Franco Pellizotti: «Contador superlativo, ma io ci riproverò»
| 04/06/2008 | 17:13 Un bel dilemma che corre addirittura sul filo dei secondi dopo tre settimane di Giro d’Italia è quello che accompagna Franco Pellizotti, l’eroe della cronoscalata di Plan de Corones.
Meglio avere vestito la maglia rosa (prima volta in carriera) per quattro indimenticabili giorni della prima settimana grazie ad un secondo sull’americano di origini fiamminghe Christian Vande Velde. Oppure dopo 3.430 km di uno dei Giri d’Italia più duri e paradossalmente più equilibrati dell’ultimo decennio, era meglio salire sul podio finale di Milano, perso per una inezia dall’amico-rivale Marzio Bruseghin?
«Bella domanda. Ma io naturalmente avrei preferito vincere questo Giro. Da Palermo ero partito per quello. Da gennaio avevo fatto tutto per quello. Mi devo accontentare. Comunque mi sento di aver corso un buon Giro».
Nessun giro di parole per il Delfino di Bibione, “risalito a monte” prima a S.Lucia di Piave dove ha impalmato Claudia Basei e poi a Mareno dove da un paio di anni vive assieme alla moglie, il piccolo Giacomo (portato in trionfo sul podio a Plan de Corones) ed in attesa di Giorgia che nascerà ad ottobre.
«Diventerò papà per la seconda vola verso il 10 ottobre. Una settimana circa prima del Giro di Lombardia. Obiettivo di fine stagione a cui punto in maniera particolare. Non nascondo che mi piacerebbe vincerlo. Si chiaro anche a Verese mi piacerebbe esserci. Il percorso è duro e potrei dire la mia».
E chissà se Franco lo riuscirà a vincere sventolando il fiocco rosa sulla bici. Colore a cui la sua carriera è inevitabilmente legata.
«No. Non ho nessun rammarico per com’è andata al Giro. Quello che potevo e dovevo fare c’ho provato a farlo. Sono deluso, certo, per essere rimasto giù dal podio. Quello si. Per soli due secondi, poi. Una stupidata a fine di un Giro. Che ne so, una curva fatta meglio magari poteva bastare».
Lo sconforto dipinto sul tuo volto dopo l’arrivo di Bruseghin che alla fine della crono di Milano ti ha soffiato il podio, è una delle immagini forti che resterà dell’ultimo Giro. Così come il trionfo sullo sterrato di Plan de Corones.
«Vabbè, anche lui se lo è meritato. Meglio Marzio che un altro. Il bello è che prima della crono parlando tra noi, mi aveva detto che temeva Menchov. Invece per poco non l’ho superato io. Per me competere con uno specialista come lui è stato importante. Vincere a Plan de Corones, dove sono cresciuto nel finale come volevo, davanti ad amici e parenti è stato uno dei giorni più belli della carriera».
Riproverai l’assalto al Giro?
«Certo. Anche se il prossimo anno alla Liquigas ci sarà Ivan Basso, questo 4° posto lo considero un punto di partenza. Meglio poter disporre di più punte. Tanto poi è la strada che dice sempre la verità».
E con il baby Nibali, tanto osannato al via dalla Sicilia, come la mettiamo. Ad un certo punto (a torto) pareva essere diventato il capitano della Liquigas.
«Veniva dalla vittoria al Trentino. Si partiva dalla sua terra. Normale parlassero più di lui. Ma a me questa situazione ha fatto scattare quella grinta, quella determinazione che in tanti mi chiedevano».
In questo Giro si è rivelato il fenomeno Emanuele Sella.
«Fosse stato in classifica non avrebbe avuto così tanto spazio. Però nelle prime due imprese è andato davvero fortissimo. Se lo lasci andare ha dimostrato di essere davvero imprendibile».
Alla fine cosa resta? Sul Giau sei stato l’unico a far tremare Contador.
«Lo spagnolo ha vinto pedalando all’80% del suo potenziale. Giusta la sua condotta difensiva per capitalizzare il vantaggio preso nelle crono. Fosse stato al top, in salita avrebbe attaccato senza problemi. Lo hanno chiamato all’ultimo momento ed ha vinto. Io è da gennaio che preparavo il Giro... Forti come lui, attualmente, ne vedi pochi. A me resta la convinzione di poter correre un grande Giro per arrivare finalmente sul podio o puntare alla maglia rosa. Ora credo di più nelle mie possibilità, perché mi sono ritrovato in salita, nella terza settimana, ed a parte Urbino ho corso buone crono».
Peccato stasera il “Pelli” diserti la kermesse di Castelfranco (in forse sino al primo pomeriggio per la pioggia), in Veneto tra la sua gente, per essere a quella di Salò sul lago di Garda proprio assieme a Bruseghin. Lunedì ha vinto l’eliminazione ad Arona (No). Quindi nel fine settimana sarà alla 24Ore di Feltre (Belluno) e domenica al circuito di Pieve Vergonte. Dall’11 al 14 giugno correrà il Giro di Slovenia. Quindi staccherà la spina concedendosi un paio di settimane di mare tra Sardegna e la sua Bibione. Salterà quindi il tricolore strada. Salirà a Livigno dal 7 al 20 luglio e rientrerà alle competizioni al Brixia Tour.
Massimo Bolognini
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