

Stefano Arosio
Copyright © TBW
COMMENTI
Carube,
4 agosto 2017 14:36 canepari
un amico, un personaggio, un poliedrico e adesso anche un autentico REVENANT-REDIVIVO. Meglio che Leonardo Di Caprio nella sua interpretazione da Oscar....Ma chi lo aveva eliminato? o meglio chi credeva di averlo eliminato???

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla ottava tappa del Tour de France. 8: UN NUOVO VINCITOREJonathan Milan, un debuttante al Tour de France, ha impiegato 8 tappe per alzare le braccia per la prima volta. L'italiano ha...


Nella tappa più attesa di questo Giro d’Italia Women, UAE Team ADQ ha firmato una vera e propria impresa. Elisa Longo Borghini è la nuova Maglia Rosa al termine della durissima frazione con arrivo in salita sul Monte Nerone, dopo...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Gliela confezionano, poi però se la costruisce, se la guadagna e se la prende con lucida determinazione. Sa che è il giorno e non può rimandare a domani ciò che si può prendere oggi. Groves...


Milan vince al Tour dopo sei anni, Longo Borghini in rosa al Giro: è il giorno dei campioni italiani. Il corridore friulano ha vinto oggi l’ottava tappa della Grande Boucle, da Saint-Méen-le-Grand a Laval Espace Mayenne (171, 4 km), riportando...


Dal Vincenzo Nibali della penultima tappa del 2019 al Jonathan Milan dell'ottava tappa del 2025: spezzato il digiuno dell'Italia al Tour de France dopo quasi sei anni! Sotto gli occhi del Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, il gigante friulano della...


Ci sono volute 114 tappe, dopo quella lunghissima salita vincente di Nibali nella penultima giornata del 2019 a Val Thorens, per rivedere un italiano vincere una tappa al Tour de France. Oggi Jonathan Milan è riuscito nell'impresa, conquistando l'ottava frazione...


Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


L'austriaco Michael Hettegger, classe 2008, ha vinto il Gran Premio FWR Baron Cima Monte Grappa per juniores con partenza da San Martino di Lupari nel Padovano. Il campione austriaco su strada e della montagna ha preceduto Andrea Cobalchini del Gottardo...


Una vittoria fortemente voluta ad ogni costo quella ottenuta dalla Biesse Carrera Premac nell’edizione n. 84 del Giro delle Due Province a Marciana di Cascina in provincia di Pisa, una classica la cui prima edizione porta la data del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024