
Il ciclismo ha concluso bene la stagione 2020 nonostante le restrizioni covid, con 21 eventi WordlTour e 121 giornate di corsa su strada, e una limitata incidenza (0,15%) del coronavirus sugli atleti. E' il bilancio fatto dall'Uci che ricorda come del calendario ridisegnato siano state cancellate solo Parigi-Roubaix e Amstel Gold Race, tanto in campo maschile che in quello femminile. Quanto al covid, fra corridori e staff ci sono stati 54 casi di positività, di cui la metà riguardanti ciclisti, su 13.850 tamponi. In totale, in tutte le discipline di ciclismo (strada, pista, mountain bike e compresi i Mondiali, maschile e femminile), ci sono stati 63 casi covid positivi (ma solo 29 riguardanti gli atleti) su 18.650 tamponi.
Quattro sole gare annullate e un protocollo sanitario anticovid che ha funzionato: è soddisfatta l'Uci per come si è chiusa la stagione del ciclismo 2020, interrotta a marzo a causa della pandemia e per la quale si prevedeva un esito totalmente infausto. Invece le grandi corse a tappe si sono tutte regolarmente disputate (seppur in date diverse dal solito), in ultimo la Vuelta che si è conclusa domenica, come pure il Giro d'Italia e il Tour e tutte le altre grandi classiche.
All'Uci resta il rammarico per la cancellazione delle sole Parigi-Roubaix e Amstel Gold Race, nella doppia versione maschile e femminile, che non si poteva proprio evitare. Ancora meglio, se così si può dire, è andata nel campo di lotta alla diffusione del contagio covid e delle pratiche di prevenzione: le corse sono ricominciate ad agosto grazie a un protocollo sanitario che, come sottolinea l'Uci, si è rivelato efficiente. I
n campo maschile, fra corridori e staff ci sono stati 54 casi di positività, di cui la metà riguardanti ciclisti, su un totale di 13.850 tamponi effettuati durante 21 grandi eventi e complessive 121 tappe. L'Uci in particolare ha sottolineato l'efficienza del protocollo di prevenzione ("basato sul principio della bolla di gara") applicato in ogni tipo di competizione, su strada, pista e cross. "L'utilizzo di questo protocollo ha permesso anche di organizzare i Campionati del Mondo a Imola e di mountain bike a Leogang (Austria)". "In totale, in tutte le discipline di ciclismo, ci sono stati 63 casi covid positivi (ma solo 29 riguardanti gli atleti) su 18.650 tamponi" effettuati su corridori e membri dei team durante tutta la stagione, con un "tasso di prevalenza è dello 0,30%, e solo la metà (0,15%) solo per gli atleti".
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