GATTI & MISFATTI. L’INACCETTABILE GIRO PART-TIME

GIRO D'ITALIA | 23/05/2021 | 17:35
di Cristiano Gatti

Via, bisogna essere leali e onesti, giusto il minimo, non possiamo usare due pesi e due misure. Per parte mia lo sento come un dovere, e allora sono qui sereno a dire che Nizzolo vale Ewan, che questa fregola dei velocisti di lasciare il Giro dopo la vittoria è comprensibile o censurabile allo stesso modo, per australiani e italiani, turchi e cinesi.


L'abbiamo già detto, non è un fenomeno nuovo: la fuga dei velocisti non è mai verso il traguardo, ma verso il primo aeroporto sottomano. S'è sempre fatto e sempre si farà, eppure c'è modo e modo. E comunque non l'hanno sempre fatto tutti. Io ricordo per esempio un certo Zabel che alla sola idea di un ritiro anticipato, senza motivi seri, si sarebbe fatto martellare un alluce. E' un esempio, ce ne sono tanti. La domanda che dobbiamo porci è una sola: è poi così accettabile questo atteggiamento, fa bene o fa male al Giro, serve o non serve al ciclismo?


Io non ho una risposta assoluta, che valga sempre e per tutti. Mi è però molto chiaro che abbiamo preso una piega precisa, con poche vie d'uscita. Siamo davanti a un nuovo metodo, a uno schema di gioco piuttosto rigido: adesso i velocisti vincono e se ne vanno, qualcuno inventando scuse, qualcuno come Nizzolo ammettendo solare e sereno “troppa fatica in montagna”.

Cioè, leggendo tra le righe: il velocista non vuole più soffrire inutilmente. Tutti quei chilometri di salita, chi me lo fa fare, a che servono. La risposta, una volta, era molto elementare: prima di essere un velocista sei un ciclista, la fatica e la montagna fanno parte del tuo mestiere, bisogna farlo in tutto e per tutto, per onorare il Giro e rispettare i tifosi.

Lo so, adesso questi discorsi suonano vagamente obsoleti, risultano freschi come fossili, convincono come le paternali dei tromboni d'anteguerra. Lasciamoli perdere, allora, proviamo a ragionare con l'alfabeto della modernità.

A poco vale l'obiezione che non mettere lo sprint nell'ultima tappa li fa scappare prima: non sta in piedi, stavolta ad esempio c'è ancora Stradella, eppure gli appagati come Ewan e Nizzolo se ne sono impippati tranquillamente.

Niente da fare, il nuovo codice prevede lo sprinter part-time, giusto il necessario, chi vince va a casa e chi perde resta finchè gli riesce di vincere, per cui alla fine riesce a vincere anche il peggiore, per ritiro degli altri.

Di più: stiamo lavorando alla neutralizzazione dei tempi negli ultimi 10 chilometri, i 3 di adesso non bastano, perchè i velocisti possano avere tutto lo spazio necessario, senza inconvenienti e seccature, buttiamo giù l'11 e sviluppiamo il massimo della velocità, ciascuno nella propria corsia, indisturbato, come nella finale dei 100 alle Olimpiadi. Basta con l'acrobazia, il coraggio, l'astuzia: contano solo i watt.

Di più, ancora di più: per evitare le inutili fatiche delle salite, finiremo per programmare cinque-sei tappe tutte e subito in avvio di Giro, così i velocisti fanno il loro e poi tolgono il disturbo, lasciando le montagne agli specialisti di quel settore.

Certo, di questo passo corriamo dritti alla super-specializzazione, all'eccesso estremo di specializzazione: sarà normale che uno sprinter arrivi, vinca la prima tappa e poi si ritiri, perchè il resto avanza.

E' così che vogliamo il ciclismo di domani? E' questo il profilo di velocista che abbiamo in mente?

La discussione è aperta. Però attenzione, ragazzi: l'ultima deriva di questo nuovo mondo è il ciclismo virtuale, con l'abolizione definitiva della strada e gli atleti messi su una bici stanziale, dentro un comodo studio, davanti a un video. Qualcosa del genere abbiamo già assaporato durante il lock-down, con tutte quelle corse da casa che hanno invaso la nostra vita. Io lo confesso, a quel tempo avvertivo solo una pesante tristezza. Se questo è il nuovo, fatemi scendere.

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COMMENTI
Cipo?
23 maggio 2021 17:49 Sandro
Se ricordiamo Zabel ricordiamo anche che il primo ad utilizzare il ritiro programmato è stato Cipollini, poche volte presente all'ultima tappa e poche volte criticato.

Ritiri
23 maggio 2021 18:20 bici1963
Buongiorno, sono d'accordo con il direttore, questi corridori credono di poter fare i loro comodi. I grandi giri dovrebbero iniziare subito con le grandi salite e mettere la tappa piatta solo dopo 4 giorni di salite, così vediamo questi signorini si comportano. L'alternativa è di non invitarli l'anno dopo.

Il Giro d'Italia del 1909
23 maggio 2021 18:41 carloprimavera
Queste tappe che raramente superano i 200 km invece che mantenersi a oltre il doppio; queste bici così tecnologiche, leggere e efficienti con addirittura il cambio al manubrio; questi caschi per non aprirsi la testa; queste partenze non di notte; queste auto di assistenza meccanica e pure medica!; la copertura TV. Potrei andare avanti, ma il gioco è noioso: si rimpiange sempre un passato a piacere, che a sua volta è stato criticato da chi è venuto prima. A questo punto perché non si corre più come nel 1909? Perché il mondo evolve, lo sport anche, tutto cambia, si offrono anche meno motivi di trovare scorciatoie illecite per reggere ritmi insostenibili. I velocisti sono lamentosi e pappemolli? Buon per chi invece il Giro lo vive fino alla fine rischiando il tempo massimo e faticando tantissimo, così poi di avere l’occasione di una vita con una fuga in una tappa di fine terza settimana senza quasi più squadre di velocisti interessate a tenere la corsa. Non esiste nessuna regola che impone che i velocisti debbano finire le corse, non esiste nessuna regola che impone che chi si iscrive a una competizione debba portarla a termine. Non esiste nessuna regola che impone che una tappa piatta debba per forza essere cosa di velocisti. Basta con questi articoli tutti uguali ogni anno: il mondo è cambiato già da tanto. Signor Gatti, se vuole scendere ora (con troppo ritardo rispetto al già citato metodo Cipollini applicato trent’anni fa) scenda e la smetta di lamentarsi sempre. Sia più concreto.

onorare il giro
23 maggio 2021 19:32 alerossi
ewan e nizzolo hanno onorato il giro più di ineos.

Carloprimavere
23 maggio 2021 20:08 Finisseur
Il commento più intelligente che leggo da anni. Complimenti.
Ps. I tifosi di ciclismo sembrano i tifosi della nascar che vanno a vedere le corse e sperano nell’incidente. #bastacarnedamacello

Velocisti
23 maggio 2021 20:16 Anbronte
Per lo stesso motivo al Tour non invitavano più Cipollini, basta usare lo stesso metodo.

ah les italiens, dissero i francesi
23 maggio 2021 20:57 Vindime
Quando Petacchi' lascio il toru de France dopo avwer vionto 4 tappe prima di Alpi e Pirenei, dove eri, non eri ancora nato? E' sempre stato così il cilismo professionistico. Contano solo i soldi. L'importante è che non si dopino, per il resto, va bene tutto.

Carloprimavere
23 maggio 2021 20:58 Paracarro
Sacrosanta verità

mondo di oggi e mondo di ieri
23 maggio 2021 20:59 italia
I casi di Ewan e Nizzolo sono SINTOMATICI dei valori espressi nel mondo di oggi, che sono molto diversi da quelli di 40 anni fa. Nel passato la vita sociale era informata dai principi religiosi cristiani che in estrema sintesi si basava sull’assunto che se vuoi andare in paradiso devi fare i sacrifici e rinunce sulla terra e rispettare doveri sociali e morali, per cui le persone se volevano raggiungere un obiettivo erano consapevoli e coscienti della necessità di fare sacrifici; inoltre si viveva in contatti sociali fisici molto forti e il controllo sociale era notevole; in sostanza se tu ti comportavi male o facevi qualcosa di sbagliato dovevi subire le reprimende delle persone vicine a te (colleghi di lavoro,amici,frequentatori di bar, parenti ecc..). Oggi questi valori sono scemati notevolmente e nel caso specifico degli atleti citati, questi fanno ESCLUSIVAMENTE i loro interessi personali non rispettando, sarebbe meglio dire fregandosi, minimamente degli organizzatori (che per organizzare la corsa devono smuovere montagne) dei tifosi,dei telespettatori ..). Questa è la mia opinione Non so dire se questa situazione odierna è giusta o sbagliata. Saluti

Giro ascolti tv ottimi
23 maggio 2021 21:22 marco1970
Ieri il Giro ha registrato un picco di 3.000.000 di telespettatori, con uno share del 17%.E' sgradevole fare paragoni con altri sport ma il nuoto sempre nella stessa giornata ha registrato uno share del 5%.Nonostante questi risultati,i telegiornali Rai continuano a dare notizie di nuoto e ad ignorare continuamente il Giro d'Italia,nonostante la tappa regina vinta dall'italiano Lorenzo Fortunato.Che cosa bisogna fare per sgretolare il muro di ostilità dei telegiornali?

Le volate sono finite
23 maggio 2021 21:24 bove
Le volate per questo giro sono finite. A Stradella non si arriverà con la classica volata di gruppo. Il finale è molto nervoso, lo conosco bene. Quindi non c'è da meravigliarsi se i velocisti se ne vanno a casa. In questo giro non c'è nemmeno la vetrina dell'ultima tappa di Milano per loro. Quindi, se non si è in lotta per la ciclamino, perché restare? Per dare il contentino a noi vecchi nostalgici?

X marco1970
23 maggio 2021 23:55 italia
I dati auditel del Giro d'Italia della tappa di ieri sono del 23,5 % e non del 17%. Perchè, proseguendo la campagna non certo di amore verso il ciclismo, secondo me, può darsi che mi sbaglio, nel 17% sono considerati i dati di tutte le trasmissioni a partire dalla 14 e non dell'ultima trasmissione che è del 23,5 con punte nel finale notevolmente superiori. Che si può fare per dare notizie del Giro anche nei TG? BISOGNA FARE ISTANZE DI PRESSIONE SULLA POLITICA, fargli capire a questi che mentre una partita di calcio o di tennis la puoi disputare a Roma, Parigi, New York, Mosca, Pechino, si vede sempre e soltanto un campo di calcio o di tennis, qui si fa vedere una vetrina dell’Italia con paesaggi mozzafiato, bellezze storiche naturali …; e poi questo sport con Eurosport, ESPN è visto dal Bhutan agli Stati Uniti, dalla Russia al Rwanda in tutto il mondo. Ma se l’ha capita il primo ministro turco Erdogan dell’importanza del ciclismo come vetrina del proprio paesi, a questi politici nostrani bisogna farglielo capire bene, bene !!. Faccio un esempio pratico: vedevo il Giro della Turchia: notavo paesaggi bellissimi, città stupende alberate, palazzi avveniristici, strade perfettamente levigate. Com’è bella la Turchia pensai !! Un giorno incontrai un mio amico che è stato diverse volte in quel paese e gli dissi che era bellissimo e supermoderrno; lui mi rispose che era così nelle città della costa, ma se uno faceva 10 km al’interno era come l’Italia degli anni 60. Lessi pure che quel birbo di Erdogan aveva organizzato i percorsi della corsa in maniera specifica per esaltare la modernità e bellezza ( ad esempio facendola passare sulle autostrade più moderne). Come fare pressioni sulla politica ci penserò. Saluti

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