PIEDE A TERRA. ANCHE NOI AL GIRO, IN NOME DELLA SICUREZZA. GALLERY

EVENTI | 06/05/2019 | 07:12
di Marco Scarponi

La Fondazione Michele Scarponi sarà al Giro d’Italia 2019. Anzi, è già partita ieri mattina da L’Aquila, in Abruzzo, e non poteva esserci partenza migliore per la nostra Fondazione (non fosse altro per il nome).


Il Giro ritorna a L’Aquila il 17 maggio 2019 dopo che vi fece tappa nel 2010, l’anno dopo il terribile sisma che tiene ancora sotto scacco il capoluogo abruzzese e i piccoli borghi vicini. Anche nel 2010 l’arrivo finale fu a Verona: con una crono individuale si finiva dritti dritti dentro l’Arena. C’eravamo tutti, quel giorno, sulle gradinate dell’anfiteatro scaligero, a tifare Michele affinché riuscisse ad ottenere un terzo posto più che meritato, soprattutto dopo la grande vittoria di Aprica davanti ai due Liquigas, Basso e Nibali. Invece Vincenzo riuscì a conservare la terza posizione e Michele finì giù dal podio. Un podio che probabilmente aveva perso proprio nella tappa che da Lucera portava il gruppo a L’Aquila dove, sotto una pioggia inarrestabile, una cinquantina di corridori prese il largo in maniera sproporzionata condizionando la classifica generale e il resto del Giro: Arroyo arriverà secondo grazie al vantaggio ottenuto quel giorno.


A L’Aquila ieri mattina la Fondazione è stata invitata per il convegno “Sulla buona strada”, tenutosi presso l’Auditorium che Renzo Piano ha donato alla città l’indomani della catastrofe. Il convegno è stato pensato per salutare la corsa rosa che ritorna in una città desiderosa di ritornare protagonista, viva, nuova, senza dimenticare ciò che è stato. Il Giro che ritorna a L’Aquila vuol dire tante cose: vicinanza, solidarietà, futuro. Il Giro è capace di andare in avanscoperta prima che arrivi la Storia, a volte, come successe a Trieste nel 1946. Il Giro non fa soltanto asfaltare in fretta le strade agli amministratori, ma riempie l’immaginario dei bambini che escono prima da scuola per aspettare il passaggio, colora senza sosta i pensieri, crea fermento, stimola idee, proposte, proteste. Il Giro è movimento. Il Giro è rivoluzione. Il Giro è la festa della bicicletta. L’inverso di quello che succede gli altri giorni sulle nostre strade. Il Giro che passa troppo in fretta viene messo da parte ancor più velocemente, le auto ritornano un secondo dopo l’arrivo, a occupare lo spazio faticosamente concesso per qualche ora a quel serpente senza fumo; le buche pian piano si riaprono; i bambini scompaiono e le biciclette ritornano ad essere odiate. Perché?

Il convegno è guidato con maestria dal “mio” Marino Bartoletti, che spero mi conceda questo pronome possessivo, visto che ormai non riesco più a immaginare cosa sarebbe stato di me se non fosse apparso con i suoi baffi da lassù, l’orlo del pozzo in cui ero caduto, e mi avesse teso la sua mano. Sebbene dal pozzo non sia ancora uscito, in verità, lui continua a tenermi forte e quelle rare volte che salto fuori sotto il sole mi abbraccia.  Dalla sua voce, non per la prima volta, ma chiaramente come un’essenza,  ho sentito la definizione della missione che la Fondazione, da lì a poco, avrebbe sposato senza “se” e senza “ma”: “Sicurezza stradale, Marco, sicurezza stradale” mi disse in centro ad Osimo mentre aspettavamo il Giro Under 23. Da allora sono passati mesi senza tempo e senza luogo, poi è nata la Fondazione, e giorno dopo giorno espressioni come “violenza stradale”, “mobilità sostenibile”, “mobilità ciclabile”, “prevenzione stradale” e “sicurezza stradale” sono entrate a far parte del mio linguaggio quotidiano.

Espressioni che fatico a ritrovare materializzate appena metto il naso fuori di casa. Ovunque, in giro per l’Italia, ho avuto l’occasione di ascoltare decine e decine di progetti di sicurezza stradale per ciclisti e non solo, ognuno figlio di un punto di vista personale, di pregiudizi, spesso di incompetenza. L’Italia dei Comuni, dei pluralismi ed ora anche dei progetti di sicurezza stradale, ognuno coi suoi confini e la sua bandiera. Così, quando Marino mi lascia il microfono, mi sento in diritto di dire anche il mio progetto di sicurezza stradale, io che sono, al massimo, un esperto di dolore causato dalla violenza stradale, del mio dolore.

A questo Paese manca un metodo, un piano giusto e condiviso di sicurezza stradale. Un progetto che parta dall’inizio, con un’analisi approfondita dei dati, e passi attraverso una quotidiana prevenzione stradale, controlli, messa in sicurezza delle infrastrutture e ridistribuzione dello spazio (dal più forte al più debole), arrivando a definire le azioni da mettere in atto per accogliere umanamente e nel modo adeguato i familiari delle vittime della violenza stradale. Si deve soprattutto definire un obiettivo comune, una scadenza, che non può essere altro che: ZERO VITTIME PER VIOLENZA STRADALE. Si deve procedere avendo come metro di misura l’incentivazione della mobilità sostenibile, si deve ridurre il numero delle auto, poiché siamo il Paese con il più alto tasso di motorizzazione in Europa, e si deve fare COMUNICAZIONE. Bisogna spendere i soldi per fare comunicazione. Pubblicità progresso. Campagne di sensibilizzazione. Bisogna agire insieme: Stato, associazioni e cittadini. Non basta far ritornare l’educazione civica nelle scuole (che nove volte su dieci si fa malissimo). Basta parlare sempre e soltanto di luci e di casco. Bisogna iniziare a fare prevenzione sul serio. Finché chi ha il dovere e la competenza per farlo non deciderà di mettersi a tavolino a scrivere per far applicare un progetto di sicurezza stradale degno di questo nome, noi saremo costantemente in balìa di provvedimenti figli del caso, che non spostano nulla, e continueremo a morire in maniera orribile. Lo spazio va costruito introno al più debole, la persona deve stare al centro del progetto”.

Poi, Michele, sei apparso tu sullo schermo. Eri al Giro d’Italia 2016, eri in testa, e lungo la discesa del Colle dell’ Agnello mettevi il piede a terra per aspettare Nibali. Una volta terminato il video, il pubblico numeroso ha iniziato ad applaudirti, si sono alzati tutti in piedi, io sono uscito dal pozzo per un attimo e Marino mi ha abbracciato. 

P.S. ci si vede al Giro, tutti con lo striscione #LaStradaèDiTutti a partire dal più fragile, per Michele e per tutte le vittime della violenza stradale.

Marco Scarponi, fratello di Michele

www.fondazionemichelescarponi.com

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


L'austriaco Michael Hettegger, classe 2008, ha vinto il Gran Premio FWR Baron Cima Monte Grappa per juniores con partenza da San Martino di Lupari nel Padovano. Il campione austriaco su strada e della montagna ha preceduto Andrea Cobalchini del Gottardo...


Federico Iacomoni festeggia in Toscana la prima vittoria in stagione. Il corridore trentino della Biesse Carrera Premac, vittima di un pauroso incidente nel novembre 2023 quando in allenamento fu centrato frontalmente da un auto in cui riportò le fratture al...


A quasi tre anni di digiuno dalla sua ultima vittoria con gli juniores (Clusone, 14 agosto 2022) Dario Igor Belletta ritrova la via del successo. Il milanese della Solme Olmo ha conquistato infatti la classica ungherese Visegrad 4 Kerekparverseny (1.2)...


Dopo un quarto, un quinto e un ottavo posto nelle ultime tre tappe, al Tour of Magnificent Qinghai oggi è arrivato finalmente il giorno di Petr Rikunov. Con uno spunto decisivo negli ultimissimi metri sul traguardo di Haiyan, il...


Un'occasione per ritrovarsi e condividere una volta di più la passione per la bicicletta, il territorio e la buona tavola. È il 14° Omva LMM Tour, manifestazione nata nel ricordo di Giuseppe Manenti: non ci sono premi, non c'è traguardo,...


Continua a regalare sorprese il Tour of Magnificent Qinghai. Come già successo in alcune delle frazioni precedenti, anche nella penultima tappa con arrivo ad Haiyan ha trionfato un nome quasi impronosticabile visto che ad alzare le braccia al cielo...


Il Tour de France, che ha di nuovo Tadej Pogacar in maglia gialla, volge la prua verso est e lascia la Bretagna con la tappa numero 8, la Saint-Méen-Le-Grand - Laval Espace Mayenne di 171, 4 km. per seguire il...


Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla settima tappa del Tour de France. 13: POGACAR 10-3 VINGEGAARDPer la tredicesima volta, Pogacar e Vingegaard hanno concluso primo e secondo in una tappa del Tour (in entrambi gli ordini). Estendono...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024