
Anna Van Der Breggen mancava al Giro da 4 anni, si era ritirata da vincitrice ed ora è tornata con la voglia di viversi appieno una delle sue corse preferite. Proprio in rosa a Cormons aveva parlato del suo ritiro senza lasciare la possibilità di dubbi, una decisione precisa, calibrata, ma poi qualcosa è cambiato. L’atleta olandese è tornata infiammando il mondo del ciclismo e tutti i suoi tifosi, nessun obiettivo preciso, solo la voglia di godersi la bellezza del ciclismo, ma ora che siamo al Giro la domanda ci sorge praticamente automatica: c’è la possibilità di vederla in rosa?
L’olandese ama il Giro e il nostro paese, se ne è innamorata all’istante quando, ancora nella categoria Junior, era venuta a correre alcune gare in Italia ed è proprio nella Penisola che ha messo a segno le sue più importanti conquiste. 4 giri d’Italia e il titolo mondiale vinto ad Imola, giusto per citarli ad alcuni, proprio lì dove finirà la corsa rosa di quest’anno e quindi perché non provarci?. «Sono emozionata di poter tornare al Giro ho tanti bei ricordi qui e spero di riuscire a vincere una tappa, per la generale invece non ho grandi obiettivi, cercherò di vedere come sto giorno dopo giorno, e se le gambe girano bene sicuramente un pensiero lo farò. Ci sono tante incognite, ho lavorato duramente prima sulle strade del Tour dove abbiamo fatto una ricognizione e poi siamo state a Livigno 3 settimane, io sono tornata proprio due giorni prima della partenza del Giro, bisogna vedere come sarà l'adattamento Il percorso mi piace molto, in particolare le due tappe finali che sono molto dure, e terrei proprio tanto a vincere ad Imola. Ho un legame speciale con quel luogo, proprio lì ho conquistato il mio secondo titolo mondiale e sarebbe proprio bello riscrivere la storia, ma sarà molto difficile» spiega Anna senza mai sbilanciarsi. Nessun proclama, nessun “vengo e voglio prendermi tutto”, ma semplicemente il desiderio di mettersi alla prova e di vedere dove può arrivare.
È un Anna nuova, una ex cannibale che ha raggiunto una dimensione differente in cui vivere il ciclismo. L’obiettivo di inizio stagione era quello di vincere una corsa, ci è riuscita già alla Vuelta, ma soprattutto quello di sentirsi bene in gruppo, di ritrovare se stessa. «In questi primi mesi di gare ho letteralmente riscoperto l’amore per il ciclismo e credo che sia bellissimo. Non corro più con la pressione di dover dimostrare qualcosa, ora corro e basta. Sto scoprendo un nuovo modo di vivere il ciclismo e sto trovando aspetti che prima sottovalutato, dovevo fare risultato ad ogni costo, dovevo vincere altrimenti non ero soddisfatta, ma in realtà non conta solo questo. Quando mi sono ritirata sembrava tutto bellissimo, poi poco alla volta mi sono resa conto di aver perso la parte più bella di questo sport, non l’avevo mai vissuta perché ero sempre troppo impegnata a raggiungere il risultato. Ora sono serena, ho già fatto bene in passato, ho già vinto, non ho più bisogno di dimostrare niente, posso solo vivermi questa fantastica opportunità restando semplicemente me stessa. Il Giro è speciale, ritornarci così, con questa mentalità è veramente un regalo grande.»Sentirla parlare è come assistere ad una lezione di vita riservata a pochi, per lei che ha vinto tutto ed ha raggiunto i vertici del ciclismo mondiale, è tempo di provare ad essere più normale. È stato indubbiamente un percorso lungo e non facile, ha dovuto passare dall’altra parte, a dirigere le sue atlete da un’ammiraglia, o come dice lei «a fare la bella vita bevendo vino e caffè», per capire che era presto per mettere la parola fine.
Il ciclismo l’ha sempre accolta, su e giù dell’ammiraglia Anna ha trovato le sue ragazze pronte a supportarla. La Sd Worx è la squadra più forte al via, sia come formazione compatta che con le sue individualità, l’obiettivo stagionale è vincere il tour con Lotte Kopecky, ma nel frattempo potrebbe arrivare anche una maglia rosa. «Imparare nuovamente a stare in gruppo è stato estremamente difficile, alcune dinamiche sono cambiate, ma soprattutto c'erano delle cose prima automatiche che non ero più in grado di fare, per fortuna dopo un paio di gare tutto è diventato semplice. Il cambiamento più grande è sicuramente il livello del gruppo che si è alzato ed è diventato fondamentale avere la giusta posizione, fino a quattro anni fa c’era la possibilità di risalire anche all’ultimo cosa che ora non è più possibile. Fortunatamente in squadra con me ho delle ragazze molto brave che mi stanno aiutando molto in queste cose sono incredibili e abbiamo creato davvero un bel gruppo. L’anno scorso quando ero in ammiraglia sono arrivata ad un passo dal vincere il Giro con Lotte ed ora eccomi qui pronta ad affrontarlo a suo fianco e poi a supportarla al tour. C’è Lorena che è qui per vincere almeno una tappa, è fortissima e vederla sprintare fa un certo effetto, sembra che prenda il volo. E poi in squadra ci sono Barbara e Elena, due ragazze pazzesche, da Italiane sono molto legate al Giro, ci stanno dando tanti consigli ed è evidente come siano legate a questa corsa, il loro attaccamento ci sta spronando»
Intanto Anna nella crono di apertura ha sfiorato il podio, a Bergamo ha pagato 20” a Marlen Reusser, 8” dalla sua compagna Kopecky e 4” dalla Longo, ma il Giro è solo all’inizio e c’è molto da pedalare. Oggi ci sarà il primo arrivo in salita, Aprica, Valtellina e se le premesse sono quelle che abbiamo visto alla Vuelta è meglio preparare i popcorn perché la regina Anna potrebbe salire in cattedra da un momento all’altro.
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