I VOTI DI STAGI. I NUMERI DI VIVIANI E QUELLI DI ARU

I VOTI DEL DIRETTORE | 23/05/2018 | 19:14
di Pier Augusto Stagi          -
 
 
Elia VIVIANI. 10. Sapeva di dover soffrire, e sapeva anche che Sam Bennett aveva una tappa disegnata per le sue caratteristiche. Ha sofferto Elia, ma alla fine ha fatto soffrire tutti, con una volata solo all’apparenza semplice, facile e scontata, grazie ad una squadra super, e uno Stybar, oltre che un grande Sabatini, che hanno lavorato come il manuale delle volate impone. Lui, Elia, è sempre più consapevole della propria forza e delle proprie possibilità. Fa quattro al Giro, 10 in stagione: ha i numeri.
 
Sam BENNETT. 7. Tiene in salita, tiene la corsa, non perde di vista Elia. Alla fine però perde, perché occorre sì forza, ma anche colpo d’occhio, lucidità, classe.
 
Niccolò BONIFAZIO. 7. Lavora, si sbatte, si mette in gioco, in questo Giro bisogna riconoscere e riconoscergli che si è dato da fare. Ha fatto più volate buone: non è riuscito a vincere, ma è sempre là.
 
Danny VAN POPPEL. 5,5. Parte per primo, al rallentatore, senza velocità. Sembra quasi che non sia nemmeno tanto convinto. Dà l’impressione di fare una volata più di testa che di gambe. Ma in testa gli passano gli altri.
 
Kristian SBARAGLI. 6,5. Finalmente si fa vedere, con una volata e un piazzamento nella top ten. Spero di rivederlo a Roma.
 
Sasha MODOLO. 5. Fatica, fatica troppo. Non è mai nella posizione giusta. Prova a prenderla, ma le intenzioni restano tali. Troppo poco per uno come lui.
 
Andrea VENDRAME. 6. Ti aspetti Francesco Gavazzi (voto 5), arriva lui. Ha il grande merito di buttarsi nella mischia e di provare a uscirne senza ossa rotte. Bravo.
 
Alessandro DE MARCHI. 8. Tenace come pochi, oggi ci prova più e più volte, con determinazione e ostinazione. Con il corridore della Bmc anche l’Astana Luis Leon Sanchez, che non è da meno: sia oggi, che in queste due settimane di corsa. Con loro si gettano Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Wout Poels (Sky). Provano l’impossibile con l’entusiasmo della ragione e l’incoscienza del sogno: che gara…
 
Simon YATES. 8. Il “golden boy” della Regina ha visto solo una tappa: quella di domani, a Prato Nevoso. «Perché ero lì in zona. Per il resto, niente. Non lo considero un grande problema»: come dargli torto…
 
Chris FROOME. 5. Dopo una ventina di chilometri il britannico resta indietro, nel secondo troncone del gruppo. Anche oggi una brutta dormita. Va bene che per gli uomini di classifica oggi è quasi una giornata di riposo, ma non esageriamo.
 
Fabio ARU. 8. Non entro nel merito della penalizzazione sua, del team UAE e dei suoi compagni di squadra: di questo se n’è occupato egregiamente il nostro Cristiano Gatti. Voglio però soffermarmi sulla crono di Rovereto, definita da molti “la migliore della sua carriera”. Messa così potrebbe anche passare per un complimento, ma nella sostanza ha invece un retrogusto malizioso e sospetto. Per la serie: non è possibile che uno come lui vada così forte a cronometro. Difatti, poi, il collegio di giuria tira fuori la magagna della scia prolungata punita con i 20”. Bene, Fabio Aru invece è in grado eccome di andare forte a cronometro. Come già avvenuto al Tour de France 2016. Cronoscalata di 17 km, da Sallanches a Megeve. Era la 18° tappa, e il sardo arrivò 3°, pagando 33” a Froome e 12” a Tom Dumoulin: mica pizza e fichi. Fabio fece meglio di Richie Porte (4°) e Bardet (5°). Questa crono come la consideriamo, una robetta di soli 17 chilometri? Io ero là, e mi ricordo perfettamente la prestazione e il percorso, con tanto di strappo “mundial” (Côte de Domancy) che nell’80 ispirò Bernard Hinault quando tramortì tutti, compreso il nostro Gibì Baronchelli ultimo a resistergli. Allora se Aru vi sta sugli zebedei, trovate altre argomentazioni, ma pregasi non buttare in vacca tutto, facendo insinuazioni ingiuste e soprattutto erronee. Per la cronaca: due giorni dopo quella prestazione maiuscola, Fabio visse la crisi sul Col de Jeux Plane, nella tappa di Morzine.
 
Louis MENTJES. 8. Fa finalmente parlare di se: per il ritiro.
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COMMENTI
Complimenti
23 maggio 2018 20:20 predaking
Per il voto a Mentjes, elogiato da molti (tipo Magrini) ma mai pervenuto in tutto il 2018.

Che stupidaggine
23 maggio 2018 20:24 FrancoBui
Ma che dice? Megeve era una cronoscalata, Trento piattissima. Nelle crono piatte Aru non ha mai visto i primi trenta posti, altro che quinto!

Voto sbagliato
23 maggio 2018 20:40 Mac75
Per viviani perché ha perso due tappe da velocista ed è grave contro nessuno!!!

Mi associo
24 maggio 2018 00:03 pickett
Concordo pienamente con i 2 commenti che mi hanno preceduto.Ma Stagi pensa che gli appassionati di ciclismo siano proprio dei fessi?

Mag
24 maggio 2018 06:34 Ruggero
Direttore, non diciamo cavolate, non confondiamo una cronoscalata con una crono per specialisti puri, quando mai Aru becca 5 secondi da Froome ???

Mah
24 maggio 2018 09:09 Coxinas22
A me i fessi sembrate proprio voi dei commenti, continuo a non capire questo accanimento nei confronti di aru.. Siete sicuri che non sia mai arrivato tra i primi 30 in una crono piatta? Aiai vi devo ricordare la crono alla vuelta 2015? Ah no adesso vi inventerete che quella era in salita. Per favore, commentiamo solamente se informati, non per far prendere aria alla bocca con questi commenti da 4 soldi.

DOCUMENTARSI
24 maggio 2018 09:45 9colli
Vuelta 2015 arrivo — 1. Tom DUMOULIN (Ola, Giant) 37,8 km in 46'01" (media di 50,46 km/h); 2. Bodnar (Pol) a 1'04"; 3. Valverde (Spa) a 1'08"; 4. Kiryenka (Blr) a 1'31"; 5. Coppel (Fra) a 1'32"; 6. Quintana (Col) a 1'33"; 7. Sicard (Fra) a 1'36"; 8. Oliveira (Por) a 1'38"; 9. Cummings (Gb) a 1'40"; 10. Aru (Ita) a 1'53"; 17. Majka (Pol) a 2'38"; 22. Pozzovivo (Ita) a 2'46"; 30. Rodriguez (Esp) a 3'06''. IN EFFETTI NON FARESTE MALE A DOCUMENTARVI PRIMA......ONDE FARE FIGURE "" CACINE "" DOPO.

Mah
24 maggio 2018 11:12 Ruggero
Non mi interessa il piazzamento ma il distacco, alla vuelta prese 1,53 !!! Ed era un\'altro Aru

Leggere non far finta di leggere
24 maggio 2018 14:24 9colli
Certo che ha preso 1,53 peccato che èra più lunga............

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