VUELTA 2022. ED ECCO IL PRIMO ARRIVO IN SALITA

VUELTA | 25/08/2022 | 08:10
di Paolo Broggi

Ancora salita nella sesta tappa della Vuelta España: si parte da Bilbao per arrivare all’Ascensión al Pico Jano. San Miguel de Aguayo dopo 181,2 km.


per seguire la cronaca diretta dell’intera tappa a partire dalle 12.20 CLICCA QUI


Sulla carta, tutto lascia pensare ad una giornata da fughe con il primo trampolino di lancio che sarà il Puerto de Alisas, salita di 2a categoria che si affronterà al km 77,7.

Più impegnativa sarà la Collada de Brenes di prima categoria al km 145,8: una salita di 6,8 km con pendenza media dell’8,2% e due tratti che toccano addirittura il 15%.

La battaglia finale avverrà sulla Ascensión al Pico Jano. San Miguel de Aguayo, salita inedita per la Vuelta, ascesa che misura 12,6 km al 6,5% di pedenza medua, difficile nella prima parte, poi con un tratto per rifiatare poco dopo la metà e quindi di nuovo impegnativa anche senza raggiungere pendenze proibitive.

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COMMENTI
risposta al Magro.
25 agosto 2022 14:24 italia
Ieri il Magro durante la telecronaca della Vuelta diceva se qualcuno poteva spiegargli perché non si sono più i corridori italiani validi. Ci provo a rispondere.
Io penso che la causa maggiore è la mancanza di una squadra protour in quanto nel passato quando l’Italia aveva più squadre, queste pescavano spesso nel vivaio italiano facendo crescere con calma con poca pressione gli atleti.
Secondo aspetto è che nella mentalità italiana tecnica la figura principale da ricercare è lo scalatore, in quanto riassumendo un pensiero tipico dei tecnici, questo fa il vuoto il salita e tanto in pianura non si stacca nessuno; mentre oggi con la presa del ciclismo dei paesi anglosassoni la figura emergente è il cronomen veloce e soprattutto con l’aumento delle velocità, le salite da selezione sono sempre meno (oggi una salita del 6,5 % per circa 10 km è la base iniziale per far esaltare le doti degli scalatori, come quella di oggi alla Vuelta).
Inoltre il ciclismo si sta più internazionalizzando.
Ieri dicevi che si sono dei ciclisti di 16 anni che hanno il nutrizionista, preparatore atletico.
Hanno ragione ! Ti spiego il motivo dal mio punto di vista.
Oggi il destino di un corridore, a grandi livelli, si decide in genere intorno ai 18-19 anni; perché questi delle squadre anglosassoni e similiari, ipotizzo che cercano i talenti da assumere non già come ai tuoi tempi, magari un amico ti segnalava un giovane che andava, ma con internet.
Questi vedono le classiche dei campionati europei, panamericani, mondiali juniores dell’inseguimento individuale, del quartetto su pista e delle cronometro su strada; per cui è importantissimo entrare nelle nazionali su strada e su pista. Ad es. hai fatto l’inseguimento con 4’10’’:, ai vinto il mondiale o ti sei piazzato, allora sei un soggetto a cui eventualmente va proposto un bel contratto iniziale ( il cui compenso è ben diverso da quello proposto da una professional) perché è garanzia di validità dell’atleta.
Per i corridori non cronomen, devono proprio eccellere nelle gare a tappe a cui partecipano oppure racimolare un posto in qualche professional, che comunque è una base da cui iniziare.
Inoltre non è che in Italia ci sono decine di professional , sono anche queste pochettine e non è che gareggi a gare molto importanti ( ma ogni anno di devi impegnare per avere il pass del Giro d’Italia che non è dato a tutte le professional italiane), per cui per metterti in evidenza, non è impossibile, ma devi essere molto forte.
Questo è il mio pensiero; non è la verità assoluta, forse sbaglio, ma la vedo così.
Perché in Italia non c’è una squadra protour? Questo ve lo racconto alla prossima puntata.
Saluti

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