COPELAND. «PER NOI L'ALULA TOUR HA UN SIGNIFICATO PARTICOLARE E DOPO LA CORSA...»

PROFESSIONISTI | 30/01/2024 | 09:37
di Francesca Cazzaniga

In occasione della presentazione squadre dell’AlUla Tour ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con Brent Copeland, General Manager della squadra “di casa”, il Team Jayco AlUla. Copeland sudafricano di Johannesburg ma comasco di adozione ha raccontato a Tuttobiciweb la gestione dei periodi invernali con una formazione di matrice australiana, l’avvio di questa stagione cominciata dal Tour Down Under, le ambizioni per questa stagione e i grandi progetti che rivolgono uno sguardo al futuro, uno su tutti la crescita di AlUla come capitale del ciclismo dell’Arabia Saudita; il tutto con una filosofia: quella di guardare sempre prima l’uomo e poi il corridore, senza chiaramente dimenticare le ambizioni di vittoria: “Abbiamo lavorato tanto sulle aspettative quest’inverno soprattutto con il Team Performance. Nella nostra squadra ci sono tanti corridori australiani e quindi non è semplice organizzare un ritiro come fanno altre squadre, cerchiamo di fare del nostro meglio e quindi riunire più corridori possibili almeno per il mese di dicembre. Abbiamo però la fortuna che quando da noi è inverno in Australia è estate e i corridori che rimangono a casa riescono comunque a lavorare ed eseguire i programmi. La nostra stagione che è cominciata con il Tour Down Under non è andata secondo le nostre aspettative ma questo è il bello dello sport: si vince e si perde”.


Quest’inverno avete ingaggiato Valerio Piva, quindi avete rivolto uno sguardo verso le Classiche e le vittorie vittorie di tappa soprattutto nei Grandi Giri...
“Valerio è una persona fantastica e ha una grande esperienza sia per le corse a tappe che per quelle di un giorno. Lavora con una grande precisione e questo è ciò che piace tanto sia a me che a Gerry Ryan. Siamo molto felici di averlo a bordo con noi e speriamo di riuscire a fare la differenza in questa stagione”.


Yates, Groenewegen, Matthwes e Ewan saranno gli uomini di riferimento per questa stagione?
“Abbiamo otto corridori tutti in grado di poter vincere le corse e questo è stato un nostro obiettivo: Matthwes, Groenewegen, Ewan, Plapp, Yates, Zana, Dunbar e Schmid, sono otto corridori che sono importanti per il roster della squadra. Abbiamo passato tre anni difficili in cui i risultati non sono stati quelli che ci aspettavamo e abbiamo sofferto anche nel ranking. Abbiamo capito su cosa lavorare e quindi quali fossero i nostri punti deboli, per quello abbiamo voluto con noi Caleb Ewan e Luke Plapp che sono stati due ingaggi per noi importanti soprattutto in ottica futura”.

Ewan e Groenewegen due grandi velocisti con due calendari diversi. Che rapporto c’è tra di loro?
“Un ottimo rapporto, si trovano bene insieme e in passato non hanno mai avuto problemi. Abbiamo parlato bene con entrambi prima di portare Ewan in squadra perchè volevamo essere certi con Dylan che l’arrivo di Caleb non creasse problemi. La filosofia della squadra arriva dal nostro capo Gerry Ryan ed è quella di guardare prima di tutto il benessere delle persone all’interno del Team, di conseguenza poi arrivano le vittorie. Siamo poi riusciti a mettere insieme un calendario in cui non c’è conflitto e in cui abbiamo la possibilità di vincere con due velocisti in due corse differenti”.

Lato classifica generale importante è l’arrivo di Luke Plapp che troverà al suo fianco corridori come Yates, Dunbar e Zana. Quali sono gli obiettivi nei tre Grandi Giri?
“Dylan farà il Tour insieme a Yates e Caleb il Giro con Dunbar, dobbiamo ancora però definire la rosa finale per tutti i Grandi Giri, abbiamo la squadra divisa tra il gruppo di Dylan e quello di Caleb con i rispettivi treni, poi lavoreremo intorno alla classifica generale. Lato classifica bisogna essere realisti ed essere consapevoli che battere sulla carta corridori come Pogacar o Vingegaard non è facile e quindi costruire una squadra di sette corridori più il leader solo intorno alla classifica non è una strategia vincente, è meglio dividere i corridori e provare a essere competitivi su più fronti”.

Per i giovani il mercato vi ha portato tre giovani interessanti come De Pretto, Foldager e Schmid, senza dimenticare l’accordo triennale con l’Axeon, formazione Under23 di Axel Merckx...
“Lo scorso anno insieme a Gerry abbiamo pensato cosa mancasse alla nostra squadra per il futuro e ci siamo resi conto che a mancare era il passaggio per i giovani, sia per le donne donne che per gli uomini. Grazie a Liv abbiamo preso in mano Liv Racing che è diventata Liv AlUla Jayco Continental e Liv AlUla Jayco World Tour femminile in cui abbiamo la possibilità di poter fare quel passaggio necessario tra Allieve, Juniores e World Tour che manca. Lato maschile il progetto è molto simile ma la squadra di Axel Merckx è indipendente e noi forniamo a loro una sponsorizzazione con un accordo di lavorare insieme a lui per portare i corridori nel professionismo. Sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati ci è piaciuta molto la filosofia di Axel che poi è molto simile alla nostra. Gerry Ryan è un imprenditore che prende decisioni nel giro di poco tempo e così è stato anche con Axel. La nostra filosofia come detto è quella di guardare la persona prima come uomo e poi come corridore, non tutto è basato sulla vittoria e sulla performance che certamente sono comunque due aspetti importanti ed è ciò che porta soddisfazione; però bisogna anche lavorare sulle persone”.

Qual è il segreto per alzare sempre di più l’asticella stagione dopo stagione?
“Ormai bisogna guardare ogni area della squadra e focalizzarsi sui dettagli che sono quelli che fanno la differenza e per farlo bisogna avere in squadra le persone giuste che credano nel progetto e in ciò che si sta facendo”.

AlUla che ha creduto nel vostro progetto, vostro partner del 2021 e name sponsor dalla passata stagione. Che cosa significa per voi correre qui all’AlUla Tour?
“E’ importante non solo per noi ma per il ciclismo mondiale, è fondamentale correre in vari paesi del mondo perchè da la possibilità alle persone di tutto il mondo di poter vedere e quindi vivere e respirare l’aria del ciclismo. AlUla non sponsorizza solo il ciclismo basandosi sui risultati e sulle vittorie, ma anche con lo scopo di promuovere la regione e il benessere delle persone locali”.

Quella di quest’anno è la quarte edizione dell’AlUla Tour, ex Saudi Tour. Come si sta evolvendo questa corsa?
“Molto bene, ogni anno cresce sempre di più. AlUla è una zona che ha l’ambizione di diventare la capitale del ciclismo dell’Arabia Saudita. E’ un posto che offre percorsi sia per la bici da strada, ma anche mtb e gravel e questo è sicuramente un valore aggiunto. I corridori hanno interesse nel venire qui a correre, il fuso orario non è tanto, il viaggio è abbastanza breve e il tempo è sempre bello, un bel modo per cominciare la stagione”.

Un territorio che si sta evolvendo sempre di più, sono stati costruiti resort di lusso come l’Our Habitas, un aeroporto con voli internazionali diretti dall’Europa e altri paesi diventando così una meta turistica per molti stranieri...
“Stanno spingendo molto per promuovere il turismo con forte connessione allo sport e al ciclismo in particolare”.

A corsa conclusa, come squadra vi fermerete qualche giorno in più per un camp ciclistico volto a incoraggiare la comunità locale a impegnarsi con questo sport, per ispirare le nuove generazioni a uno stile di vita attivo e per aiutarli a sognare di diventare i campioni del futuro...
“Ci saranno 11 persone le quali passeranno alcuni giorni in nostra compagnia e avranno l’opportunità di pedalare al fianco dei nostri corridori, e quindi saranno coinvolti all’interno del nostro Team per dargli la possibilità di conoscere più da vicino il nostro sport che ha il grande privilegio di far vedere da vicino paesaggi stupendi”.

A fine stagione sarai felice se...
 “Se riusciremo a vincere almeno 30 corse, non semplici gare però, perchè vorrei risultati di rilievo. Lo scorso anno abbiamo vinto solo quattro gare World Tour e per la rosa che abbiamo non è sufficiente, quindi almeno 10 di quelle 30 vittorie vorrei che fossero della massima categoria e poi vorrei essere tra le prime otto squadre del ranking mondiale”.

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