PROFESSIONISTI | 05/07/2017 | 18:29 Mario Cipollini è intervenuto oggi in diretta a Tutti Convocati su Radio 24 ed è stato intervistato sulla volata finale della quarta tappa, costata la squalifica dal Tour a Sagan: «A me sembra che Sagan segua una linea finché non vede che c’è un’ipotesi di un’ombra che sta arrivando, che poi è Cavendish e che secondo me era l’unico che in quel momento avrebbe potuto contrastare Demare. Sagan se ne accorge e va a chiudere quel varco, l’apertura del gomito è evidente dopo aver deviato minimo di 80 centimetri la propria traiettoria di linea».
«Si dice che quando vai ad inserirti in un varco vai un po’ a cercartela come ha fatto Cavendish, e di solito non si fa, ma la freddezza di un campione dovrebbe essere anche quella di capire che il rischio di un risultato di prestigo non vale la vita di un altro atleta. Ecco forse è per questo che il Tour de France ha voluto punire Sagan. E a Cavendish è andata bene, perché quando si cade vicino alle transenne sull’asfalto, non si sa quello che può accadere».
E ancora: «Il Tour de France, secondo me, ha colto l’occasione di dettare leggere dicendo ‘qui comandiamo noi, chiunque tu sia Sagan o chiunque altro’. Credo che Peter paghi anche, almeno in parte, il fatto di essere l’unica vera stella di questo Tour de France e fondamentalmente ai francesi il fatto che ci sia qualcuno di superiore al Tour stesso non va bene. Lo dimostra anche il fatto che Mario Cipollini e Marco Pantani venivano lasciati a casa, perché in quel momento Cipollini nelle volate e Pantani nelle salite erano il tema più importante del Tour de France. In più non conosociamo le relazioni tra l’Unione Ciclistica Internazionale e il Tour de France, perché credo che l’Uci difenda il proprio beniamino e la sua maglia di campione del mondo».
Ed infine: «Sono d’accordo con il fatto che mandare a casa Sagan per questa scorrettezza è una decisione esagerata, potevano tranquillamente sanzionarlo e dare un monito del tipo ‘guarda che nelle volate non si deve fare così, soprattutto tu che sei l’atleta più considerato, quello che dà esempio al mondo, che stimola i ragazzini a correre in bicicletta. Se rivediamo il video di ieri si capisce che non c’è più nessuno sicuro di se stesso, il primo ad essere insicuro è Cavendish, perché ad un km dall’arrivo, quando ha due atleti davanti che stanno facendo il treno, lui fa l’elastico, fa il buco, in gergo, ai suoi compagni. Creando il varco obbliga quelli che lo stanno seguendo ad andare a cucire il buco e lui deve in qualche modo rinfilarsi nella migliore posizione che riesce a conquistarsi. Dopo diventa una marcatura a uomo in cui nessuno ha la correttezza, la forza, la sicurezza di partire ed andare a fare il proprio sprint per la linea. Ieri andavano squalificati tutti tranne Kristoff, che è l’unico che ha fatto la sua traiettoria dritta».
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