LA CORSA PIU' DURA NON ABITA PIU' QUI

GATTI&MISFATTI | 24/10/2019 | 18:57
di Cristiano Gatti

Il Giretto. Nel 2020 sarà taglia XXS, taglia extra-extra-small. Due settimane di preliminari, prima in Ungheria, poi in Sicilia con l’Etna, quindi la risalita lato Adriatico con un po’ di frenesia sul percorso della Nove Colli, infine la terza settimana con due soli veri tapponi, degni della qualifica: quella dello Stelvio (se mai si farà), quella di Sestriere con Colle dell’Agnello e Izoard.


In compenso, la solita carognata, tanto per rendere il Giretto ancora più sbilanciato, contro natura: i soliti 60 chilometri di cronometro, distribuiti in tre tappe.


Spiega il patron Vegni: “Quest’anno ci sono le Olimpiadi, abbiamo disegnato un tracciato più equilibrato”. Il raffinato giro di parole, autentica lezione di galateo alla monsignor Della Casa, è di fatto la dichiarazione ufficiale di resa: nel 2020, ufficialmente, la “Corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo” depone la clava. E va via di spugna. Con pochi colpi ben assestati, cancellati anni e anni di luminosa tradizione. Via, spazzata via in un amen la romantica reputazione, così vanitosamente riassunta nello slogan chilometrico della Corsa più dura del mondo eccetera eccetera.

La verità? La verità è che ci siamo fatti rubare il mestiere dai francesi, che invece negli ultimi anni hanno buttato il vecchio guardaroba delle crono interminabili e dei tracciati “equilibrati”, fino all’edizione in arrivo che sancisce l’ingresso del Tour nel club dei bruti e cattivi, con il nuovo percorso che già gronda sangue e sudore.

Non è un fatto da niente. E’ una svolta epocale. Il Giro si fa Giretto, diventa leggerino e impalpabile, mentre il Tour si ripresenta macho e palestrato. Un Tourone, un Touraccio. E’ scambio di ruoli e scambio di filosofie aziendali. Scambio di storie e tradizioni. Per dirla alla commerciale, scambio di brand.

Solo una cortesia, almeno per chi ama la sincerità e la lealtà: dopo aver buttato al macero la cattiveria dei suoi tracciati, il Giro si prenda almeno la briga di non sparare più a tutto volume il fatidico slogan, La corsa più dura del mondo eccetera eccetera. A meno che da qui in avanti non si vogliano raccontare bugie. Ma anche in questo caso conviene pensarci due volte: hanno le gambe cortissime, soprattutto queste, perché non c’è come guardare l’elenco della tappe per capire subito quello che Beppe Saronni, ancora oggi il numero uno nel fiutare il percorso alla Saronni, riassume in parole semplici e conclusive: “Quest’anno nemmeno la terza settimana è così dura”. A dirla tutta, sembra che l’abbiano chiamato al telefono e abbiano disegnato il percorso sotto dettatura.

Tanti auguri agli scalatori puri. A quelli che ci saranno. Complimenti e felicitazioni ai cronomen buoni anche in montagna. A quelli che ci saranno. Perché poi, a fronte di un percorso senza spezie, senza spina dorsale, né carne né pesce, che vuole piacere a tutti e dunque non piacerà a nessuno, a fronte di un Giretto che fa il solletico, resta immancabilmente aperta – e molto ansiogena - la solita questione annuale dei campioni al via. Nessuno, al momento, risulta arruolato. Ma almeno questa, di tradizione, è rispettata: anche stavolta bisognerà prima sapere chi farà il Tour. 

 

 

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COMMENTI
W la sincerità.
24 ottobre 2019 19:37 Bastiano
È inutile nascondersi, per cercare di avere campioni di secondo livello dei grandi team, di cerca di attirarli dicendo che la gara non è dura e si potrà fare la doppietta. Le seconde linee, correranno il Giro per la classifica ed il tour per fare i gregari.
Come siamo caduti in basso!!!

Forse
24 ottobre 2019 19:53 fedaia66
avra' visto le altimetrie sbagliate...forse del giro 1984,per esempio

Percorso
24 ottobre 2019 20:16 michele79
Devo vederlo ancora in dettaglio ma a prima vista non convince neanche me, proprio per niente, potrebbero anche starci quelle crono se ci fosse qualche tappone di montagna in più

Tristezza
24 ottobre 2019 21:27 blardone
Alla presentazione del giro d italia chi c era come nostro porta bandiera? Nessuno ...... Vegni dagli meno soldi l anno prossimo hai nostri presunti campioni .... che vergogna .Blardone

troppo pochi i km a cronometro
24 ottobre 2019 23:59 pickett
Vegni aveva la grande occasione di approfittare dell'idiozia di Preudhomme,proponendo due vere crono di 40,45 km ciascuna.E tanti campioni,a cominciare da Dumoulin,forse Thomas,credo sarebbero venuti.E perchè non proporre l'Alpe d'Huez,ancora una volta stupidamente trascurata da ASO?Grandi occasioni sprecate.P.S.Non doveva tornare il Fedaia?

lo ripeto
25 ottobre 2019 01:31 Line
anche qui , come potete pensare di vedere lo spettacolo con le tappe superiori ai 200 km
scandaloso
TDF a vita ,anzi anche la Vuelta ormai e meglio del Giro

Line
25 ottobre 2019 09:28 fedaia66
Ti piacciono le corse juniores allora...il ciclismo dei prof e' il Giro...Tour e Vuelta sono solo surrogati del ciclismo

Line
25 ottobre 2019 09:28 fedaia66
Ti piacciono le corse juniores allora...il ciclismo dei prof e' il Giro...Tour e Vuelta sono solo surrogati del ciclismo

Fedaia
25 ottobre 2019 11:07 Melampo
Il Sindaco di Rocca Pietore ha ben altro a cui pensare che all'arrivo del Giro d'italia. Basta andare a vedere come sono stati ridotti i Serrai di Sottoguda, fino a Malga Ciapela dal nubifragio dell'anno scorso, e capire dove deve investire il denaro pubblico.

Piccolo giro
25 ottobre 2019 11:46 Berna71
Un percorso molto sbilanciato verso i passisti cronoman comunque un giro piccolo x corridori di seconda linea nessuno dei big ci sara' ,a parte qualche italiano,che poi si fregera' del titolo ma oramai tappe corte,x under23,e montagne inesistenti il giro duro nel paese piu' bello defunto ci vorrebbero tappe oltre i 250 con altimetria adeguata e allora la differenza si vedra' non fare delle gran fondo x amatori,nove colli,o settimane di noia tutti poi possono pensare quello che vogliono siamo caduti non in basso di piu'.....

giro 103
25 ottobre 2019 11:50 angelog
Il giro e le gare ciclistiche in generale non stanno nelle planimetrie ma nella testa di DS, abbiamo visto anche quest'anno che corse piatte possono diventare spettacolari e altre durissime sulla carta essere un flop, non bisogna guardare al Tour che negli ultimi anni a livello organizzativo ha fatto pena, Vegni vada per la sua strada guardi alla sicurezza e all' immagine del ciclismo italiano, organizzare le gare costa e dietro c'è anche una burocrazia che il 99% della gente non immagina, non è vero che al Giro tutto è permesso, il ciclismo non è ben visto dai politici a parte il sindaco di turno non vedi mai ministri ed onorevoli nel ciclismo, girano troppi pochi soldi per essere vetrina.

Xfedaia66
25 ottobre 2019 12:04 Finisseur
Ancora siete convinti che per vedere belle corse serva il kilometraggio. Non vi evolvete mai; son d accordo con line

W IL GIRO
25 ottobre 2019 13:42 simo
La Vuelta de Francia è roba da circo equestre. Va bene per chi guarda le corse col telefonino. Questo Giro è più rispettoso delle esigenze tecniche di una gara a tappe. Le cronometro? Sono la prova della verità. Devono esserci, sempre: come il pavé, le strade bianche, gli arrivi in volata. E i tapponi di montagna, veri, non il surrogato che termina sulle rampe di garage. Dove i distacchi non ci sono..

I commenti dopo...
27 ottobre 2019 06:35 Diegobiker
Come sempre ci si trova a criticare qualcosa che non si conosce... A mio avviso la sentenza va fatta alla fine e non ancora prima di iniziare.
Detto ciò, l'unica nota storta a mio avviso è questa esportazione della gara. Ma abbiamo proprio bisogno di questo? Il cash arriva tutto da lì? 3 tappe in Ungheria per quanti euro? Invece di fare altre 3 tappe in Italia ed accontentare anche altre regioni...

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