DIECI FACCE DA ROUBAIX

PROFESSIONISTI | 12/04/2025 | 08:15
di Angelo Costa

Un paio di brevi tratti nuovi, poche centinaia di metri di pavé in meno rispetto alla scorsa edizione, ma il risultato non cambia: la Parigi-Roubaix resta una prova di forza e resistenza, dove la sfida è prima di tutto con se stessi. Nello sport moderno, fatto di materiali evoluti e metodologie rigorose, è ancora un solido baluardo di ciclismo antico: non per nulla, dall’alto delle sue 121 edizioni, è considerata la Regina delle classiche. Classico il percorso da Compiegne al velodromo della città del carbone, 259 chilometri, 55 dei quali di pietre dure, distribuiti in trenta settori. Il ballo comincia dopo un centinaio di chilometri, ma a segnare il destino sono i punti iconici: la foresta di Arenberg, setaccio di energie e di speranze, dove si entrerà dopo quattro curve secche per ridurre la velocità, Mons en Pevele e Carrefour de l’Arbre, dove si sceglierà chi è degno del successo. Quattordici le vittorie italiane, l’ultima nel 2021 nell’unica edizione autunnale post covid con Colbrelli, fin qui la sola nel terzo millennio. Ecco le dieci facce che possono sollevare la pietra assegnata come trofeo al vincitore.


Mathieu Van der Poel. Vince perché anche questa classica è il suo giardino di casa, perché ha vinto le ultime due edizioni dopo un terzo e un nono posto, perché sulle pietre una volta gli può andar male ma due no. Non vince perché non si è ripreso bene da una leggera influenza.


Tadej Pogacar. Vince perché è l’unico al mondo che riesce a farlo su qualsiasi terreno, perché quando si mette in testa un obiettivo lo centra sempre, perché le sfide che sembrano impossibili sono quelle che lo motivano di più. Non vince perché da debuttante non gli basta soltanto la fortuna.

Filippo Ganna. Vince perché è la grande classica più adatta a lui, perché l’ha già vinta da under 23, perché ha stazza e forma per restare al passo dei più forti. Non vince perché sul pavé bisogna esser bravi a guidare e in caso di arrivo in volata rischia di trovare chi è più veloce.

Wout Van Aert. Vince perché è un altro che sulle pietre ha una marcia in più, perché nelle ultime due edizioni disputate ha chiuso sul podio, perché aver corso un Fiandre da primattore gli ha restituito anche morale. Non vince perché rispetto agli altri fenomeni gli manca ancora qualcosa.

Mads Pedersen. Vince perché è in un momento di forma pazzesca, perché ha tutto per conquistare una classica monumentale, perché può contare su partner di lusso come Stuyven e Milan. Non vince perché anche quando fa tutto bene trova sempre qualcuno che fa meglio di lui.

Jasper Philipsen. Vince perché con le pietre francesi ha confidenza, perché non si considera un semplice velocista ma uomo da classiche, perché nelle ultime due partecipazioni ha chiuso al secondo posto. Non vince perché ha corso poco e quando l’ha fatto non ha brillato.

Stefan Kung. Vince perché nelle corse al Nord fin qui è stato sempre davanti, perché in questa classica è tra i più esperti, perché nelle ultime tre partecipazioni ha chiuso regolarmente nei cinque con un podio. Non vince perché correre da protagonista non basta per arrivare al successo.

Biniam Girmay. Vince perché ha le caratteristiche giuste per questa corsa, perché è uno degli obiettivi che si è posto in carriera, perché in caso di arrivo in gruppetto è tra i più veloci. Non vince perché è al debutto e la mancanza di esperienza sul pavé è una difficoltà in più.

Oliver Naesen. Vince perché ha le qualità per esser protagonista, perché le nove edizioni disputate le ha concluse tutte, perché è di quelli che sul pavé si fanno sempre trovar pronti. Non vince perché l’influenza che gli ha fatto saltare il Fiandre potrebbe avergli tolto qualcosa.

Tim Merlier. Vince perché è il più vincente in stagione, perché oltre ad essere velocista è anche un uomo di fondo, perché con il compagno Lampaert è la carta migliore della Soudal. Non vince perché i favoriti terranno il ritmo alto anche per lasciare per strada quelli come lui.


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COMMENTI
Pogacar
12 aprile 2025 10:57 max73
Pogacar attaccherà da lontano per fare fuori gli uomini più veloci di lui, non solo Philipsen , Merlier o Pedersen ma anche WvA e MVD... Sarà interessante capire se un terreno completamente piatto riuscirà a fare la differenza....poi alla Roubaix bisogna anche fare i conti con la sfortuna (forature e problemi meccanici).... sarà comunque una corsa spettacolare... almeno questa sarà trasmessa dalla Rai, uno scandalo il Fiandre non trasmesso in chiaro!1

Mads
12 aprile 2025 13:29 Panassa
Vorrei veramente che vincesse pedersen. Se lo merita.

Idem come sopra
12 aprile 2025 13:46 VanderLuca
D'accordo con te,max 73, Pogi può solo attaccare,attaccare,attaccare....e la Rai ha perso una grande occasione, non solo il Fiandre....ci sono state gare bellissime....vedi lo sprint Merlier, Philipsen,Moschetti....e il tour Basco, ma dai!!!!

Povera rai
13 aprile 2025 08:20 Marco73
Oggi sarà uno spettacolo, chiunque vinca.....la rai purtroppo è una vergogna ieri la roubaix donne in differita alle 21🤢🤢

Best
13 aprile 2025 08:44 Thelonious
Favorito VdP, ovvio. Subito dietro Van Aert e Pedersen, difficili da staccare e capaci di vincere allo sprint: il belga ha qualcosa in più sul pavé, da bravo crossista, il danese ha qualcosa in più allo sprint. Terza fascia Pogacar, Ganna e Philipsen: Pippo ha la gamba ma la sua guida sul pavé lascia a desiderare, allo sprint non sarebbe favorito con gli altri già nominati e quindi è quasi obbligatorio arrivare da solo; Pogi ha la classe infinita, uno come lui è un incognita totale ma non puoi mai escluderlo dal pronostico, anche se qui non troverà le salite del Fiandre e allo sprint è sfavorito con tanti; Philipsen deve sperare in un arrivo allo sprint, nel qual caso sarebbe favoritissimo e avrebbe anche VdP dalla sua, ma il suo stato di forma è un incognita così come il suo ruolo in appoggio a Mathieu. Gli altri possono vincere solo se accadranno cose impreviste e imprevedibili, sempre possibili alla Roubaix ma veramente con probabilità non tanto distanti dallo zero.

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