Se avessimo fatto questa stessa chiacchierata con Filippo Conca un anno fa, nella sua testa ci sarebbe stato il chiaro obiettivo del campionato italiano con il desiderio di far saltare il banco ad ogni costo. Era un sogno grande spinto dalla volontà di riprendersi il suo posto in un ciclismo che non credeva più in lui. La rassegna tricolore non aveva ancora un vero percorso, addirittura si vociferava che fosse perfetta per i velocisti, ma Filippo non solo ci pensava, ma ci credeva e così ha fatto Carlo Beretta dello Swatt Club, entrambi hanno scommesso e rischiato. Ma chi se lo aspettava che la rivoluzione sarebbe successa sul serio?
Ormai Filippo ha perso il conto delle volte in cui ha raccontato questa storia, sempre un po’ assurda, ma stupenda, eppure anche qualche giorno fa non ha potuto non emozionarsi. Sul palco della festa del comitato provinciale lecchese è stato accolto con tripudio dagli addetti ai lavori, ma soprattutto dai tanti ragazzini che lo vedono come un eroe, d’altronde non capita tutti i giorni di potersi vantare di abitare a due passi dal campione italiano. Nella storia della rassegna tricolore soltanto un altro atleta lecchese era riuscito a dominare, ma Conca è l’unico ad averlo fatto con una squadra del territorio e forse in un modo così spettacolare. Sono accorsi in tanti ad applaudirlo, c’è anche Carlo Beretta, il presidentissimo di quella squadra che, come dice lui «è specializzata nella raccolta degli scarti e nel loro rilancio»; ma soprattutto crede negli atleti e dà una seconda possibilità.
«Sono molto orgoglioso di me stesso perché ho tenuto duro anche quando tutti credevano che avrei mollato. Esattamente un anno fa mi sono trovato con tanti no e poche certezze, non è stato facile, ma tutto quello che è successo non solo mi ha spronato, ma mi ha insegnato a valutare meglio le persone. Molti mi hanno voltato le spalle, solo in pochi si sono dimostrati sinceri e veramente interessati a ciò che mi stava succedendo ed è con loro che voglio continuare. Credo che tutta questa avventura sia una delle cose più preziose che mi abbia dato il ciclismo, mi servirà in futuro perché in un post carriera, in qualsiasi ambito opererò capirò meglio le persone a cui dire sì e quelle a cui dire no» racconta Filippo a tuttobiciweb. Se un anno fa c’era la possibilità di smettere, ora la certezza è andare avanti per sfoggiare la sua maglia tricolore. Dopo la vittoria del titolo italiano come per magia in tanti sono arrivati a bussare alla sua porta, addirittura quei team che durante l’inverno si erano girati dall’altra parte non considerandolo all’altezza, Certo che spesso è buffa la vita, si fa proprio in fretta a cambiare idea, ma Conca non ha dimenticato quello che ha vissuto, si è preso un po’ di tempo e ha scelto la formazione che non solo gli potesse dare sicurezze, ma soprattutto tranquillità. L’avventura in Jayco Alula purtroppo non è iniziata nel migliore dei modi, alla sua seconda gara ha preso il covid e da quel momento è stata una continua corsa per cercare di riprendersi il più in fretta possibile e di aiutare i suoi compagni.
Ad inizio dicembre la formazione australiana ha già fatto un ritiro per introdurre i nuovi atleti e i nuovi membri dello staff, un modo per conoscersi meglio e iniziare a pianificare il 2026. Per Filippo, arrivato in squadra nell’ultima parte della stagione, è stata così la prima vera occasione per vedere il team al completo. «In squadra mi sono trovato subito molto bene, peccato che il covid mi abbia un po’ bloccato. Tra gli italiani ho fatto subito amicizia con Davide de Pretto, è un ragazzo molto giovane ma ha del grande potenziale, nel primo ritiro ho avuto la possibilità di conoscere meglio Andrea Vendrame che è uno dei nuovi innesti italiani. Con Alessandro Covi invece è un discorso a parte, ci conosciamo da quando avevamo 6 anni, anche le nostre famiglie si conoscono e sono veramente felice di correre in squadra con lui dopo tanto tempo » prosegue Filippo parlando dei suoi compagni di squadra italiani. In squadra avrà un ruolo cruciale Alessandro de Marchi che è diventato il suo direttore sportivo di riferimento e sicuramente potrà consigliarlo al meglio nel suo ritorno ad alti livelli. «Per me De Marchi è sempre stato un esempio, mi piacevano i suoi attacchi da lontano e come riusciva ad andare a segno. Nelle ultime gare che abbiamo fatto insieme ne ho approfittato subito per chiedergli qualche consiglio e sono felice di poterlo avere come mio direttore sportivo di riferimento. È stato un grande uomo squadra ed era naturale che rimanesse nel mondo del ciclismo, credo che ha tanto da insegnare.»
Il programma di Filippo Conca prevedere l’esordio in Spagna con la cCassica comunitad Valenciana, poi le gare di Mallorca e Uae Tour, in Italia correrà il GP Laigueglia, le Strade Bianche e a Tirreno Adriatico. Dopo la classica dei due mari la formazione australiana farà la sua selezione per il Giro da affiancare a Ben O’Connor e Conca spera di poterne fare parte perché diciamocelo, vince alla corsa rosa con la maglia da campione italiano sarebbe un colpo clamoroso. L’ultimo ad esserci riuscito è stato il suo caro amico Giacomo Nizzolo nel 2021 e perché non seguire le sue orme?
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