LINEA VERDE. LA MULTIDISCIPLINARIETA' DI ALESSANDRO MARIO DANTE

ALLIEVI | 29/04/2020 | 07:47
di Danilo Viganò

Frequentava ancora le scuole elementari, Alessandro Mario Dante, quando ha deciso di intraprendere la strada delle due ruote per emulare il padre Walter, che ha corso fino agli juniores. La multidisciplina è il comune denomitatore di Dante, quindici anni compiuti, che spazia con successo nella gare di ciclocross, su strada e in pista: insieme ad altri suoi coetanei ha dato una nuova spinta al movimento giovanile nazionale.


Capofila del Team Bramati, la squadra diretta dell'ex biker azzurro Luca Bramati con il quale ha disputato l'ultima stagione invernale, Dante vanta nel suo palmares una edizione del Giro d'Italia di Cross, il trionfo in Coppa Italia e una dozzina di successi nelle gare del calendario regionale e nazionale. Nelle prove su strada, con la maglia della System Cars-Cicli Fiorin, si è concesso in lusso di vincere a Brugherio e Mariano Comense. Ma Dante è andato forte anche in pista dove, ha conquistato il titolo di Campione Lombardo nella Velocità a Squadre, con Matteo Fiorin, e la medaglia d'argento, nella stessa disciplina, ai tricolori di San Francesco al Campo (To) questa volta in coppia con Juan David Sierra della Biringhello. Per Dante, il 2019 è stata una lunga stagione, fitta di impegni, che si è conclusa solo a gennaio di quest'anno con la vittoria nel ciclocross di Lambrugo (Co), il secondo posto nel Campionato regionale di Flero, e nella classifica generale del Trofeo Lombardia riservato agli categoria degli allievi.


Dante è di Lentate sul Seveso, comune situato tra Milano e Como, il paese dell'ex professionista Dario Nicoletti, oggi direttore sportivo della formazione elvetica del Velo Club Mendrisio. Vive con il padre Walter e la madre Elisabetta (faceva l'ostetrica), titolari di una pasticceria nel centro abitato di Cesano Maderno, e il fratello minore, Lorenzo Stefano, che nonostante la sua giovane età ha praticato ciclismo, nuoto e danza. Ora, il corridore milanese, che studia Liceo Sportivo all'Istituto "Paci" di Seregno, sposta il mirino su quando si potrà riprendere l'attività agonistica: «Il Pedale Senaghese mi ha fatto sentire grande fiducia. Le mie ambizioni sono quelle di ritagliarmi uno spazio importante in questa nuova squadra: l'importante sarà stare bene. Vorrei vincere con loro, poi si vedrà". Il giovane Dante, allievo di primo anno che si difinisce un corridore completo, è infatti tra i volti nuovi del Pedale Senaghese, la società milanese di Senago presieduta da Arturo Gorla, e diretta da Augusto Savoldi.

 

Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Il ciclismo su strada gode di buona salute, ma sottolineo con piacere la grande crescita che sta avendo il ciclocross».

A quale età hai cominciato a correre?
«A 7 anni per la società System Cars di Meda, avevo una bici Vicini verde acqua».

Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Mathieu Van Der Poel perchè vince dappertutto».

Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Rimarrei in ambito delle due ruote, l'Enduro».

I tuoi peggiori difetti?
«La puntualità, sono un ritardatario».

Il tuo modello di corridore?
«L'inglese Thomas Pidcock».

Cosa leggi preferibilmente?
«Argomenti che parlano di sport».

Cosa apprezzi di più in una donna?
«La sincerità».

Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Più attenzione alla sicurezza sulle strade».

Piatto preferito?
«Le Lasagne di nonna Carla».

La tua attrice o attore preferiti?
«Robert Downey Jr».

Chi è il tuo collega più simpatico?
«Michael Manenti, che corre come me».

Sei religioso?
«Sì».

Paese preferito?
«Senza dubbio il Belgio e l'Olanda, dove spopola il ciclocross».

Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che sono un ragazzo onesto».

Hobby?
«Stare in mezzo alla natura, e pescare».

La gara che vorresti vincere?
«Il Mondiale di Ciclocross e la Parigi-Roubaix».

Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Il mio primo allenatore, Leo Marturano».

Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Se riusciamo a correre, conquistare qualche piazzamento, e ripagare la fiducia che il Pedale Senaghese ha riposto in me».

 



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