SAN JUAN. JAKOBSEN: «AMO CORRERE, MA NON ACCETTO PIÙ FINALI DA PAURA»

INTERVISTA | 24/01/2023 | 09:00
di Giulia De Maio

Ieri è stato emozionante poter vedere in prima persona Fabio Jakobsen vincere la seconda tappa della Vuelta a San Juan. Dopo il suo terribile incidente al Tour de Pologne 2021 personalmente non mi era più capitato di vederlo alzare le braccia al cielo come inviata sul campo e ieri ho avuto l'impressione che in qualche modo fosse una nuova “prima volta”. «Amo correre e usare la mia bici. Il mio è un lavoro da sogno. Quello che ho passato dopo la caduta di due anni fa spero non debba mai provarlo nessuno. Io sono sopravvissuto e ho ritrovato la via del successo. È fantastico essere tornato a questo livello, sprintare è quello in cui riesco meglio. Resto umile e a ogni volata sento di avere una nuova occasione ogni volta. Sono felice di divertirmi ancora in sella» ha raccontato ieri dopo essere salito sul gradino più alto del podio di giornata, mentre io ripensavo al Tour of Guanxi 2018 quando lo conobbi per la prima volta.


All'epoca rimasi colpita dalla parlantina, dalla velocità di ragionamento, dalla consapevolezza nei propri mezzi di questo promettente velocista e scoprii che mamma e papà lo avevano chiamato Fabio in onore di Casartelli. Dopo quanto gli è accaduto il 26enne olandese della Soudal Quick Step è particolarmente sensibile alla sicurezza in corsa: «Il finale della prima tappa mi ha fatto paura, c'erano persone in strada e la deviazione finale non era chiara tanto che metà gruppo ha preso la via sbagliata. Io mi sono buttato sulla sinistra perchè mi sembrava la soluzione più sicura, non ho intenzione di rischiare nuovamente l'osso del collo. Come squadra siamo stati un po' sfortunati perchè ho perso Lampaert e Morkov, ma al traguardo ero felice che nessuno fosse caduto - confida. - La mattina successiva con i compagni ci siamo ripromessi di riprovarci perchè sapevamo che in uno sprint giusto saremmo stati i più veloci. Serry e Hirt controllano la corsa dal chilometro zero, Evenepoel prende in mano la situazione a 3 km dal traguardo e porta Lampaert fino al triangolo rosso, quindi Morkov mi lancia. Detta così suona semplice, ma la realtà è più complessa (sorride, ndr)».


Prima di ammirarlo nuovamente in azione oggi, gli chiediamo cosa dovrebbe fare l'UCI per rendere le corse più sicure. «Basterebbe far rispettare le regole che già ci sono, non esiste che la gente attraversi la strada quando stiamo arrivando. Il gruppo va veloce, deve avere una guida chiara e difese adeguate, non può trovarsi ostacoli e persone davanti. Non voglio cadere, soprattutto a inizio stagione e con tanti obiettivi nel mirino. La mia filosofia è “meglio perdere che cadere”. Le velocità sono alte, in questa corsa sono schierati 9 team World Tour quindi i picchi di velocità che raggiungiamo nei finali non sono da meno del Tour de France».

Copyright © TBW
COMMENTI
fabio
24 gennaio 2023 12:49 Mugica
Caro Fabio è così: bisogna anche saper frenare quando necessario. Non c'è NESSUNA corsa che valga la propria salute.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
SCOTT unisce le forze con il NSN Cycling Team come fornitore ufficiale di biciclette, sostenendo la squadra nella sua nuova entusiasmante era. Il team con sede in Spagna e licenza svizzera, non condivide solo la nazionalità con SCOTT. La partnership rappresenta...


Nel 2028 la KNWU - Federazione olandese di ciclismo - festeggerà i suoi primi 100 anni e lo farà organizzando competizioni di altissimo livello.  L'unione celebra questo anniversario con il Dutch Cycling Festival: un programma lungo un anno che renderà...


Un gravissimo lutto ha colpito il nostro collega Pietro Illarietti: si è spento all’età di 75 anni, dopo una lunga malattia, papà Franco. A Pietro e a suo fratello Mauro, a mamma Rina e a tutta la famiglia Illarietti giunga...


Avete bevuto già il caffè questa mattina? La risposta probabilmente sarà sì e, nel caso sia no, siamo sicuri diventerà sì nell'arco della giornata, soprattutto se avete in programma un'uscita in bici con gli amici. La coffee ride è un classico per...


L’olandese Yoeri Havik e il portoghese Iuri Leitão sono i primi leader della Sei Giorni di Rotterdam e guidano davanti ai campioni del mondo della madison Fabio Van den Bossche e Lindsay De Vylder e ai vincitori del Campionato Europeo...


La CANYON//SRAM zondacrypto ha ufficializzato nelle scorse ore l’ingaggio nella propria formazione di sviluppo di Erja Bianchi, 18enne lombarda di Lonate Pozzolo.   Dopo aver difeso i colori della Ju Green di Gorla Minore, Erja è poi passata alla Biesse...


Lo sport è uno dei mezzi migliori per comunicare con i giovani e la bella iniziativa “Dialoghi di Sport” sono tre eventi voluti dall’Assessorato allo Sport del Comune di Luni per trasmettere ai giovani l’interesse per lo sport come scuola...


A 26 anni Mattia Gaffuri ha realizzato il sogno di passare ufficialmente professionista, con l'ingaggio da parte della Picnic PostNL in seguito al suo stage in Polti VisitMalta e soprattutto alla lunga esperienza tra Swatt Club e studi da preparatore:...


Novartiplast un nome evocativo che riporta agli albori degli anni Ottanta del celebrato e compianto Mario Cioli. Colui che mise in piedi uno squadrone diretto da Domenico Garbelli e Olivano Locatelli. Colui che al ciclismo ha dato molto da vero...


Che cos’è la crono? Una corsa contro il tempo. Da solo, in coppia, in quartetto, a squadre. Con e contro il cronometro. I vecchi dicevano: partire forte, continuare fortissimo, finire alla morte. Una corsa alla morte, dunque un suicidio. Una...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024